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Cavendish annullato dalla depressione, racconto struggente: “Non volevo essere più niente”

Il campione del ciclismo Mark Cavendish ha raccontato in un documentario Netflix i problemi accusati a causa della depressione. Un tunnel che sembrava senza uscita.
A cura di Marco Beltrami
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Mark Cavendish al Tour de France 2023 ha rivissuto un incubo. La caduta all'ottava tappa ha fatto chiudere in anticipo la sua gara allungando la striscia sfortunata di infortuni. Un tunnel di sfortuna per il campione del ciclismo dell'Astana protagonista di un documentario Netflix dal titolo "Mark Cavendish: Never Enough", in uscita il prossimo 2 agosto. Un'occasione per raccontare l'altra faccia della medaglia del campione e la sua depressione.

Mark Simon Cavendish è stato uno dei ciclisti più competitivi e vincenti di sempre. All’attivo del britannico classe 1985 ci sono una marea di successi. Velocista, ha vinto tre titoli mondiali su pista, il mondiale in linea, una Milano-Sanremo, 17 tappe al Giro d’Italia, 34 tappe al Tour e 3 alla Vuelta. Ha vinto almeno una volta la classifica a punti in tutti e tre i Grandi Giri.

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La stampa inglese ha già reso noti alcuni stralci del documentario sulla vita di Cavendish e del peggior momento della sua carriera. Ad un certo punto infatti Mark racconta che qualcosa si è incrinato e non riusciva a spiegarsi il perché: "Sono diventato pazzo? Che diavolo c'era di sbagliato in me?". Purtroppo anche lontano dall'attività fisica le cose non miglioravano per Cavendish, lo stato d'animo del quale influiva anche sulla vita di coppia con la moglie: "È stato un incubo vivere con mia moglie Peta".

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Alla base di tutto c'erano probabilmente i fallimenti sportivi e i tanti infortuni: commozione cerebrale durante il tour di Abu Dhabi nel 2018, poi la frattura di una costola e la ricaduta alla Milano-Sanremo, e così via. Per questo il ciclista in grande difficoltà ha lasciato anche la famiglia per andare a vivere dalla madre: "Non avevo niente, non volevo niente, non ho fatto niente, non ho sentito niente. Avevo perso ogni slancio: essere una persona, essere un padre, essere un amico, essere un marito".

Ad aiutarlo  è stato il neuroscienziato dott. David Spindler che ha saputo come prendere la stella del ciclismo: "Ho guidato il mio scooter accanto a lui ogni giorno per dieci giorni. E mi sono rifiutato di parlare fino a quando non ha parlato con me per primo". E dopo quanto accaduto al Tour de France la speranza è che Cavendish non torni in difficoltà.

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