Ventura: “Nel 2018 rimasi l’unico colpevole, ma io e Mancini abbiamo ottenuto lo stesso risultato”

L'Italia si gioca la possibilità di accedere ai playoff per i Mondiali 2026 nella partita contro Israele che può essere già decisiva. Sarà un incontro delicato per gli Azzurri che poi dovranno dare il massimo per non mancare la partecipazione al torneo per la terza volta consecutiva: prima con Gian Piero Ventura nel 2017 e poi con Mancini quattro anni più tardi sono arrivate due dolorose eliminazioni che spaventano ancora oggi. Ma guardando tutta la situazione dall'esterno l'ex commissario tecnico ha qualcosa da recriminare sul comportamento che la Federazione ha avuto nei suoi confronti. In studio durante l'ultima diretta del Processo al 90º Ventura ha parlato di una disparità di trattamento tra lui e il suo successore che è arrivato allo stesso identico risultato, ossa l'eliminazione agli spareggi e la mancata partecipazione ai Mondiali.
Ventura sottolinea le differenze tra lui e Mancini
Non usa giri di parole l'ex allenatore per lamentare la discrepanza nelle azioni della federazioni a quattro anni di distanza. Sia lui che Mancini non hanno centrato la qualificazione ai Mondiali, ma il risultato è stato diverso: "Ci sono grandi differenze tra il 2018 e il 2022. Innanzitutto al Federazione del 2022 era molto più forte, nel 2018 rimasi da solo e ci misi la faccia, andai in conferenza stampa alla fine della partita con la Svezia ed è evidente che rimasi sono e l'assoluto unico colpevole di questo dramma sportivo". Di sicuro il trionfo agli Europei ha attenuato la caduta di Mancini, ma Ventura resta severo: "Quattro anni dopo ha influito anche la vittoria degli Europei per Mancini e questo ha portato a fare valutazioni più soft, parlando di responsabilità di gruppo e non di singolo. È cambiata la lettura ma il risultato era lo stesso".

L'ex CT ha anche raccontato un episodio che gli era capitato quando era ancora alla guida della Nazionale: "Nel 2017, dopo che vincemmo in Olanda, venni chiamato dall'allora presidente perché avevo preparato un report su quello che ritenevo opportuno fare per dare una svolta, lo feci prima ancora di uscire. Il report probabilmente non fu neanche mai letto, parlavo di cercare un'identità per la Nazionale ma dovevamo creare le fondamenta con la scuola calcio, Under 17 e l'Under 19, dovevamo avere dei rapporti con le società, dei professionisti della preparazione fisica, scambiarsi dati per avere continuità di lavoro".