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Luis Enrique sul calcio a porte chiuse: “Più triste che ballare con tua sorella”

Il ct della Spagna Luis Enrique ha parlato del nuovo calcio, quello che non può prescindere dall’assenza dei tifosi sugli spalti. Una prospettiva che non convince l’ex tecnico di Roma e Barcellona che ha dichiarato: “Giocare a porte chiuse è più triste di ballare con tua sorella. È molto brutto, ho visto il calcio tedesco ed è avvilente”
A cura di Marco Beltrami
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Dopo la Bundesliga, anche la Liga come Serie A e Premier, lavora per il ritorno in campo. In attesa delle decisioni ufficiali e di conoscere le date per il nuovo fischio d'inizio, l'unica certezza è che si tornerà a giocare a porte chiuse. Una situazione obbligatoria, ma che non piace al ct della Spagna Luis Enrique. L'ex tecnico della Roma, non ha usato mezzi termini per definire le nuove modalità per la ripresa del calcio: "Giocare a porte chiuse è più triste di ballare con tua sorella".

Luis Enrique sul nuovo calcio a porte chiuse: "Più triste di ballare con tua sorella"

Per tornare a giocare a calcio, al momento è obbligatorio chiudere le porte degli stadi ai tifosi, garantendo all'interno degli stessi la presenza di un numero di addetti ai lavori minimo indispensabile. Il ct della Spagna Luis Enrique, in maniera schietta come sempre ha commentato così la ripartenza del calcio a porte chiuse per ridurre al minimo il rischio di nuovi contagi: "Giocare a porte chiuse è più triste di ballare con tua sorella. È molto brutto, ho visto il calcio tedesco ed è avvilente. Puoi sentire gli insulti e perdere l'intimità dei grandi momenti".

La Liga potrebbe ripartire a metà giugno

Non si può fare diversamente però per ripartire. Luis Enrique infatti è consapevole di quanto sia fondamentale ripartire: "Ma è chiaro che questo è un business globale che genera un sacco di soldi e anche se lo spettacolo è molto diverso da quando si gioca col pubblico, può aiutarci a passare il tempo e a superare questa situazione". E in Spagna sono giorni decisivi per il destino del campionato che nei piani del vertici del calcio dovrebbe ripartire a metà giugno come la Serie A. Anche in terra iberica bisognerà limare gli ultimi dettagli sul protocollo (per ora i calciatori si allenano in gruppetti di massimo 10 persone alla volta), tenendo d'occhio anche la curva dei contagi.

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