Puntatore laser sulla troupe di Rainews24 in Palestina, FNSI: “Giorgia Meloni deve tutelare i giornalisti italiani”

Il rosso del laser che si posa sulla schiena di un cameraman mentre fa il suo lavoro. Le urla che arrivano dal campo profughi presidiato dalle truppe israeliane. E quel "Andate via!" ripetuto come un mantra minaccioso che trasforma una normale giornata di lavoro giornalistico in un momento di tensione palpabile.
L'episodio: quando il mestiere diventa pericoloso
È successo a Jenin, davanti al campo profughi che porta lo stesso nome della città della Cisgiordania. La troupe di Rainews24, composta dal giornalista Riccardo Cavaliere e dall'operatore Claudio Mazzonna, stava svolgendo il proprio mestiere: raccontare una storia, dare voce ai familiari di due quattordicenni uccisi proprio in quel luogo. Un lavoro di cronaca che si è trasformato in qualcosa di diverso quando dal campo – sotto controllo delle forze dell'Idf – sono arrivate prima le urla intimidatorie, poi il puntatore laser. Un piccolo punto rosso, simile a quello utilizzato sui fucili di precisione militari, si è posato sulla schiena del cameraman e ha inquadrato l'intero gruppo.
La denuncia di Di Trapani: "Israele non tollera l'informazione indipendente"
La reazione del presidente della Federazione Nazionale Stampa Italiana, Vittorio Di Trapani, non si è fatta attendere ed è stata durissima: "Soldati israeliani hanno allontanato una troupe di RaiNews, anche con la minaccia di un puntatore laser sulla schiena. Erano a Jenin. Israele non tollera l'informazione indipendente non solo a Gaza ma ovunque possa vedere e raccontare: ai giornalisti preferisce gli influencer". Di Trapani non usa giri di parole quando parla della preferenza per gli "influencer" rispetto ai giornalisti professionali. Un'accusa pesante che dipinge un quadro in cui l'informazione controllata viene privilegiata rispetto a quella indipendente.
L'appello al governo italiano
Ma Di Trapani non si ferma alla denuncia. Rivolge un appello diretto alle istituzioni italiane: "Il governo italiano ha il dovere di tutelare i propri cittadini ovunque. Attendo una presa di posizione ferma e netta". Poi la solidarietà alla redazione. L'episodio di Jenin si inserisce in un quadro più ampio di pressioni sul giornalismo nelle zone di conflitto, dove raccontare la verità diventa sempre più un atto di coraggio che richiede non solo professionalità, ma anche il sostegno delle istituzioni.