
“Chi siamo noi? Donne. E cosa vogliamo? Essere rispettate. Da chi? Dagli uomini. E Quando? Sempre”. Ve lo ricordate quel meme in cui da un lato c’è un ominide che sobilla le masse e sul versante opposto, per l’appunto, un più o meno folto gruppo di persone? Bene, è questa l’immagine che sottende alla visione di Maschi Veri, la nuova serie Netflix, in uscita il 21 maggio sulla piattaforma che, come già fatto dall’originale spagnola Machos Alfa, prova a scardinare quella mascolinità tossica di cui tanto si parla al giorno d’oggi, in un modo scanzonato e senza troppe pretese.
Un intento apprezzabile, seppur con qualche falla narrativa che non passa inosservata. Negli episodi della serie si delinea la decostruzione del maschio simbolo del patriarcato, dell’uomo a cui tutto è dovuto, quello che pensa prima ai suoi bisogni poi a quelli della propria compagna, che non riconosce in una battuta l’ombra del sessismo, quello per cui un complimento ruspante è sintomo di apprezzamento e non mette a disagio chi lo riceve, quello che finché può razzolare indisturbato si sente forte, ma appena si accenna ad una minima libertà sessuale da parte della donna che ha al suo fianco va in crisi, minato nella sua virilità.

Insomma, corsi e ricorsi storici che in questa serie vengono raccontati in maniera leggera, forse troppo, ma che regalano anche una narrazione delle donne diversa e forse più vicina alla realtà di quanto sia quella degli uomini che, in questo contesto, risulta anche fin troppo edulcorata. E quindi indaghiamole queste donne e facciamo in modo che, magari, ci diano un impulso per sradicare quell’immagine che in anni e anni di silente egemonia maschile ci è stata attaccata addosso.

Al predatore Francesco Montanari uomo insaziabile, che si vanta delle sue scappatelle nemmeno troppo occasionali, si contrappone una spavalda donna in carriera nei panni di Sarah Felberbaum. Una donna risoluta, non ha paura di manifestare i suoi desideri sessuali che superano l’idea di coppia standard, ma mirano all’esplorazione. Quante donne ad oggi si sentono libere di farlo? Probabilmente ancora una piccola minoranza, perché il retaggio patriarcale limita da sempre l’immagine della donna con una libido manifesta e curiosa. Stessa cosa che accade a Thony moglie insoddisfatta di Pietro Sermonti che cerca nel marito una passione ormai dispersa tra i giocattoli dei bambini e le incombenze di un matrimonio decennale. Perché sì, come gli uomini, anche le donne se trascurate, se non cercate, in quanto esseri desideranti, possono guardarsi attorno e magari spingersi oltre il semplice sorriso sommesso, antidoto contro i pensieri impuri.

Ma il personaggio femminile più interessante è quello di Laura Adriani, compagna di Matteo Màrtari, aspirante influencer che si trova a dover fare i conti con l’ego schiacciato del suo compagno: licenziato e sostituito addirittura da una donna. Che onta! Qui il gioco di ruoli non è sotto le lenzuola, ma fuori, ed è anche più pericoloso, perché va a minare l’autostima delle donne, di quelle che vogliono farcela da sole, che hanno paura di avere successo perché potrebbe sovrastare quello del loro compagno. Il personaggio di Martari è senza dubbio il più complesso, perché la sua virilità si nasconde nel potere, nella supremazia, nel sentirsi grandi a discapito di altri, anche della propria compagna, soprattutto quando quest’ultima prova ad autodeterminarsi, facendolo sentire piccolo e inutile soprattutto quando è lei a "portare i soldi a casa". Il loro è un rapporto che ruota attorno ad una dinamica chiara: il re con la sua ancella. Ma per fortuna, l'ambizione o forse la voglia di vedere il proprio valore riconosciuto, fa svegliare la Daniela di Laura Adriani dal torpore e le fa afferrare la sua unicità a piene mani, lasciandosi alle spalle un amore non violento, ma non per questo meno ostacolante.

Eccoli qui, li riconoscete, i vostri capi, i vostri padri, compagni, amici? Certo, sarebbe poco intelligente fare d’un erba un fascio, c’è qualcuno che pur non avendo seguito un corso contro la mascolinità tossica si rende conto di come certi atteggiamenti possano essere deleteri per una donna e debbano essere modificati. D'altra parte bisognerebbe praticare un po' di sana empatia (questa sconosciuta) e già si sarebbe a buon punto. Una serie come Maschi Veri, nonostante gli stereotipi, le facilonerie che un po’ fanno anche sorridere, serve per aprire gli occhi su quello che inconsciamente la società impone alle donne e su quello che gli uomini possono fare per cambiare ciò che hanno contribuito a far credere loro fosse giusto. Ma, come ogni cambiamento auspicabile, necessita di tempo e lo si può fare solo se si è insieme.
