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Joel Embiid mostruoso nella notte: 50 punti in 27 minuti, entra nel libro dei record della NBA

Con una prestazione da gigante contro gli Orlando Magic, il big-man classe ’94 si prende la copertina della nottata NBA e un record mai fatto prima.
A cura di Luca Mazzella
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Nella notte del roboante 49-14-10 (rispettivamente punti, rimbalzi e assist di Nikola Jokic nella vittoria contro i Los Angeles Clippers), sulla sponda Est dell'NBA si è scritta una piccola pagina di storia. E a farlo, è stato proprio il giocatore che contende al lungo serbo dei Nuggets il titolo di miglior centro NBA, ovvero Joel Embiid. Il fenomeno dei Philadelphia 76ers, in uno stato di grazia che da ormai 2 mesi lo accompagna facendolo migliorare a visa d'occhio sera dopo sera e che lo sta spingendo sempre più alto nella classifica per il premio di MVP, ha letteralmente asfaltato i poveri Orlando Magic segnando la bellezza di 50 punti, ai quali ha aggiunto 12 rimbalzi e 3 stoppate tirando 17/23 dal campo, in appena 27 minuti e 3 secondi di gioco. Numeri che gli hanno consentito di entrare direttamente al secondo posto nella classifica delle più veloci prestazioni da 50 punti nella storia NBA: meglio di lui, nel 2018, ha fatto solo Klay Thompson con i 52 punti in 26:33 minuti contro i Chicago Bulls. Per Embiid si tratta dell'undicesima partita delle ultime 12 con almeno 30 punti e, allargando il campione, nelle ultime 20 le medie sono di 31 punti, 10 rimbalzi, 4 assist, 1.2 stoppate e percentuali al tiro del 52% dal campo, 36% da tre, 85% ai liberi, utili per 13 vittorie e 7 sconfitte dei suoi.

Un arsenale offensivo sempre più ricco

Considerando invece anche i rimbalzi catturati, 12, Embiid è diventato il primo giocatore di sempre a collezionare una doppia-doppia da 50 + 10 in 27 minuti di gioco. Minuti nei quali ha portato a scuola ogni difensore di Orlando, alternando come suo solito alle giocate di potenza in post-basso, gli ormai collaudati tiri dal palleggio (pullup jumper) faccia a canestro sia da posizione più interna che da oltre l'arco (in totale 29 punti sono arrivati da conclusioni in post-alto), senza disdegnare super passaggi per i compagni una volta riconosciuto il raddoppio. In questo fondamentale, il centro camerunese sta peraltro migliorando sera dopo sera e non è un caso che gli attuali 4.2 assist di media a partita rappresentino sinora il suo massimo in carriera in NBA. In più la difesa al ferro, altro aspetto del gioco nel quale ha fatto passi da gigante migliorando ulteriormente un già altissimo livello difensivo, è ormai nell'élite della lega, a riprova di un giocatore diventato "MVP" sulle due metà campo.

Obiettivo: costruire attorno a Embiid una contender

Numeri che provano in modo inequivocabile il livello di maturità raggiunto dal gioco del centro di Philadelphia, che nonostante una franchigia attualmente immobile sul mercato in attesa di piazzare il separato in casa Ben Simmons (e con lui il contratto di Tobias Harris per 80 milioni complessivi di stipendi annuali), continua a tenere i suoi oltre la linea di galleggiamento, in attesa di rinforzi che non vanifichino le sue prodezze. Sprecare il prime di Embiid, per una squadra che per anni ha inseguito la stella polare della ricostruzione e dell'accumulo di talento a ogni costo (il famoso "The Process" preceduto da anni e anni di stagioni perdenti per ottenere scelte alte al draft), sarebbe un vero peccato ed è forse per questo che il GM Daryl Morey sta studiando il mercato con attenzione provando a non cedere alla tentazione delle trade di pancia, per mettere in piedi i movimenti necessari che renderebbero i 76ers contender e forse l'unica squadra capace, per fisicità, di tenere testa ai Milwaukee Bucks dell'altro fenomeno Giannis Antetokounmpo. Prima o dopo, basta farlo: date a Embiid i compagni che merita.

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