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Cosa aspettarsi dall’Italia ai Mondiali di ciclismo 2023, la prima edizione XL della storia

I Mondiali da ciclismo 2023 andranno in scena a Glasgow dal 5 al 13 agosto con tutte le specialità dell’UCI in gara. Le speranze dell’Italia, con Ganna impegnato in pista e strada e le altre carte azzurre.
A cura di Jvan Sica
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Per la prima volta nella storia l’Unione ciclistica internazionale ha deciso di far disputare i diversi Mondiali delle sue tante discipline in un solo luogo e in un periodo di tempo molto ristretto. Dal 3 fino al 13 agosto, a Glasgow, si terranno i Mondiali di ciclismo su strada, pista, mountain bike, BMX, paraciclismo, oltre ad altre discipline non olimpiche come il downhill e la ciclopalla (imperdibile).

Sarà un festival su due ruote con diverse novità, alcune capaci di richiamare la storia di questo sport, come i Mondiali di ciclismo su strada che tornano ad agosto dopo 29 anni, mentre altre sono indigeste come quella di dover organizzare il programma di gare dei ciclisti multidisciplinari, come Filippo Ganna, in base a delle priorità che non erano fino a questo momento considerate (infatti Ganna non disputerà la gara in linea su strada per non interrompere il programma su pista).

Il nome intorno a cui ruota il nostro movimento maschile su due ruote in questo Mondiale è stato già fatto. Filippo Ganna (nella foto in apertura) ha almeno due grandi obiettivi: il primo è quello di riprendersi l’oro mondiale nell’Inseguimento a squadre, conquistato un anno fa dalla Gran Bretagna di Daniel Bigham. Abbiamo poi battuti i britannici agli Europei di Grenchen nel febbraio scorso e questa terza sfida incrociata diventa davvero interessante in ottica olimpica.

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Poi Ganna, dopo aver molto probabilmente dato forfait nell’Inseguimento Individuale ancora una volta fuori dal programma olimpico di Parigi 2024, in cui schiereremo Jonathan Milan, scenderà in strada l’11 agosto per la dura cronometro uomini. Il percorso è di 48 km, molti rispetto i 31km di Imola 2020 e i 34km di Wollongong 2022 e si adatta bene al nostro corridore. Dopo il doppio oro 2020-2021, Ganna vorrebbe riprendersi il gradino più alto del podio, sfidando Remco Evenepoel (nella foto sopra) e Wout van Aert, oltre al campione uscente Tobias Foss e allo svizzero Stefan Küng. A crono tra le donne, interessante vedere all'azione Alessia Vigilia.

Per la prova su strada maschile ci facciamo pochissime illusioni. Da una parte ci sono cinque dei sei cannibali del ciclismo contemporaneo, i due belgi di cui sopra, Mathieu van der Poel, Tadej Poagacar e Primož Roglič (manca Jonas Vingegaard che dopo aver vinto il secondo Tour de France consecutivo, andrà a sfidare proprio Roglic alla prossima Vuelta), mentre noi abbiamo una squadra mediocre con due capitani, Bettiol e Trentin, che dovranno essere molto coraggiosi per pensare di vincere contro questi mostri. Il circuito è mosso e ci saranno anche tanti altri contendenti alla maglia arcobaleno.

Discorso diverso per il settore femminile, dove ci sono sicuramente carte da giocare. Abbiamo perso Elisa Longo Borghini (nella foto in basso), che si è ritirata dal Tour e ha problemi fisici, ma atlete come Silvia Persico e Chiara Consonni sono perfette per i finali in gruppo ristretto. La sfida è soprattutto contro lo squadrone olandese.

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Tornando poi alla pista, non di solo Ganna vive il nostro movimento, anzi nel settore femminile questi Mondiali potranno essere decisivi per Parigi 2024. Con Paternoster, Guazzini, Balsamo (anche se acciaccata), Chiara Consonni e Fidanza siamo in lizza in tutte le gare di endurance, mentre nel settore uomini, Viviani, Simone Consonni, Scartezzini e Moro sono outsider di alto livello. Dopo alcune prove convincenti poi, in questo Mondiale si spera di vedere anche decisivi passi in avanti nel settore velocità, con Matteo Bianchi e Mattia Predomo in rampa di lancio (vincitori del Team Sprint agli Euro Under 23 nel luglio scorso) sotto la guida del ct Ivan Quaranta.

Delle ultime due discipline non paralimpiche presenti a Glasgow, possiamo pensare al podio per quel che riguarda la Mountain Bike. Nel settore uomini la nostra punta è Luca Braidot, lo scorso anno capace di arrivare terzo in Coppa del mondo, con due vittorie di prestigio a Lenzerheide e Vallnord ma quest'anno senza grandi squilli, se non per il bronzo europeo ottenuto nel giugno scorso. Tra le donne abbiamo un discreto fermento giovanile, con Cortinovis, Specia e Berta che iniziano a farsi vedere davanti (Martina Berta seconda nell'ultima prova di Coppa del mondo), ma le grandi, prima di tutto l'olandese Puck Pieterse e poi francesi e svizzere sono di un altro pianeta.

Infine il parente scavezzacollo, la BMX, in cui siamo quasi esclusivamente spettatori. Pietro Bertagnoli e Francesco Mongillo tra gli uomini e Francesca Cingolani tra le donne ancora non sono del livello eccelso che serve per infastidire i grandi della specialità sia della disciplina racing che in quella freestyle.

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