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La confessione di Dwight Howard: “Ai Lakers ho accettato qualsiasi ruolo, volevo solo vincere”

Dwight Howard si è confessato a Sixers Wire ed è tornato sulla scorsa stagione NBA, quella in cui ha vinto il suo primo titolo in carriera coi Los Angeles Lakers. Il centro ha rivelato: “Ho sacrificato alcune cose che per me, come giocatore, erano fondamentali. Ho accettato qualsiasi ruolo, volevo solo vincere”.
A cura di Vito Lamorte
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"Prima dell’inizio della scorsa stagione coi Los Angeles Lakers, promisi a me stesso che avrei fatto qualsiasi cosa per aiutare la squadra a vincere il titolo NBA. So che c’erano molte persone che non avevano ancora un giudizio positivo su di me… io volevo cambiare quella prospettiva e far vedere il vero me, ogni singolo giorno"Dwight Howard aveva un solo obiettivo per la scorsa stagione: diventare campione NBA. Un titolo che ha inseguito per un'intera carriera e che è riuscito a cogliere grazie ai Los Angeles Lakers, che lo avevano fatti piangere nella stagione 2009 quando vestiva la canotta dei Magic. Proprio con LA il centro nato ad Atlanta è riuscito a vincere l'anello ma sapeva che sarebbe stata una delle ultime chiamate per salire sul trono del basket mondiale.

Nella scorsa offseason, ha accettato un ruolo di rotazione pur di unirsi alla squadra guidata da LeBron James: aveva bisogno di vincere, di sentirsi importante. La vittoria è arrivata e la scommessa ha pagato: il 12 ottobre 2020 con la vittoria a gara 6 delle Finals contro i Miami Heat si è laureato per la prima volta in carriera campione NBA.

Ma Howard ha voltato subito pagina. Ora è un atleta dei Philadelphia 76ers e vorrebbe ripetere la stessa avventura di Los Angeles. Queste sono le parole del cestista statunitense rilasciate a Sixers Wire"Ho sacrificato alcune cose che per me, come giocatore, erano fondamentali, poiché qualsiasi atleta vorrebbe giocare tanti minuti, avere un ruolo di primaria importanza nella squadra o segnare punti e altre cose. Ma per vincere, dovevo essere me stesso. Si può essere d’aiuto in altri modi, non solo segnando 30 punti a notte. Non dovevo essere sempre sul parquet per aiutarli. Sono riuscito a cambiare la mia mentalità per i Lakers… ed è servita molto anche alla squadra".

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