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Covid in NBA, il caso dei Chicago Bulls: 10 giocatori nel protocollo, ne restano 8 arruolabili

Dei 23 giocatori attualmente sottoposti al rigido protocollo sanitario per prevenire la diffusione del covid-19, quasi la metà sono dei Chicago Bulls.
A cura di Luca Mazzella
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Il covid-19 torna prepotentemente al centro del dibattito in NBA. Attualmente infatti sono ben 23 i giocatori che, tra positività e isolamento per contatti a rischio (in principio gli Hornets sono stati colpiti, poi un nuovo focolaio sembra essere stato Indiana-Chicago di qualche giorno fa, con il coach dei Pacers Carlisle risultato positivo) sono entrati nel rigido protocollo che la lega ha disposto per prevenire il contagio e la nuova diffusione del virus. La beffa è che 10 di questi 23, dopo la new entry di questi minuti nel protocollo sanitario di Alize Johnson, sono giocatori dei Bulls. Nell'ultima settimana infatti già Zach LaVine e Brown Jr. hanno raggiunto Coby White, Javonte Green, DeMar DeRozan, Matt Thomas, Derrick Jones Jr., Ayo Dosunmu e Stanley Johnson tra i giocatori sottoposti al protocollo, secondo il quale ogni giocatore dovrà restare in isolamento per 10 giorni o fino a quando produrrà due test molecolari negativi nel giro di 24 ore, dopo i quali è previsto comunque apposito test che NBA ha reso obbligatorio prima del rientro. A roster dunque restano, per ora, i soli Vucevic (a sua volta rientrato dopo aver contratto il virus da poche settimane), Ball, Caruso, Bradley, Dotson, Cook, Simonovic e McKinniee: 8 in totale, ovvero il minimo richiesto dalla lega per giocare una partita.

Conformemente alle norme fissate a inizio anno, i Bulls hanno usufruito della possibilità di firmare due giocatori con contratti di 10 giorni (hardhsip exception) fino al ritorno di almeno 2 membri del roster, superando quindi il limite dei 15 giocatori totali per squadra. Uno di questi però, Stanley Johnson, è a sua volta entrato nel protocollo 2 giorni dopo l'annuncio della sua acquisizione temporanea. L'altro, Alfonzo McKinnie, è rimasto in campo per 29 minuti nella sconfitta di sabato contro i Miami Heat.

La squadra è interamente vaccinata e le defezioni in serie stanno facendo vacillare la volontà della NBA di andare comunque avanti senza posticipare alcuna partita, circostanza di cui si sta comunque discutendo in queste ore visto il caso-limite di LaVine e compagni. In settimana Chicago dovrà affrontare i Detroit Pistons (domani notte) per poi volare in Canada, contro i Toronto Raptors, due giorni dopo e ospitare, domenica 19, i Los Angeles Lakers.

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