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Superlega europea di calcio

La Superlega ha cambiato idea: “Sarà un torneo aperto con 60-80 squadre”. Come funzionerà

La Superlega ha deciso di cambiare idea è ha annunciato come sarà strutturato il nuovo format della competizione. Sarà un torneo aperto a 60-80 squadre con un minimo di 14 partite garantire per ognuna.
A cura di Fabrizio Rinelli
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La Superlega è viva e va avanti spedita presentando il suo nuovo progetto pronto a rivoluzionare il calcio europeo. Ad annunciare le novità relative all'idea di base su cui dovrebbe fondarsi la nuova competizione continentale riservata ai club e pronta a sfidare la Uefa, è stata la A22 Sports Management. La società europea per lo sviluppo commerciale dello sport, ha reso noti ufficialmente i risultati preliminari emersi dal dialogo con gli stakeholder di tutta Europa con cui si è dialogato sul futuro del calcio per i club. L'amministratore delegato, Bernd Reichart, ha annunciato di essersi confrontato con quasi 50 club europei condividendo l'idea di base di allargare la competizione a circa 60-80 squadre.

Un'autentica rivoluzione della Superlega che però deve ancora attendere le ultime tappe della vicenda giudiziaria a seguito sentenza del Tribunale di Madrid. Fifa e Uefa infatti non possono giustificare il loro comportamento anticoncorrenziale come se fossero gli unici depositari di certi valori europei, e proprio per questo non possono ostacolare l'iniziativa di quella che aspira ad essere la sua concorrente: la Superlega. Ecco perché Reichart, in attesa della sentenza di marzo, aveva iniziato ad avviare un dialogo continuo con i club da ottobre sul futuro del calcio europeo. Motivo per cui la A22 Sports ha emesso un nuovo programma con 10 punti che dovrebbero definire una nuova futura competizione europea.

L'idea di base è dunque quella di aprire la competizione a tantissimi club e non di circoscriverla solo ad alcune società di nicchia. "Il campionato di calcio europeo dovrebbe essere una competizione aperta e multidivisionale con 60-80 squadre, consentendo una distribuzione sostenibile dei ricavi attraverso la piramide – si legge dal principio 1 annunciato in queste ore – La partecipazione dovrebbe essere basata sul merito sportivo annuale e la qualificazione aperta basata sulle prestazioni nazionali garantirebbe ai club emergenti l'accesso alla competizione mantenendo al contempo dinamiche competitive a livello nazionale". Insomma, da questo punto di vista è un po' come funziona attualmente per l'accesso a Champions, Europa League e Conference. Bisognerà capire solo in che modo farlo coesistere con queste altre tre competizioni Uefa.

La differenza sostanziale però è proprio la partecipazione totale dei club alla struttura di questa nuova competizione. "La stabilità e la prevedibilità dei ricavi sarebbero notevolmente migliorate offrendo ai club un minimo di 14 partite europee garantite ogni stagione". Nel principio 2 si evidenzia dunque proprio questa ulteriore novità con la sicurezza che la competizione, anche per accrescere i ricavi, garantirebbe comunque 14 partite per ogni squadra. "Il numero di giorni di partite delle competizioni europee per club non dovrebbe essere aumentato oltre a quelli previsti dai calendari delle competizioni attualmente pianificati – si specifica sottolineando come sicuramente non si dovrebbe andare oltre i canonici tre giorni previsti dal martedì al giovedì – È importante sottolineare che i club e i giocatori europei non dovrebbero essere obbligati a partecipare a tornei ampliati o nuovi imposti da terzi".

Insomma, l'ingresso della Superlega sicuramente rivoluzionerebbe il calendario ma nel decalogo del nuovo progetto c'è molta prudenza da questo punto di vista. Viene messa al primo posto la salute dei giocatori e vengono evidenziati gli altri benefici riservati ai club specie in questo periodo di forti difficoltà economica riscontrati dalla società, specie sul mercato, dove domina completamente la Premier League. La Superlega è quindi un ancora di salvataggio in soccorso dei club e nel principio 5 si specifica anche questo:

"Le competizioni europee per club dovrebbero essere governate dai club così come lo sono a livello nazionale, non da terze parti che ne traggono vantaggio senza correre alcun rischio – si legge – Per migliorare la sostenibilità, la spesa dovrebbe basarsi solo sulle risorse generate, non su iniezioni di capitale che distorcono la concorrenza". L'idea di base è dunque quella di creare l'evento sportivo più emozionante del mondo che possa garantire ai tifosi le migliori partite e la migliore esperienza.

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