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Diego Armando Maradona morto a 60 anni

Tyson-Jones finisce pari. E Iron Mike ricorda Maradona: “Addio, eroe e amico”

Mike Tyson è salito sul ring nella notte italiana per un match esibizione con Roy Jones. I due ex campioni della boxe si sono battuti sul quadrato allestito allo Staples Center di Los Angeles, la casa dei Lakers e il tempio di Kobe. Al termine dell’incontro, concluso in parità, ‘Kid Dynamite’ ha dedicato un pensiero a Maradona: “La mano di Dio ci ha lasciato. Ci mancherà molto”.
A cura di Maurizio De Santis
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Cinquanta dollari (poco più di 40 euro) per assistere in pay per view a un match tra due ex campioni che, a loro modo, hanno fatto la storia ma sul ring erano pagati per non farsi del male. Il match tra Mike Tyson e Roy Jones è finito pari e chi credeva che avrebbe almeno annusato l'odore del sangue – non era né il momento né c'era più la foga per strappare orecchi a morsi – s'è dovuto accontentare di vedere sul ring due ex pugili di mezza età: 54 anni l'uno, leggenda dei pesi massimi e tra i picchiatori più forti di sempre; 51 l'altro e 23 corone mondiali nel suo corredo. Un po' se le sono anche date ma senza eccessi.

In fondo, sul quadrato allestito nello Staples Center di Los Angeles – la casa dei Lakers, il tempio di Kobe – c'erano saliti per un'esibizione. E pur concedendo alla platea scambi di colpi, un pizzico di furore – se hai il fuoco sacro dentro, non lo spegni nemmeno con secchiate di tempo -, il sinistro di Mike e la tecnica di Roy, la voglia matta di portare indietro le lancette dell'orologio quando l'adrenalina si mescolava all'istinto del killer, null'altro hanno potuto (né dovevano) fare che assicurare uno spettacolo godibile.

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"È stato bello fare otto round", ha ammesso Iron Mike che sul quadrato s'è presentato con un fisico invidiabile, con l'espressione cattiva perché un po' è sempre stato così e un po' fa scena, quello che "una parola è poca e due sono troppe", quello che "ti spiezzo in due". Asciutto, scolpito, massiccio come sempre nonostante l'incedere del tempo e qualche disavventura di troppo. Cose che capitano nella carriera di un pugile che, quando Tyson era Tyson, faceva paura anche solo a vederlo in tv. Quando ‘The Baddest Man on the Planet', l'uomo più cattivo del pianeta, stendeva l'avversario anche solo con uno sguardo.

Prendere un gancio di Tyson fa sempre male, malissimo. Roy Jones ha lavorato di fianchi e di tronco – come si direbbe in gergo – schivando, attutendo, incassando bene, opponendo la velocità alla potenza, uscendo con una buona combinazione di colpi da quell'angolo in cui poteva finire un paio di volte. Se hai dinanzi a te ‘Kid Dynamite', ‘King Kong' rischi di farti spolpare alle corde e allora tanto vale provare a spezzare l'assedio mandando a segno montanti con precisione chirurgica. Com'è stato l'incontro? Bello come amarcord, con il gong che scandiva la fine del round ogni 2 minuti (uno in meno rispetto a i 3 tradizionali). All'ottava ripresa l'arbitro ha detto stop. Verdetto pari. Tutti contenti e casa con circa 20 milioni di dollari in borsa.

Il gancio del diavolo e la mano de dios. A fine match Tyson rivolge un pensiero anche a Diego Armando Maradona scomparso di recente. L'ex Pibe aveva il viso del Che tatuato sul braccio, a lui spicca sul fianco sinistro. "La mano di Dio, Maradona, ci ha lasciato. Nel 1986 abbiamo vinto entrambi i nostri campionati (Tyson schiantò Berbick a 20 anni, ndr). Era uno dei miei eroi e un amico. Lo rispettavo così tanto. Ci mancherà molto".

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