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“Mi ha drogata e violentata”, la campionessa di short track Elise Christie sconvolge il Regno Unito

Pluricampionessa di pattinaggio di velocità, Elisa Christie ha rotto il silenzio sulla sua tragica vicenda personale, sconvolgendo la Gran Bretagna col racconto dello stupro subìto dopo essere stata drogata in un bar: “Per quanto mi sforzassi, le mie braccia cadevano. Potevo divincolarmi, ma non riuscivo proprio ad alzarmi. Alla fine ho ceduto”.
A cura di Paolo Fiorenza
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Elise Christie ha scioccato la Gran Bretagna col racconto della terribile violenza sessuale da lei subita, un racconto che non fa sconti e descrive fin nei dettagli più scabrosi quello che accadde alla campionessa scozzese di short track nel marzo del 2010, quando non aveva ancora compiuto 20 anni. Una vicenda che ha segnato la vita della ragazza, che all'epoca non denunciò lo stupro, salvo poi rivelarlo nella sua autobiografia appena uscita, significativamente intitolate "Resilienza'. Parliamo di un'atleta di alto livello, ai vertici mondiali nell'ultimo decennio del pattinaggio veloce, con 11 medaglie d'oro agli Europei, un argento e un bronzo mondiali, tre Olimpiadi alle spalle. Attualmente impegnata nella preparazione della suoi quarti Giochi invernali a Pechino nel febbraio prossimo, la Christie parallelamente alla sua carriera sportiva ha combattuto in questi anni anche una battaglia quotidiana con la sua salute mentale, proprio in seguito alla violenza di 11 anni fa, trovando la forza di parlare recentemente della sua storia di autolesionismo e persino di un tentato suicidio.

Adesso, in un'intervista al Daily Mail, la campionessa di Edimburgo riavvolge il nastro dei ricordi e trasforma gli occhi di chi la ascolta in quelli di una ragazza innocente, che visse la notte più tragica e buia della sua vita. Elisa Christie fu drogata e stuprata alla fine di una serata che prometteva tutt'altro, senza che potesse fare nulla per impedirlo. Affrontando il conflitto interiore che ha attraversato prima di decidere di rompere il silenzio, la 31enne ha detto: "Questo capitolo del mio libro è stato il più difficile da scrivere. Ad essere onesti, ho faticato a rileggerlo. Mi ci sono voluti mesi. Ma so che potrebbe aiutare altre persone in questo momento, se stanno sperimentando quello che ho vissuto io. Quando ci sono passata, ero troppo ingenua per sapere che quello che era successo era sbagliato".

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Il racconto di Elise sulla violenza che ha tenuto segreta per anni è straziante. Tutto ebbe inizio con un'innocente serata passata fuori a Nottingham, subito dopo aver fatto la sua prima apparizione ai Mondiali per la Gran Bretagna: "Ricordo di essere entrata in questo bar in città. Ero con un compagno di squadra in quel momento. Abbiamo preso un drink e avevo bevuto solo un paio di sorsi quando questo ragazzo è venuto da me e ha iniziato a parlare. Stavo solo chiacchierando senza pensarci troppo. Poi si è offerto di portarmi da bere, al che gli ho detto che avevo già bevuto un drink, un drink che avevo appena toccato. Ma è andato a prenderne comunque un altro ed è tornato dicendo: ‘Prova questo'. Ho bevuto un paio di sorsi di questo nuovo drink. Ancora una volta, ero troppo ingenua per sapere cosa stesse succedendo".

Stava accadendo che la giovane Christie in quel momento veniva drogata per stordirla e renderla incapace di reagire: "Anche allora non avevo ancora bevuto un intero drink in totale, ma ricordo di aver pensato tra me e me: ‘Non rimarrò fuori sentendomi così, non va bene'. Non era nemmeno tardi, comunque. Dovevano essere le dieci". Le cose sono peggiorate quando la pattinatrice ha aspettato fuori un taxi che aveva chiamato, con l'uomo in questione che l'ha seguita in strada e l'ha caricata nel taxi. "Ero stranamente alterata e il mio corpo non funzionava correttamente – ha continuato – Ho provato a scappare da lui, ma semplicemente non potevo scappare. Per quanto mi sforzassi, non riuscivo proprio a scappare da questo ragazzo. Ogni volta che cadevo a terra, continuava a rincorrermi, a prendermi in braccio e a trascinarmi, alla fine mi ha messo nel taxi. Ricordo – attraverso la nebbia del cervello e ricordi frammentati – di aver detto al tassista: ‘Per favore, non portarmi a casa di questo ragazzo. Devi portarmi a casa mia'. Ad un certo punto, siamo effettivamente passati abbastanza vicino a dove vivevo e a questo punto ho urlato : ‘Ecco! Dobbiamo svoltare lì!' ".

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Ma il suo aggressore ha convinto l'autista del taxi che la sua "fidanzata" era semplicemente ubriaca ed Elise è stata portata a casa dell'uomo: "Era chiaro per me in quel momento che mi avrebbe aggredita sessualmente e per tutto il tempo gli ho ripetutamente detto: ‘No, no'. Ma per quanto io dicessi di no, questo ragazzo continuava a imporsi su di me. Oggi sono esuberante e forte e probabilmente potrei allontanare la maggior parte dei ragazzi da me, se dovessi farlo nel mio giorno migliore. Ma in quello stato non riuscivo proprio a combattere con quel ragazzo. Per quanto mi sforzassi, le mie braccia cadevano. Potevo divincolarmi, ma non riuscivo proprio ad alzarmi. Alla fine ho ceduto e ho lasciato che accadesse. A un certo punto devo essere svenuta".

Svegliatasi nel cuore della notte, la Christie è fuggita sconvolta. Ma non ha denunciato l'aggressione alla polizia: "Semplicemente non sapevo cosa fare. Sicuramente non volevo dirlo a mia madre perché sapevo che l'avrebbe solo turbata. Ho sempre pensato che lo stupro fosse quello che si vedeva alla TV: qualcuno viene afferrato in un parco, trascinato tra i cespugli, picchiato, violentato e dato per morto. Non mi era successo. Non sono stato presa a pugni o picchiata e non sono stato lasciata fuori al freddo. Ma sono stata costretta a fare sesso contro la mia volontà e all'epoca non ero abbastanza matura per sapere che le due cose sono esattamente la stessa cosa". C'è voluto abbastanza tempo perché la pattinatrice olimpica britannica si confidasse perfino con la sua migliore amica. Traumatizzata senza rendersi conto di quanto fosse stata ferita, si è interrogata su quanto includere nel libro. Alla fine ha scelto la strada della sincerità totale, senza omettere nulla. Un altro passo nel faticoso cammino per ridurre al silenzio i propri demoni.

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