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Il regolamento “fai da te” in Coppa d’Africa, l’arbitro va in confusione e sbaglia tutto

Gli errori commessi dal direttore di gara in Congo-Benin sono clamorosi: fa un gesto anomalo per il protocollo VAR poi compie un pasticcio in occasione del “finto” infortunio di Moutoussamy.
A cura di Maurizio De Santis
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Durante la partita di Coppa d'Africa tra Repubblica Democratica del Congo e Benin è successo di tutto, a cominciare dall'episodio più clamoroso: ovvero l'impossibilità di effettuare la revisione a bordo campo perché il VAR non funziona per un sospetto tocco di mano in piena area di rigore. Ma è niente rispetto alla confusione che s'è generata per la gestione della situazione e l'interpretazione del protocollo da parte dell'arbitro. O, addirittura, per il suggerimento sbagliato che, a un certo punto dell'incontro, il direttore di gara ha dato a un calciatore per evitargli il secondo cartellino giallo. Abongile Tom è il fischietto che ha applicato una sorta di regolamento fai da te, divenendo virale anche per una mimica fuori dal comune che ha spiazzato perfino i suoi assistenti.

Lo strano gesto del direttore di gara per il VAR

È il 73° quando il fischietto solleva la perplessità di calciatori, staff e ufficiali di gara. Perché? Compie un gesto anomalo: lo fa per segnalare che il VAR è tornato in funzione e non deve più procedere a occhio, come invece è stato costretto a fare per larga parte del match. Nessuno si era accorto che il sistema di supporto tecnologico era in avaria, almeno fino a quando non si è reso necessario in occasione della deviazione maldestra di Mbemba. Le immagini mostrate attraverso il replay in tv hanno mostrato tutto, purtroppo mancavano quelle determinanti della cabina di regia VAR e l'arbitro ha lasciato proseguire.

Quando tutto è tornato a posto, e del VAR c'è stato ancora una volta bisogno, Abongile Tom ha scelto un modo molto originale (diciamo così…) per fare sapere che si poteva procedere normalmente: ha mimato il gesto che in genere accompagna una on-field-review e ha chiuso mostrando due pollici verso l'alto, rassicurando i collaboratori che la decisione era stata confermata. Poi s'è voltato e ha fatto un cenno d'intesa. Cosa era successo? Aveva fischiato un fuorigioco netto di Bakambu, attaccante del Congo. Il check s'è rivelato abbastanza complesso e più lungo del previsto.

L'errore clamoroso commesso su Moutoussamy, fermo per crampi

Il centrocampista della Repubblica Democratica del Congo, Moutoussamy, ha lasciato il campo in barella contro il Benin, ma è rientrato poco dopo. Secondo la versione dei fatti raccontata dallo stesso calciatore: è stato messo in barella per la segnalazione dell'arbitro Tom Abongile. E quel "suggerimento" era completamente errato. Il fatto è successo al 77°, pochi minuti dopo quella mimica poco ortodossa.

"Ho detto all'arbitro che avevo solo un crampo al polpaccio – ha ammesso il calciatore a fine incontro -, volevo bere un po' d'acqua e poi tornare a giocare. Non avevo affatto bisogno di una barella, ma lui mi ha detto: devi sdraiarti sulla barella o ti verrà dato un cartellino giallo".

Moutoussamy aveva già ricevuto un cartellino giallo al 20° e ha capito che era meglio obbedire per evitare il rosso. Gli è andata bene perché, anche in questo caso, il direttore di gara ha interpretato male il regolamento: non doveva avvertire il giocatore ma agire. L'articolo 5.3 del Codice IFAB recita: "Un giocatore sarà ammonito per condotta antisportiva se non abbandona il campo dopo aver ricevuto cure mediche (camminando o in barella) dopo che l'arbitro ha dato il permesso all'équipe medica di assisterlo".

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