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Brasile, il ministro Damares Alves attacca Robinho: “Deve andare subito in prigione”

Il ministro brasiliano dei diritti umani, della famiglia e delle donne, ha usato parole molto dure nei confronti di Robinho: condannato a 9 anni di carcere per un presunto stupro avvenuto a Milano nel 2013. “Leggere le trascrizioni di ciò che è accaduto mi ha provocato nausea e voglia di vomitare. Parliamo di un crimine, l’aggressore non merita alcuna considerazione e deve scontare la sua pena”.
A cura di Alberto Pucci
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Tra gli argomenti più discussi nelle ultime ore in Brasile c'è senza dubbio il caso Robinho. L'ex attaccante del Milan, che aveva appena firmato un contratto con il Santos, è stato infatti condannato in primo grado a 9 anni di carcere perché ritenuto colpevole di un presunto stupro avvenuto nel 2013 a Milano: un episodio che ha ovviamente scioccato il mondo del calcio e costretto il club di San Paolo a rescindere il contratto con il giocatore.

A dare il suo parere sulla vicenda, nelle ultime ore è ‘sceso in campo' anche Damares Alves: "Altro che tornare a giocare a calcio, Robinho deve andare in prigione subito – ha dichiarato il ministro brasiliano dei diritti umani, della famiglia e delle donne – Non ho altre parole da aggiungere. So che c’è ancora un appello, ma adesso c’è anche un audio. Di cosa abbiamo bisogno ancora? Prigione. Nessuno stupratore può essere applaudito".

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Lo sdegno del ministro brasiliano

Ad inchiodare Robinho, che rischia anche l'estradizione dal suo paese, è infatti un'intercettazione telefonica, resa pubblica dal canale brasiliano Globo Esporte, nella quale il trentaseienne verdeoro ha così commentato con alcuni amici l'incontro con la donna avvenuto in una discoteca del capoluogo lombardo: "Sto ridendo perché non mi interessa. Era completamente ubriaca e non sa nemmeno cosa sia successo".

"So che c’è ancora un appello, ma penso che sia tutto molto chiaro – ha aggiunto Damares Alves – Leggere le trascrizioni di ciò che è avvenuto mi ha provocato nausea e voglia di vomitare. È stato molto brutto aver letto quello che ho letto, soprattutto per un calciatore come lui. Parliamo di un crimine e l’aggressore non merita alcuna considerazione. Non dobbiamo fare alcuna concessione solo perché è un giocatore. Deve scontare la sua pena, lì o qui, immediatamente".

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