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Coronavirus, l’ex medico azzurro Castellacci: “Fermare il campionato è un’ipotesi”

L’ex medico della Nazionale italiana ha messo in guardia il mondo del calcio: “Bisogna innanzitutto considerare quali sono le nostre priorità in questo momento: di certo, non il calcio, ma tenere sotto controllo il Coronavirus. Se questa epidemia dovesse aumentare a macchia di leopardo, come chiudono gli stadi del nord chiudono gli stadi del sud”.
A cura di Alberto Pucci
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In attesa di comunicazioni ufficiali, che dovrebbero comunque arrivare nelle prossime ore, i tifosi italiani continuano a chiedersi cosa succederà se il Coronavirus non smetterà di mettere in ginocchio alcune regioni del nostro paese. Dopo la decisione di rinviare a data da destinarsi alcune partite del campionato di Serie A, e di fermare anche altri sport nelle regioni colpite dai focolai, l'Ansa ha così chiesto a Raffaele Castellacci se queste misure drastiche possono essere davvero utili a circoscrivere la diffusione del virus.

"Il problema è abbastanza complesso – ha spiegato l'ex medico della Nazionale azzurra – Bisogna innanzitutto considerare quali sono le nostre priorità in questo momento: di certo, non il calcio, ma tenere sotto controllo il Coronavirus. Se questa epidemia dovesse aumentare a macchia di leopardo, come chiudono gli stadi del nord chiudono gli stadi del sud. E' un'ipotesi plausibile, non certo un mio suggerimento, la sospensione di un campionato".

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L'ipotesi di uno stop del campionato

Il medico che accompagnò la Nazionale di Marcello Lippi nell'indimenticata spedizione azzurra ai Mondiali del 2006, non è convinto neanche dell'eventuale decisione di svolgere le partite senza i tifosi sugli spalti: "Anche giocare a porte chiuse, per due o tre partite, va bene, ma ricordiamoci che, quando si spostano le squadre, si spostano comitive di 30-40 persone. Può avere un senso giocare a porte chiuse se questa forma influenzale resta limitata a dov'è adesso, ma credo ci sarà uno sviluppo e altre regioni verranno interessate. Fermare il campionato non è un'eresia".

Di fronte alle domande dei tifosi italiani, tra queste anche quelle legate al recupero delle gare sospese, Castellacci ha infine chiesto massima concentrazione su quella che è la cosa più importante in questo momento per il nostro paese: "Siccome tutti parlano dei recuperi, degli ingorghi delle partite, in questo momento la priorità in Italia non è il calcio – ha concluso l'ex medico azzurro – La priorità è un'altra. Le cose che possono sembrare fantascientifiche diventano realtà".

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