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L’Alcione Milano come modello di sport e inclusione: dalla storica promozione in C al sogno di uno stadio

Dalla storica promozione in Serie C al sogno di un nuovo stadio, l’Alcione Milano si sta affermando come modello di sport e inclusione tra i professionisti e il suo modello è un vero proprio caso di studio per tutto il movimento.
A cura di Vito Lamorte
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Una formazione dell’Alcione Milano scesa in campo nella stagione 2025–2026.
Una formazione dell’Alcione Milano scesa in campo nella stagione 2025–2026.

Da via Olivieri, dietro al Parco delle Cave, fino alla ribalta della Serie C. L'Alcione Milano non è solo una squadra di calcio, ma una storia di ambizione, legame con il territorio e impegno sociale che ha conquistato un'intera città. La storica promozione ottenuta nella stagione 2023-2024 ha spalancato le porte del professionismo, ma il club Orange non ha mai dimenticato le sue radici, mantenendo salda la propria identità.

L’inizio della seconda stagione tra i pro è qualcosa che nessuno si immaginava, visto che la squadra naviga al quarto porto del girone A di Serie C, ma il club del presidente Gallazzi si sta facendo conoscere non solo per quello che fa in campo.

L’esultanza dell’Alcione dopo un gol in questa stagione.
L’esultanza dell’Alcione dopo un gol in questa stagione.

Alcione, una storia milanese

Fondata nel 1952, l'Alcione è cresciuta nel tessuto sportivo milanese, diventando un punto di riferimento tra i dilettanti. Nomi illustri, come quello di Ernesto Pellegrini, ex presidente dell'Inter, e Carlo Tognoli, ex sindaco di Milano, hanno segnato il cammino della società, contribuendo a plasmare una cultura basata su valori etici e sportivi. La crescita costante ha permesso al club di costruirsi una reputazione di eccellenza, culminata con l'approdo nel calcio che conta, un risultato atteso e meritato dopo anni di impegno e dedizione.

Il progetto dello stadio e il legame sociale con la città

L'ascesa nel professionismo ha portato con sé anche la sfida logistica legata allo stadio. Costretta a migrare temporaneamente, l'Alcione non ha mai nascosto il desiderio di giocare nell’hinterland milanese. L'obiettivo è quello di costruire un proprio impianto, un progetto che non solo fornirebbe una casa alla squadra, ma rafforzerebbe ulteriormente il suo legame con il territorio e con i tifosi. Intanto, ha saputo mantenere vivo il rapporto con i milanesi, dimostrando che anche senza la maestosità di San Siro, una squadra può rappresentare con orgoglio la propria città.

Il Direttore Generale, Giacomo Gagliani, ha analizzato la gestione e i progetti societari raccontando anche le iniziative sociali ed educative dell'Alcione Milano. La realtà del club è in forte espansione a Milano e distingue per un approccio che bilancia ambizioni sportive con un profondo impegno sociale e per la comunità. A Fanpage.it il dg ha raccontato come le priorità strategiche fanno capo ad una implementazione delle strutture, con “lo stadio che è fondamentale per creare identità e senso di appartenenza, fornendo una ‘casa’ alla società e ai suoi tifosi. È in corso un iter burocratico con il Comune di Settimo Milanese per la costruzione di uno stadio e l’obiettivo è dotare la società di un'infrastruttura all'avanguardia per attrarre ancora di più professionisti (dirigenti e calciatori) e aumentare il prestigio del club”.

Puntando sulla visibilità di Milano e il fatto di essere la terza squadra professionistica della città, l’Alcione vuole aumentare l'attenzione su di sé sia a livello di professionalizzazione del personale, un percorso già avviato per rendere tutte le figure professionali sempre più qualificate; che per la trasmissione di valori fondamentali come lealtà e rispetto che sono alla base sia per la prima squadra che per il settore giovanile, in campo e fuori. Inoltre, spiega Gagliani, il presidente Gallazzi punta molto sul motto ‘Brotherhood’, “un valore chiave che mira a creare un ambiente familiare e inclusivo per tutti i 400 tesserati, considerati parte di una grande famiglia”.

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Il modello Alcione: formazione e ambizione sportiva

Il segreto del successo dell'Alcione risiede nel suo settore giovanile, un vivaio considerato tra i migliori d'Italia. Il club investe nella formazione dei giovani atleti, non limitandosi all'aspetto tecnico, ma offrendo un percorso di crescita personale che tiene conto anche del rendimento scolastico. Questa filosofia, unita a un progetto sportivo chiaro e ambizioso, punta a portare il club sempre più in alto e l’idra è quella di consolidare passo dopo passo la propria realtà.

Il direttore sportivo Matteo Mavilla a Fanpage.it si è detto “soddisfatto dell'inizio di stagione ma oltre ai buoni risultati sono le ottime prestazioni che ci danno soddisfazione. Il campionato è equilibrato e bisogna curare tutti i dettagli a seconda dell’avversario che si incrocia, ma la partenza è molto positiva”.

In merito al progetto tecnico e alla selezione dei calciatori, il ds ha evidenziato che la “strategia si basa sulla scelta di calciatori funzionali all'idea di gioco e allo stile dell'allenatore. La società stabilisce gli obiettivi, poi si sceglie l'allenatore e successivamente vengono selezionati i giocatori più adatti. È fondamentale l'armonia e il rispetto dei ruoli, condividendo la stessa visione del calcio, per arrivare agli obiettivi prefissati”.

Il pubblico dello stadio Breda di Sesto San Giovanni, l’attuale casa dell’Alcione Milano.
Il pubblico dello stadio Breda di Sesto San Giovanni, l’attuale casa dell’Alcione Milano.

Un tema molto importante per l’Alcione è il settore giovanile, perché il club ha una forte tradizione e numerosi ragazzi del vivaio vengono regolarmente aggregati e fatti allenare con la prima squadra. Sempre il direttore Mavilla ha affermato che “esiste un contatto costante e una stretta collaborazione tra la prima squadra e la Primavera, che permette di individuare e valorizzare i talenti (tecnici, fisici e comportamentali). Questo percorso concreto di valorizzazione motiva i giovani e rende l'Alcione attrattivo per i ragazzi della zona di Milano, offrendo una reale possibilità di arrivare in prima squadra e li fa sperare di poter aver un percorso nel professionismo”.

Il calcio come strumento di inclusione

Ciò che rende l'Alcione un modello da seguire non è solo il successo sportivo, ma il profondo impegno sociale. Il club ha infatti sviluppato diversi progetti inclusivi che utilizzano lo sport come veicolo di aggregazione e solidarietà. La società meneghina considera lo sport un potente mezzo di aggregazione e inclusione, sviluppando vari progetti con particolare attenzione alle fragilità sociali e alla crescita integrale degli atleti.

  • Sport e Studio (in collaborazione con Intesa Sanpaolo): offre supporto gratuito con un tutor settimanale per gli atleti del settore giovanile.Permette ai ragazzi di conciliare gli impegni sportivi professionistici (allenamenti pomeridiani) con lo studio, garantendo un alto rendimento scolastico.L'obiettivo è formare atleti di alto livello con una solida base educativa, poiché non tutti diventeranno professionisti, preparando così al mondo del lavoro.
  • Team Asperger (in collaborazione con l'associazione "Un Futuro per l'Asperger"): coinvolge ragazzi neurodivergenti in piccole mansioni lavorative durante le partite della prima squadra (es. gestione merchandising, accesso hospitality).Fornisce esperienza lavorativa e un contatto con il mondo esterno, fondamentale per la loro integrazione.
  • Orange of the Month e Borse di Studio (in collaborazione con Intesa Sanpaolo): ogni mese viene premiato un ragazzo del settore giovanile ("Orange of the Month") non solo per la prestazione sportiva, ma anche per il comportamento in campo e il rendimento scolastico. A fine anno, tre borse di studio vengono assegnate a ragazzi dell'Under 15 in su per un campus di tre settimane in Inghilterra (studio dell'inglese e calcio di alto livello).

Ultimo, ma solo in ordine di nascita, è Alcione 4 Special: il club in collaborazione con la Onlus "Fraternità e Amicizia", ha creato una squadra dedicata a persone con disabilità intellettive e relazionali. Di questo progetto ha parlato a Fanpage.it la promotrice Serena Bortolini: “L’obiettivo è creare un percorso calcistico per ragazzi con fragilità neurocognitive, permettendo loro di partecipare a un campionato federale e trasformandoli da ‘fragili' a ‘protagonisti'. Questa iniziativa nasce da precedenti collaborazioni dell'Alcione con una fondazione per l'Asperger, dove l'entusiasmo di questi ragazzi per il calcio è stato fonte d'ispirazione. Alla base c'è la profonda convinzione che lo sport abbia un valore sociale inestimabile e insegna il sacrificio, la lealtà, il rispetto, l'uguaglianza e l’inclusione. Questa visione si allinea con la storia dell'Alcione, che ha già portato squadre giovanili dilettantistiche a livelli professionistici, dimostrando la sua capacità di abbattere le barriere”.

La prima uscita di Alcione 4 Special.
La prima uscita di Alcione 4 Special.

Il successo delle iniziative sociali e sportive non si misura solo con parametri oggettivi, ma attraverso la gratitudine e la felicità delle famiglie e di questo si mostra particolarmente soddisfatto il direttore generale Gagliani: “L’Alcione è particolarmente orgogliosa della sua peculiarità di essere una squadra cresciuta dal settore giovanile fino al professionismo, coltivando i propri ragazzi in casa anziché acquistarli e trasmettendo determinati valori fin dalla più tenera età. Attualmente, sei ragazzi del settore giovanile giocano nella prima squadra e questo per noi è motivo di grande orgoglio”.

L'Alcione Milano dimostra che si può fare calcio di alto livello senza perdere i valori umani. È una squadra che cresce, ma che rimane fedele alle sue origini, un esempio di come lo sport possa essere un potente strumento di inclusione e di sviluppo sociale per la comunità.

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