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Emanuela Maccarani rinviata a giudizio per maltrattamenti aggravati: altra tegola per l’ex allenatrice delle Farfalle

Emanuela Maccarani, ex direttrice tecnica dell’Accademia Internazionale di ginnastica ritmica di Desio, è stata rinviata a giudizio per maltrattamenti aggravati e il 22 settembre dovrà rispondere a questa accusa davanti al giudice per l’udienza preliminare.
A cura di Vito Lamorte
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Emanuela Maccarani rinviata a giudizio per maltrattamenti. L'ex direttrice tecnica dell’Accademia Internazionale di ginnastica ritmica di Desio dovrà rispondere a questa accusa il 22 settembre 2025 davanti al giudice per l’udienza preliminare a Monza.

Dopo il patteggiamento a tre mesi di squalifica per "comportamenti antisportivi" sancito dagli organi di giustizia sportiva, arriva una nuova tegola per l’ex guida tecnica delle Farfalle.

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Maccarani rinviata a giudizio per maltrattamenti aggravati

I difensori di Emanuela Maccarani, artefice di molti successi della Nazionale in competizioni di primo piano, avevano previsto questa situazione nonostante la sua vicenda davanti alla giustizia ordinaria aveva visto in un primo momento la richiesta di archiviazione delle accuse.

I legali dell'ex atleta Anna Basta, gli avvocati Giovanni Battista Frisoli e Greta Marchesi, e il gip di Monza Angela Colella a marzo scorso hanno ordinato l’imputazione coatta nei confronti di Maccarani e nella pronuncia l'ex guida tecnica all’interno dell’Accademia di Desio viene descritta come chi ha un "potere assoluto all’interno dell’Accademia e nella Federazione ginnastica".

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Il provvedimento ha rovesciato le conclusioni dei pm, che avevano stigmatizzato i metodi della coach vincente delle Farfalle, perché la gip ha ritenuto sussistente il reato esaminando ogni singola situazione e si è soffermata su questioni giuridiche per la configurabilità dei maltrattamenti.

Una delle situazioni più controverse è indicata nell’operazione di pesatura delle atlete olimpiche, che veniva vissuta in maniera molto negativa dalle ragazze che "attendevano il proprio turno in fila, in mutande" e venivano insultate davanti a tutte nel caso il loro peso fosse aumentato "anche solo di qualche etto". Questa situazione portava alla mancanza di alimentazione costante, alla limitazione del consumo d’acqua e persino all'assunzione di lassativi.

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