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Superlega europea di calcio

Agnelli gonfia il petto, macché errori: “Ronaldo e Pirlo li riprenderei domattina”

Andrea Agnelli si difende dalle durissime accuse sull’ormai fallita Superlega e rivendica 5 punti fermi: adesione alla tradizione, dialogo con le istituzioni calcistiche, legalità dell’operazione, reazione alla crisi di appeal del calcio e la volontà di organizzare “la competizione più bella al mondo”. Nessun pentimento per aver portato alla Juve Ronaldo e Pirlo: “Mai”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Momento difficile, difficilissimo per la Juventus – rimasta bruciata dal fallimento del progetto Superlega – e ancor di più per il suo presidente Andrea Agnelli, in prima fila col madridista Florentino Perez nel lavorare alle spalle dell'UEFA per portare a dama il nuovo torneo. Le cose sono andate diversamente da quanto auspicato dal numero uno bianconero ed ora qualche spettro aleggia anche sulla sua poltrona alla Continassa.

Ieri pomeriggio, quando ancora l'operazione Superlega era in piedi, Agnelli aveva concesso una lunga intervista ai direttori di ‘Corriere dello Sport' e ‘Repubblica', ostentando sicurezza assoluta sul "patto di sangue" che era alla base della nuova competizione. Di sangue – metaforico ovviamente – rischia di scorrerne invece parecchio quando nelle stanze del calcio italiano ed europeo ci sarà la resa dei conti su una pagina che non può evidentemente essere chiusa con uno "scusate, rieccoci qua".

Prima di rispondere alle domande di Zazzaroni e Molinari, Agnelli aveva chiesto di poter premettere alcune cose per difendersi dalle accuse durissime delle ore precedenti: "Ritengo che alcuni punti fermi debbano essere chiariti". Elencandone poi cinque.

  • "Uno: nessuna minaccia ai campionati domestici. Anzi, la ferma volontà da parte del gruppo delle dodici società di continuare a partecipare alle competizioni nazionali, sia al campionato, sia alle coppe. Quindi totale adesione a quella che è la tradizione".
  • "Due: fin dalla costituzione della SLCo, la Superlega, si è incoraggiato il dialogo con le istituzioni, nel nostro caso FIFA E UEFA".
  • "Tre: quello che stiamo facendo è perfettamente legale, stiamo esercitando una libertà prevista dal trattato dell’Unione europea, e questo aspetto lo considero particolarmente importante".
  • "Quattro: il calcio sta vivendo una crisi enorme di appeal che investe le nuove generazioni. Hanno inciso gli stadi chiusi da un anno. Per chi ha figli di dieci, quindici, vent’anni la disaffezione è più che palpabile: i giovani si interessano ad altre cose. Evidentemente – e qui entriamo in una sfera macroeconomica – questo triste fenomeno ha subìto un’accelerazione a causa della pandemia".
  • "Quinto, è forse il punto-chiave, quella che stiamo cercando di organizzare è la competizione più bella al mondo".

Nella lunga chiacchierata di ieri, Agnelli ha poi risposto seccamente – e con malcelato orgoglio – alla domanda se si fosse pentito di aver preso Cristiano Ronaldo: "Mai. Lo rifarei domani mattina. Pirlo? Neanche".

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