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Supercoppa, i tifosi provocano Ronaldo inneggiando a Messi. CR7 la prende male e reagisce

L’esito della finale di Supercoppa italiana ha riservato grande amarezza a Cristiano Ronaldo. Dalle tribune un gruppo di tifosi lo provoca inneggiando a Lionel Messi: la Pulce ha conquistato il sesto Pallone d’Oro, lui ha perso ancora. CR7 si gira e risponde loro con ironia: sorride in maniera beffarda poi alza il pollice della mano sinistra come a dire “bravi… bravi”.
A cura di Maurizio De Santis
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Deluso, battuto e sfottuto. L'esito della finale di Supercoppa italiana ha riservato grande amarezza a Cristiano Ronaldo. A Riad la Juventus ha perso il primo trofeo della stagione, un boccone difficile da digerire soprattutto per CR7 che dai big match che valgono il titolo è abituato a uscire da trionfatore. In Arabia Saudita gli è andata male: non è riuscito a incidere sulla partita, nonostante fosse uno dei più attesi della vigilia assieme a Ciro Immobile, e Paulo Dybala – autore del momentaneo pareggio – gli ha rubato le luci della ribalta.

Lo sfotto' dei tifosi a CR7 e la sua reazione

Dalle tribune un gruppo di tifosi lo provoca inneggiando a Lionel Messi: la Pulce ha conquistato il sesto Pallone d'Oro, lui ha perso ancora. Ronaldo si gira e risponde loro con ironia: sorride in maniera beffarda poi alza il pollice della mano sinistra come a dire "bravi… bravi".

Ronaldo sfila dal collo la medaglia d'argento

Non è l'unica reazione di CR7 finita sotto i riflettori. La più clamorosa ci fu al momento della premiazione: ricevuta e messa al collo la medaglia d'argento, l'ex stella del Real Madrid la toglie poco dopo averla infilata, tenendola tra le mani quasi fosse oggetto da paccottiglia.

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La delusione del portoghese che vuole vincere sempre

Peggio di così… tant'è che l'espressione del campionato portoghese a fine match era emblematica: aveva il broncio e se ne stava a bordo campo a capo chino, come a rimuginare sulle difficoltà di una prestazione che ha visto la squadra soccombere rispetto all'organizzazione degli avversari. Quando alza lo sguardo gli leggi negli occhi il nervosismo per un ko che brucia perché alla Juve (come nella sua vita sportiva di atleta che non deve chiedere mai) arrivare secondo è una sconfitta. Questa volta nemmeno il tridente è bastato per ridurre alla ragione la Lazio, la stessa squadra che due settimane prima (sul palcoscenico dell'Olimpico e della Serie A) aveva rifilato di nuovo 3 gol alla Juventus.

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