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Il mondo del ciclismo ai piedi di Elia Viviani: il toccante “pasillo d’onore” per il Profeta

Elia Viviani ha vissuto un ultimo atto straordinariamente emozionante nel corso della Sei Giorni di Gand, uno dei più importanti eventi mondiali del ciclismo su pista. Circondato da amici, colleghi, compagni di squadra e avversari, tutto il pubblico presente lo ha osannato con una standing ovation mentre gli veniva concesso il “pasillo d’onore”, il tributo più grande che nel mondo dello sport si lascia solo ai campioni assoluti.
A cura di Alessio Pediglieri
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Doveva essere il Mondiale corso in Cile, con lo straordinario successo a Santiago per l'oro vinto nell'inseguimento individuale. Poi, la "replica" richiesta a gran voce da tutto il mondo del ciclismo che ha faticato a salutare un campione unico come Elia Viviani, che si è concesso così ancora una volta, alla Sei Giorni di Gand in Belgio, considerato all'unanimità il gotha della pista, ricevendo il meritatissimo ed emozionante "pasillo d'onore" che nello sport si concede solo ai campioni più grandi. Nessuna vittoria per il "Profeta" giunto terzo al traguardo, ma ancora una volta la dimostrazione tangibile di quanto ha inciso con i suoi 15 anni di professionismo nel ciclismo non solo italiano.

L'ultimo commosso tributo del ciclismo a Viviani: il "pasillo d'onore" in pista

Al Citadel Park Velodrome il tempo è sembrato essersi fermato per un istante lungo una vita: nel tempio del ciclismo su pista, che dal lontano 1927 ospita gare straordinarie e campioni assolute, tutto il palazzetto si è alzato in piedi, applaudendo. Mentre lungo la retta finale dell'anello una serie di biciclette con le ruote anteriori al cielo, disposte in fila su due ali, creavano una sorta di arco: il tutto per celebrare il Profeta, Elia Viviani, giunto al suo vero atto finale di carriera. Un "pasillo d'onore", una passerella celebrativa come nello sport accade e si dedica unicamente ad una ristretta élite di campioni, di cui il veronese fa doverosamente parte. Per lui c'erano tutti i compagni del suo ultimo team, la Lotto, e coloro con cui ha condiviso straordinari momenti di carriera, come Filippo Ganna e Simone Consonni.

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Un'ultima uscita che inizialmente non era stata programmata: il ritiro doveva coincidere con il Giro del Veneto su strada e i Mondiali su pista in Cile. Invece, il richiamo è stato troppo forte per non passare inosservato e così, l'ultimo colpo di coda in Belgio in una delle manifestazioni più rappresentative di sempre, la Sei Giorni di Gand. E a svelare il motivo è stato lo stesso Profeta, commosso da tanto calore e affetto del pubblico belga presente sugli spalti: "Molti mi hanno chiesto perché volessi salutarvi qui, durante la Sei Giorni di Gand… Voi siete la risposta. È speciale. Questo ‘ultimo ballo' è per voi, è il finale perfetto. Grazie a tutti per le emozioni degli ultimi vent'anni".

Poi, Viviani ha espresso eterna gratitudine a tutti coloro che lo hanno sostenuto durante il suo percorso, soprattutto il coraggio espresso dal suo ultimo Team, la Lotto che gli ha permesso un altro anno da professionista ad altissimi livelli : "Voglio ringraziare la mia squadra, la Lotto Cycling Team, per il  supporto e per avermi dato questa opportunità" ha detto con indosso la maglia iridata da campione del mondo in carica, vinta in Cile. "Un ringraziamento va anche al mio staff, alla mia famiglia, ai miei amici e ai miei tifosi. Sono stati con me fin dalla mia prima gara. Vorrei anche ringraziare tutti i miei avversari per avermi spinto a superare i miei limiti".

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Il futuro ruolo di Viviani nel Team Italia: "Sarà una nuova sfida"

Insieme al compagno di squadra Jasper De Buyst, Elia Viviani ha concluso la sua carriera con un ottimo terzo posto a Gand, mentre la vittoria è andata al duo formato da Fabio Van den Bossche e Lindsay De Vylder, che ha relegato Yoeri Havik e Jules Hesters al secondo posto. Ora è tempo per il Profeta di appendere definitivamente la bicicletta al chiodo ma l'addio al ciclismo non ci sarà perché, come da sempre si sapeva, resterà nel suo mondo anche se con vesti differenti: lavorerà con la Federciclismo nel Team Italia con il ruolo di team manager sia per la strada che per la pista.  "La Federazione Ciclistica è stata la mia casa come corridore per anni. Questo ruolo sarà una sfida per me, ma soprattutto un'opportunità per crescere e imparare come manager. Cercherò di condividere tutta la mia esperienza con le prossime generazioni nel miglior modo possibile".

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