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Irma Testa è diventata una farfalla, tra uno storico bronzo olimpico e la verità su se stessa

Irma Testa ha vissuto un 2021 ad alta velocità: prima lo storico bronzo olimpico, poi il coming out che l’ha liberata di un peso che aveva sul cuore.
A cura di Jvan Sica
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Quest’anno Irma Testa è diventata una vera farfalla, una Butterfly se pensiamo al titolo del documentario uscito su di lei qualche anno fa. Lo ha fatto prima di tutto sul ring, diventando la prima donna italiana a vincere una medaglia olimpica nella boxe.

Era stata già la prima a partecipare alle Olimpiadi. A Rio de Janeiro nel 2016 aveva solo 18 anni e una velocità e una leggerezza che facevano brillare gli occhi. Arriva ai quarti di finale e sbatte contro la più forte di tutte, la francese Estelle Mossely, poi vincitrice della medaglia d’oro. Ma quello era solo l’inizio, lo disse lei stesa prima dei Giochi Olimpici brasiliani: "Per adesso un punto d'arrivo. Partecipare alle Olimpiadi era un sogno che ora si realizza. Poi, però, è l'inizio di una vita da atleta".

Dalla sconfitta aveva imparato davvero tanto: “Ho perso con una francese che avevo battuto qualche mese prima. Sul ring lei era arrabbiata. I suoi occhi mi dicevano: tu mi hai sottovalutata e io mi sono sentita umiliata. Mi ha battuta perché dopo quella prima sconfitta era tornata in palestra e si era allenata ogni giorno sugli errori che aveva fatto con me. Questo fa un grande campione. L’ho imparato da lei”.

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E Irma si è impegnata con tutte le sue forze mentali e fisiche per diventare e restare un’atleta, una grande atleta. Passano cinque e non quattro anni per cercare di ritornare sul ring olimpico, ma arrivare a Tokyo non è facile. Deve superare un difficile torneo di qualificazione, diventato ancora più complicato per colpa del Covid. Irma non lo vince quel torneo, passa letteralmente oltre con la grazia della campionessa. Agli ottavi subito l’avversaria più difficile, la russa Liudmila Vorontsova, argento iridato in carica, che Irma batte in scioltezza e in finale l’irlandese Michaela Walsh, bronzo europeo 2018. Vince facile, 5-0.

Irma torna alle Olimpiadi, ma questa volta non è sola. Schieriamo una squadra di pugili al femminile, con lei gareggeranno anche Giordana Sorrentino, Angela Carini e Rebecca Nicoli. Questa è un’altra vittoria di Irma, lei è stata la prima e ha trascinato con sé tante altre ragazze, che hanno scoperto uno sport meraviglioso e ricco di storia e il loro talento potrà solo arricchirlo.

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In Giappone Irma Testa ci ha portato con sé in un bellissimo viaggio, fino alla medaglia di bronzo, ovviamente la prima per la boxe femminile italiana. A Repubblica rilascerà un’intervista piena di riflessioni molto profonde e di non ancora detti che hanno fatto pensare: "Prima e dopo Rio. Quell'Olimpiade mi aveva tolto le mie certezze, ho trascorso mesi difficili, di dubbi, è allora che mi sono tatuata Panta rei. Ho conosciuto il baratro della solitudine, della lontananza da casa, ho avuto paura che i sacrifici che facevo potessero portarmi da nessuna parte e la sconfitta di cinque anni fa mandò all'aria le mie fragili sicurezze. Basta poco e crolla tutto dentro un atleta".

Un’atleta così grande, così rivoluzionaria nel piccolo mondo italiano ha dovuto portare con sé il peso dell’apripista e lo ha fatto sentendoselo dentro minuto dopo minuto. Solo dopo alcuni mesi però, abbiamo capito che quel peso dipendeva anche da altro. Concede un’intervista a Vanity Fair e diventa ancora più leggera, più farfalla.

Le persone che mi stanno vicino lo sanno da anni, ma credo sia giusto, ora, dirlo a tutti. Parlare di orientamento sessuale nel mondo dello sport ha un valore speciale, perché ai campioni si chiede di essere perfetti. E per molti l’omosessualità è ancora un’imperfezione. Per timore di intaccare la propria immagine tanti sportivi tacciono e si nascondono. Anche per me è stato così fino a pochi mesi fa. Ma quella medaglia di Tokyo è diventata il mio scudo: ora che la Irma atleta è al sicuro, la Irma donna può essere sincera.

Poche parole e Irma Testa conclude il suo anno più bello, quello in cui ha iniziato a volare ancora più in alto.

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