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Elia Viviani operato al cuore: “In allenamento è balzato di colpo a 220 battiti”

Elia Viviani ha subito un’ablazione al cuore per curare un’aritmia che, in allenamento, aveva fatto salire il battito cardiaco a 220 pulsazioni. “Ora sto bene, il problema sembra risolto”, le parole del campione olimpico che a Rio 2016 ha conquistato la medaglia d’oro nell’Omnium, specialità di ciclismo su pista.
A cura di Maurizio De Santis
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Il cuore matto di Elia Viviani ha iniziato a battere in maniera anomala domenica scorsa. Durante un allenamento, mentre percorreva una salita, s'è accorto che qualcosa non andava. Quel "tum-tum" ritmato, costante, accelerato lo ricorda come fosse ieri, quasi gli sembrava che gli scoppiasse il petto. Per una ventina di secondi le pulsazioni sono balzate a oltre 220. E ha avuto paura. Paura che quell'aritmia fosse addirittura causata dal Covid invece dietro quel cattivo funzionamento c'era dell'altro. Lunedì è stato ricoverato nell'ospedale universitario ‘Torrette Lancisi' di Ancona e per capire quale possa essere stata la causa di quel battito irregolare è stato già sottoposto a tutti i test diagnostici necessari. "Mi sono spaventato – ha raccontato in un'intervista alla Gazzetta – e ho subito contattato il cardiologo Corsetti che mi segue da oltre 10 anni. E ha deciso di fare subito di fare gli esami specifici".

A 31 anni Viviani è uno dei velocisti più forti nel panorama mondiale. Il ciclismo su pista è una passione che lo accompagna da tempo, da quando quel ragazzo di Isola della Scala (in provincia di Verona) ha capito che sulle due ruote avrebbe potuto conquistare il mondo. E lo ha fatto. Ad agosto del 2016 mise al collo la medaglia olimpica nell'Omnium (specialità composta da sei gare diverse che si disputano in due giorni) battendo Mark Cavendish, riscattando il sesto posto di cui s'era dovuto accontentare nell'edizione londinese dei Giochi (2012), cancellando al Mondiale all'ultimo sprint della corsa a punti. Accadeva cinque prima dell'avventura in Brasile, battuto per una ‘mezza ruota' proprio dal inglese Cavendish.

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"Mi hanno sottoposto ad altri accertamenti e a una risonanza magnetica – ha spiegato il corridore veneto -. I medici hanno provato a stimolare ancora questa strana aritmia. Il cuore è salito di nuovo a 220 battiti e a quel punto è stata effettuata un'ablazione. Ora sto bene, il problema sembra risolto". Lo attendono quindici giorni di assoluto riposo e la consapevolezza di sottoporsi a ulteriori controlli ma non ha alcuna intenzione di rinunciare agli impegni in calendario. UAE Tour, Tirreno-Adriatico e le classiche di primavera sono cerchiate in rosso nella sua agenda agonistica: "Fiducia e un buon recupero mi aiuteranno a ripartire".

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