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De Laurentiis svela il mercato del Napoli: “Tratto Bernardeschi, Koulibaly e Mertens decidano”

De Laurentiis ha presentato in conferenza stampa il prossimo ritiro estivo del Napoli e si è soffermato anche su altri temi, tra mercato e un bilancio degli ultimi tre anni.
A cura di Vito Lamorte
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Il Napoli, come tutte le altre società di Serie A, sta già programmando la stagione 2022-2023. Gli azzurri hanno ritrovato la qualificazione in Champions League e riconfermato Luciano Spalletti alla guida del nuovo progetto tecnico dopo un annata che ha fatto sognare lo Scudetto fino a primavera e nel rush finale sono usciti alcuni dei limiti che la rosa aveva già mostrato in passato. Proprio il tecnico di Certaldo ha ammesso, in una delle ultime conferenze stampa, che "per il prossimo anno serviranno giocatori forti e ambiente più pulito" quindi è molto probabile che ci saranno grandi cambiamenti in casa napoletana.

Proprio del prossimo futuro ha parlato Aurelio De Laurentiis in conferenza stampa, dove ha presentato il prossimo ritiro estivo (Castel di Sangro dal 23 luglio al 6 agosto) e si è soffermato anche su altre dinamiche di mercato che da qualche giorno stanno infiammando la piazza.

Il presidente del Napoli ha affrontato il tema dei rinnovi di Kalidou Koulibaly e Dries Mertens, che sono due dei calciatori più amati dai tifosi ma che hanno il contratto in scadenza: "Sono due grandi calciatori, gli voglio bene e li rispetto, ma dipenderà da loro: se vogliono pensare alla vil moneta o sceglieranno Napoli, che è un privilegio. Molto spesso si pensa ai sentimenti e non alla ragione. Ci sono interessi dei calciatori, degli agenti, delle famiglie, molto spesso non è la società a gestirli, a meno che non voglia dissanguarsi. Ma non è il momento per dissanguarsi. Il Milan ha vinto lo scudetto con 40 milioni di ingaggi in meno rispetto a noi". Il messaggio di DeLa è stato chiaro.

A chi lo attacca e lo accusa di ‘ridimensionamento' ad ogni sessione di mercato il presidente azzurro ha risposto tracciando un bilancio degli ultimi tre anni: "Non è un problema di ridimensionamento, ma di portare sul binario giusto delle cose che sono accadute all’interno della società in questi ultimi tre anni. Di accanimenti contrari e devastanti ne abbiamo subiti parecchi. Non fa piacere a Napoli quando uno porta il signor Ancelotti che viene per la stima che ha di me e si siede e accetta la metà di uno stipendio pur di venire a Napoli, dimostra di amare Napoli e non viene considerato dai tifosi. Non è corretto fischiare un secondo posto contro una Juventus che ha dimostrato parecchie volte di avere dei favoritismi che l’hanno incoronata. Visto che io appartengo al genere delle persone perbene, questa condizione non l’abbandonerò mai. Devo rimanere limpido, non me ne può fregare di meno. Quando vado a letto la notte non dovrò mai pentirmi se ho mandato qualcuno a fanculo. Più di tre volte al giorno non possiamo mangiare”.

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DeLa ha parlato della gestione del calcio italiano e del modo in cui viene gestito, con accuse pesantissime anche alla classe arbitrale: “Io ho vinto una settantina di biglietti d’oro al cinema, ma non mi sono mai posto il problema di battere cinquecento film. A volte ho vinto, a volte sono arrivato secondo, altre terzo. Nel cinema guida lo spettatore. Nel calcio mi sono imbattuto in regole e regolamenti anche inquinati, in cui ho dovuto fare a cazzotti con un sistema che a noi non piace. Non conduco il gioco sul campo perché ci sono giocatori, allenatore e staff. Bisogna inserire il tutto in un contesto più generale, nel contesto del calcio. Molto spesso le istituzioni non hanno rispetto per i tifosi. I campionati nazionali sono la prima scelta per i tifosi, ma si dice che bisogna far giocare i nazionali e non ci sono i tempi giusti. Ogni anno il circo riparte senza aver fatto un consultivo su cosa ha funzionato e cosa no. Abbiamo avuto una classe arbitrale che per tanti anni ha fatto quello che ha fatto, poi c’è stato Calciopoli. Per avere il Var ci siamo dovuti battere come dei pazzi. L’Italia è stata la prima ad utilizzarlo, male, perché comunque la casta va rispettata. Non si dà all’allenatore la possibilità di chiamare il Var. Anche il sistema di gioco condiziona la spettacolarità. Tutti questi condizionamenti che io trovo brutalmente limitanti fanno sì che o imbrogli, e allora vinci per un tot numero di anno, o competi e allora puoi anche perdere. Nella vita si perde, si vince e si pareggia”.

In merito al mercato in entrata e ai diversi nomi accostati al club azzurro, il numero uno del Napoli ha fatto subito chiarezza sui nomi di Bernardeschi, Cavani e Vecino: "Io ho trattato personalmente Bernardeschi, ho parlato con il suo agente a Montecarlo ma ho parlato anche con Spalletti che deve gestire i calciatori. Se vogliamo fare fantacalcio va bene chiunque, ma poi in campo no. Vediamo come si concretizzeranno le cose. Vecino e Cavani non li ho mai trattati". 

De Laurentiis ha confessato di essere a lavoro con alcuni colleghi per la pausa forzata in vista del Mondiale in Qatar ma non sarà semplice organizzare qualcosa: "Da un mese studiamo con gli altri presidenti di A cosa fare a novembre. Potremmo unire le forze con altre squadre di Serie A o rivolgerci a club di Serie B o C. Gli italiani che resteranno saranno comunque pochi, è improbabile un mini torneo tra i club del campionato".

Infine il patron della società partenopea si è soffermato anche sulle situazioni che riguardano David Ospina, che va in scadenza a fine giugno, e Fabian Ruiz, che ha un contratto con il Napoli fino a giugno 2023: "David (Ospina, ndr) ha il contratto in scadenza, lui è partito e non ci ha dato una risposta. Fabian l’ho incontrato, abbiamo fatto una proposta ai procuratori e hanno risposto che ci faranno sapere in due settimane. Le due settimane non sono ancora passate. Qui nessuno vuol mandare via i calciatori, ma nemmeno vogliamo fare follie".

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