“Mi ha manipolata e poi stuprata, ho provato a fermarlo ma non ce l’ho fatta”: nuove accuse per Siffredi a Le Iene

L'inchiesta de Le Iene sulle accuse di violenze e abusi da parte di Rocco Siffredi alle giovani donne che si presentano nella sua casa di produzione, per poi iniziare a lavorare nel mondo del porno, continua e fa emergere nuovi dettagli. Nel servizio andato in onda nella serata di martedì 27 maggio, a parlare è Diana, una ragazza che ha lavorato con Siffredi quando era appena una ragazzina e che ha vissuto quelle scene già mostrate nelle precedenti settimane, in cui il regista e attore costringeva le ragazze a subire rapporti spinti, senza che loro avessero dato il consenso.
Il racconto di Diana: cosa succede nelle "model house"
A parlare, dopo aver visto i video che sono stati diffusi da Le Iene nelle scorse settimane, è Diana, che chiede di non essere inquadrata e di essersi ormai lasciata alle spalle il mondo dei film hard, ma che per far parlare di questo argomento è disposta a raccontare la sua esperienza, decisamente traumatica. Dopo aver riconosciuto la stanza in cui sono avvenuti i provini, la giovane donna dice:
Mi sembra che sia uno scherma invitare le ragazze lì solo per un provino, è quello che è successo la prima volta a me. Sono russa, quando sono arrivata in Ungheria non parlavo inglese, ero giovane, sprovveduta nei miei vent'anni. Non avevo alcuna idea di chi fosse, non guardavo neppure porno all'epoca.
Come nelle altre puntate dell'inchiesta ad intervallare il racconto delle testimoni, c'è anche il producer Tommie McDonald, che spiega come funziona il giro di ragazza che si avvicina all'industria del porno, spiegando anche come Siffredi gestisca i suoi provini:
Rocco prende ragazze che non parlano inglese, non parlano italiano e non ha un interprete sul posto. La maggior parte delle performer sono russe o ucraine e nei loro paesi non hanno un permesso di lavoro, arrivano tramite tratta o portate dai "papponi". Arrivano in Europa, vengono messe in quelle che si chiamano model house perché non hanno soldi e l'agente fornisce pasti, pulizia e l'alloggio gratuito.
Il provino con Rocco Siffredi: "Ho provato a fermarlo, mi sentivo come se stessi per svenire"
È proprio Diana a raccontare cosa succedeva in queste model house, dove le ragazze avevano garanzia di vitto e alloggio, e inoltre erano a contatto con i loro agenti che fissavano i termini degli incontri, qualora ci fossero stati, con Siffredi:
Stavamo in questa casa per modelle e c'era un suo poster. Sono stata spinta al porno perché sono finita in una setta. Ho subito un lavaggio del cervello. Le ragazze russe o ucraine che scappano dal loro paese sono costrette a farlo per soldi. È stata la mi agente a mandarmi da Rocco, un giorno mi disse "sei stata così fortunata, lui ha scelto te". È stato stupido da parte mia andarci, ma ero sprovveduta. Non volevo fare sesso anale con lui, avevamo preso accordi, solo un provino e orale.
Il provino, però, non è andato come stabilito e infatti Diana racconta quanto è accaduto in quella stanza con il divano bianco, dove ha vissuto una delle esperienze più traumatiche della sua vita:
Si è comportato molto dolcemente, ha cercato di sedurmi, ma io ero spaventata, ti veniva incontro quest'uomo altissimo, grosso e io ero sola in questo posto strano. Doveva essere un normale provino, ma proprio come nei vostri video, lui ha iniziato a dire "voglio fare se**o a*ale con te". E io ho detto di no perché era una cosa che facevo raramente e non ero a mio agio. Ha iniziato a manipolarmi a dirmi "dai, ce la puoi fare", e ancora "non ti faccio male". C'era questa idea che non potevi dire no perché se ti aveva scelta eri super fortunata e privilegiata, ero spaventata a dirgli no. Gli dicevo non sono pronta, sembrava una persona carina e mi sono fidata. Ciò che è successo dopo è stata una delle cose più traumatiche che ho vissuto sessualmente. Lui mi ha violentato, io gridavo di dolore, piangevo. Ci ho provato davvero a fermarlo, ma è così forte…e io ero così giovane e così magra, una ragazza di 21 anni, ho provato a trattenerlo con le mani. Mi sentivo come se stessi per svenire, come se mi fossi dissociata dal mio corpo.
Le ripercussioni delle violenze
Diana racconta, quasi in lacrime, anche l'impatto seguito a quell'evento così traumatico, ma ha raccontato di non aver lasciato subito la sua casa di produzione, anche perché scattava un meccanismo perverso per cui, pur sentendosi sfruttata e violentata, il risultato di quello che faceva le aveva dato comunque un riscontro in termini anche economici:
Provavo a dirmi che ce l'avrei fatta, che non era niente di grave. Mi sono sentita profondamente e tremendamente violentata. Mi incolpavo per quello che stava succedendo, perché pensavo di aver dato il consenso, ma all'epoca non capivo che non era così. Ci sono voluti anni di terapia per arrivare a questo punto. Hai solo due strane continuare o lasciare e non lasci perché poi non riesci più a trovare un lavoro normale. Ho fatto altre scene con lui nonostante lo odiassi. Oggi, che ho una relazione felice e sana, penso che ho combinato al mio corpo, alla mia vita, alla mia salute mentale, è stato così violento e abusante.
McDonald, poi, spiega anche il perché è difficile che le donne che si imbattano in situazioni di questo tipo siano portate a denunciare, decidendo quindi di tacere finché non hanno l'opportunità di far emergere ciò che accade in altro modo:
Ad un certo punto ho scoperto che c'era una setta russa che trafficava le ragazze in Europa, le indottrinava e le mandava a lavorare nel porno. Il vero motivo per cui l'industria del porno è in Ungheria è perché non ci sono protezioni per le donne. È il centro della tratta di esseri umani ed è molto difficile provare uno stupro in un tribunale inglese.
Rocco Siffredi si difende
Siffredi, intanto, continua a smentire quanto dichiarato da queste donne e, anzi, sostiene che sia stato ordito una sorta di complotto nei suoi confronti:
Rocco Siffredi, il grande nome, ha stuprato per anni e adesso ce ne siamo accorti, con tutte queste ragazze. Il consenso nel porno c'è sempre. So che ultimamente ci sono un po' di ragazze che si sono messe tutte insieme, io ti parlo delle italiane. Se io inizio a fare sesso e vedo che quello che faccio non le piace, non è che sto lì, insisto, non è che sono un perverso stupratore, io vado col feeling delle ragazze. Forse qualche scena di casting ho sbagliato, sono stato leggero, ma non ho mai violentato una ragazza.