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Balotelli sa chi lo ha fatto fuori dall’Italia: “Non è stata una scelta di Mancini”. Ha una teoria

Mario Balotelli sa di chi è la colpa per la sua assenza di 5 anni dalla Nazionale, ma non molla e si candida ancora per la maglia dell’Italia col nuovo Ct Spalletti: “A livello di qualità non c’è uno come me. So che nessuno può fare la differenza più di me, anche entrando nell’ultimo quarto d’ora”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Mario Balotelli sta provando a realizzare a 33 anni l'ennesima ripartenza della sua carriera, dopo essere tornato a giocare in quell'Adana Demirspor dove aveva fatto benissimo due stagioni fa, segnando ben 19 gol in 33 presenze. Dopo una stagione che definire fallimentare è dire poco – in Svizzera al Sion, poi retrocesso tra mille polemiche che lo hanno investito in prima persona – l'attaccante bresciano ha fatto dunque ritorno in Turchia, in un ambiente a lui familiare e che evidentemente riesce a tirare fuori il meglio da lui.

Balotelli ha finora giocato due partite con l'Adana, entrambe vinte dalla formazione allenata da Patrick Kluivert, mettendo a segno una doppietta nella prima delle due gare, un 4-0 sull'Alanyaspor. La squadra è adesso terza in classifica nella Super Lig, dietro Fenerbahce e Galatasaray: "L'Adana non è in Europa perché sono arrivato dopo lo spareggio, altrimenti ora giocheremmo in Europa", dice orgogliosamente Super Mario a TvPlay, riferendosi al playoff di Conference League perso ad agosto contro il Genk. "Il Sion è la società più disastrosa che io abbia mai visto – sentenzia invece riguardo alla precedente disastrosa esperienza – Il presidente è una persona instabile. Per questo, chi va lì finisce la carriera".

Mario Balotelli è tornato all'Adana Demirspor dopo un anno
Mario Balotelli è tornato all'Adana Demirspor dopo un anno

Il capitolo più rilevante delle dichiarazioni di Balotelli è dedicato all'Italia, una ferita sempre aperta per il giocatore nato a Palermo: "Ci sono stati momenti in cui ho odiato alcune persone che lavoravano nella Nazionale. A dire il vero, non guardo le partite dell'Italia, sto troppo male perché vorrei giocarle io. A Mancini è vero che devo tanto, e penso che anche lui debba tanto a me, ma la sofferenza più grande è stata Italia-Macedonia (il playoff che ci ha escluso dagli ultimi Mondiali, ndr). Non l'ho vista perché mi faceva male, ho acceso quando aveva segnato la Macedonia, perché non potevo crederci. Non penso di aver recuperato ancora da questo dispiacere. Con la Nazionale divento un altro giocatore".

Balotelli, il cui ruolino in maglia azzurra recita 14 gol e 5 assist in 36 presenze, ha giocato la sua ultima partita con l'Italia oltre 5 anni fa, il 7 settembre del 2018: 62 minuti in un pareggio per 1-1 con la Polonia in Nations League. Da allora solo una convocazione da parte di Mancini in uno stage a gennaio dello scorso anno, ma poi fu lasciato a casa per il playoff di marzo contro la Macedonia: "Mi sono preso la responsabilità del fatto che la Nazionale non sia andata ai Mondiali anche senza andarci, e solo perché alcuni senatori non hanno avuto il coraggio di metterci la faccia. Dopo i giorni dello stage avevo parlato con Mancini, e mi dissero che era quasi sicura la mia convocazione. Dopo non avermi convocato, non hanno risposto più al telefono, e non mi hanno mai spiegato perché".

Balotelli durante lo stage dell'Italia nel gennaio 2022
Balotelli durante lo stage dell'Italia nel gennaio 2022

L'attaccante ex Inter e Milan è sicuro che la sua esclusione non sia farina del sacco di Mancini: "Lui mi ha sempre voluto bene, ma quando entri da allenatore della Nazionale si fa quasi fatica a scegliere, perché magari alcuni giocatori non vogliono Balotelli. La non convocazione non è stata una scelta sua, sono sicuro al 100%. Qualcuno nei piani alti, o nella stessa Nazionale, non mi voleva più, ma non Mancini".

A 33 anni Balotelli tuttavia non molla e si candida ancora per la maglia dell'Italia col nuovo Ct Spalletti: "A livello di qualità non c'è uno come me, io non mollerò mai per la Nazionale. Dopo la Macedonia avevo detto di non volerci andare più, ma era un momento di tristezza. Poi, ragionandoci bene, so che in realtà non chiuderei mai la porta.  Se dovessi giocare con la Nazionale, andrebbe bene anche non essere titolare, ma so che nessuno può fare la differenza più di me, anche entrando nell'ultimo quarto d'ora. Spalletti è l'allenatore più idoneo, anche se non ha molto tempo per trasmettere le sue idee alla squadra. A 16 anni potevo andare a giocare con il Ghana, ma ho aspettato di compiere 18 anni per l'azzurro. Quando dicono che parlo ma non faccio fatti, sbagliano assolutamente di grosso. Non ho fatto molti più errori di tanti altri, non capisco come sia arrivata questa brutta etichetta su di me".

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