Perché ai Mondiali in Ruanda non ci sono tanti big (non solo Vingegaard): i costi, la malaria, le date

I Mondiali 2025 di ciclismo su strada che si svolgono in Ruanda, in Africa, segnano il superamento di una delle ultime linee di confine dell'UCI: per la prima volta sbarcano in un nuovo continente, alla ricerca di mercati da esplorare e sfruttare per ampliare ulteriormente interessi economici e geopolitici sempre più incrociati con il mondo dello sport. A discapito anche degli stessi, a questo punto sempre più marginali, protagonisti: i ciclisti. Perché che in Ruanda vi siano intere federazioni e nazionali "mutilate" nelle presenze dei propri atleti più giovani o migliori, altre che ne hanno declinato l'invito e altre ancora che hanno denunciato in tempi non sospetti, l'enorme e inutile dispendio di fondi ed energie, non importa a nessuno.
I dubbi legati alla logistica della manifestazione più importante del calendario ciclistico internazionale, alla quale nessuno vorrebbe mancare è stata al centro di feroci polemiche sin dalla sua designazione e nei mesi successivi. A pari passo con le perplessità esposte sull'affidabilità dell’organizzazione locale, ritornata in auge dopo quanto accaduto alla Vuelta che ha mostrato il lato molle del ciclismo: la sua intrinseca impossibilità di difendersi. A tutto ciò, si devono aggiungere anche le richieste sanitarie con le profilassi obbligatorie di vaccinazione per i corridori e tutto lo staffa a seguito. E gli altissimi costi che le varie Federazioni devono sobbarcarsi per la spedizione.
Mondiali in Ruanda: le Federazioni lasciano a casa le squadre juniores
Il problema principale è stato quello che hanno dovuto affrontare le categorie giovanili per una trasferta troppo onerosa. Al tal punto che la federazione danese ha deciso di non inviare le proprie squadre juniores e under 23 a causa dei costi elevati. Scelta condivisa dalla federazione belga che ha escluso i più giovani. E si sta parlando di due Nazionali top a livello mondiale, con talenti da sempre sulla cresta dei migliori nel ciclismo mondiale. Ma in Ruanda, ad esempio, i prezzi degli alberghi e di altri alloggi sono improponibili con punte che toccano i 600 euro a notte per persona (e le Federazioni non sono escluse) poiché per motivi di sicurezza, le squadre verranno alloggiate unicamente in alcune zone di Kigali.

La logistica e le tasse: le restrizioni per trasportare le bici in Ruanda
Poi, un altro problema concreto con cui fare i conti: il trasferimento di tutto il materiale necessario comprese le biciclette, decine e decine, che ogni nazionale dovrà portare con sé. In Ruanda ci sono tasse elevate più che in altri luoghi per il trasporto delle bici ed è consentito il trasporto di una bici per ogni singolo biglietto aereo acquistato. Se si va oltre tale numero, ci sono ulteriori tasse da pagare che le Federazioni devono accollarsi.
La profilassi obbligatoria: il rischio malaria, epatite e febbre gialla
Ulteriori problemi sono stati sollevati poi per le profilassi sanitarie: c'è da affrontare infatti un protocollo obbligatorio per le vaccinazioni per il problema della malaria, che richiede l’assunzione di un farmaco specifico per tutto il periodo che si rimane in Ruanda. Senza dimenticare il vaccino contro l'epatite A e la febbre gialla: farmaci che sicuramente avranno un impatto non secondario sull’organismo di un ciclista e che possono causare un abbassamento delle difese immunitarie.
Il calendario UCI: una settimana dopo inseriti gli Europei, in Francia
Non ultimo, il calendario deciso dall'UCI. Un po' oramai come avviene con il calcio, con l'espandersi delle gare in programma, sempre più dislocate in giro per il mondo. Subito a ridosso dei Mondiali in Ruanda ci sono i Campionati Europei, che si terranno in Francia appena una settimana dopo: date così vicine con distanze abissali che costringeranno alcune nazionali ad organizzare due squadre distinte, aumentando ulteriormente i costi di gestione.
I big assenti ai Mondiali in Ruanda, capitanati da Vingegaard
Si è arrivati quindi a squadre nazionali "mutilate" con meno atleti e tanti big che hanno declinato l’invito: la Danimarca è senza Jonas Vingegaard, recente vincitore alla Vuelta, ma mancheranno anche altri campioni attesi come come Tom Pidcock (Gran Bretagna) e Mads Pedersen (sempre della Federazione danese).