Doping, 61 italiani nella lista nera della Wada

La lista nera della Wada, è stata ribattezzata così quella scrematura minuziosa fatta a livello internazionale tra chi sfuma il confine, tra chi con libera estensione interpretativa ricorre alle medicine – o ad altre sostanze – nel mondo dello sport per smaltire in fretta la fatica, migliorare le prestazioni, assicurare recuperi a tempi di record. L'Agenzia mondiale antidoping ha pubblicato un elenco di ‘cattivi': ovvero, quei medici e quei preparatori che non possono lavorare con gli atleti, né svolgere qualsiasi altra attività accanto a loro. Sono 114 i nomi annoverati, di questi 61 sono italiani. Attenzione, però, a dare giudizi sommari: questo non significa che siano i più scorretti in assoluto, semplicemente perché le norme del Coni, le leggi italiane e le procedure di controllo sono molto più severe rispetto alla regolamentazione vigente in altri Paesi.
Chi sono queste persone messe al bando? Si tratta di atleti, dirigenti, tecnici, consulenti che, a vario titolo, sono stati colpiti – in maniera differente e per reati di diversa entità – da condanne oppure da sanzioni legate alla somministrazione e all'uso di sostanze proibite. I nomi? Eccone alcuni: Michele Ferrari, Carlo Santuccione e Vittorio Emanuele Bianchi, tutti sospesi a vita. Ma c'è anche Fiorenzo Bonazzi (fermato fino al 2018), coinvolto nel caso delle trasfusioni al campione del mondo di ciclismo Alessandro Ballan. Nella lista anche gli ex corridori professionisti figura Mariano Piccoli (bloccato fino al 2016) e Bruno Leali (squalificato a vita).
Che fine ha fatto Fuentes? Tra gli stranieri spicca quello dello spagnolo Luis Garcia del Moral, il cui nome era già emerso nella vicenda Armstrong. C'è un particolare che balza all'occhio… non c'è menzione alcuna a Eufemiano Fuentes, la cosidetta ‘mente' dell'Operacion Puerto', mai sanzionato dalla giustizia spagnola per vicende direttamente legate al doping.