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Spalletti ad Atreju denuncia l’insidia dilagante tra calciatori: “Sono più attratti dal fantacalcio”

Luciano Spalletti è intervenuto ad Atreju, la festa di Fratelli d’Italia. Dal palco di Roma il Ct della nazionale italiana ha sottolineato il senso d’appartenenza alla maglia azzurra: “Oggi sono più attratti dal fantacalcio”.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il Ct dell'Italia Luciano Spalletti è stato ospite di Atreju, la festa di Fratelli d'Italia. Dal palco di Roma il Ct della nazionale italiana ha affrontato diversi argomenti, tra questi anche il suo ruolo attuale in sella alla panchina dell'Italia, argomento principale in questa giornata. Oltre ad essere commissario tecnico della selezione azzurra, Spalletti ribadisce l'importanza di dover essere dapprima educatori in questo preciso momento storico. Veder rotolare un pallone sul rettangolo verde e indossare la gloriosa maglia azzurra a quanto pare non basta e di questo Spalletti ne è consapevole.

Ha una missione importante. "Facciamo parte di una nazionale e dobbiamo evidenziare dei valori e far vedere che teniamo a questa maglia che è un dono che ci viene dato” spiega Spalletti che sta cercando di capire quali siano i reali problemi dilaganti nei giovani calciatori. L'ex allenatore del Napoli affronta un punto ben preciso della questione sottolineando come il suo impegno sia anche quello di far capire ai giocatori l'importanza della maglia che indossano cercando di staccarsi da altro: "C'è l'insidia del mondo virtuale".

"Bisogna sentirsi parte di un popolo e di una nazione – ha sottolineato Spalletti – La cosa fondamentale è dare un senso alla propria vita e quello dell'impegno deve essere un motivo costante e continuo dentro lo sport e dentro la famiglia". Spalletti sottolinea l'importanza di dover portare all'interno del rettangolo verde tutta la passione di un intero Paese: "Dobbiamo portare il pensiero di tutti gli italiani e sapere dove siamo e per chi lo facciamo per cui è un dono che ci viene dato quello della maglia, dobbiamo saperla indossare bene e avere tutte quelle qualità per chi viene chiamato a indossarla".

Ma come fare per coinvolgere i giocatori fino a questo punto: "Bisogna avere un dialogo – sottolinea Spalletti – I ragazzi hanno bisogno qualcuno che gli dica delle cose, di organizzargli delle situazioni che ancora non riconoscono nel bel mezzo di questa insidia del mondo virtuale preferita al mondo corporeo, fatto di tocchi e di abbracci veri – evidenzia Spalletti con forza – Ci sono alcuni calciatori a cui piacciono più altre cose che non il calcio giocato come ad esempio gli piace più il fantacalcio e quindi bisogna fargli accorgere delle differenze".

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