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L’appello del calciatore turco Hakan Calhanoğlu: “Vi chiedo con tutto me stesso di starci vicini”

Il calciatore turco Hakan Calhanoğlu ha rivolto un appello agli italiani con un monologo in onda durante la puntata de Le Iene di martedì 14 febbraio. L’ex giocatore dell’Inter ha chiesto di supportare il suo popolo in un momento così difficile.
A cura di Ilaria Costabile
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Durante la puntata di martedì 14 febbraio de Le Iene, è stato lasciato spazio ad un monologo importante e di grande impatto, come quello del calciatore Hakan Calhanoğlu che ha parlato in prima serata del terribile terremoto che ha colpito la sua terra, la Turchia. L'ex giocatore dell'Inter ha chiesto che gli italiani siano solidali nei confronti del suo popolo, invogliando chiunque voglia farlo a non negare il suo aiuto a chi si trova in estrema difficoltà.

Il monologo integrale di Hakan Calhanoğlu a Le Iene

Il calciatore, chiamato ad intervenire a Le Iene, in quando volto noto del calcio italiano, ma soprattutto di quello turco, ha raccontato il terrore di quei momenti in cui la terra ha tremato distruggendo tutto e provocando numerose perdite tra la popolazione e danni ingenti al territorio. Queste le toccanti parole di Calhanoğlu che ha raccontato come anche la sua vita sia stata travolta da un evento così devastante:

Mi chiamo Hakan Calhanoğlu,

faccio il calciatore  e sono nato in Germania, ma dentro di me batte un cuore turco. Ho sposato una ragazza di origini turche e nostra figlia la stiamo crescendo con i valori  della nostra cultura. Sono con orgoglio il capitano della nazionale turca perché ho sempre pensato alla Turchia come alla mia patria e purtroppo da circa 10 giorni la mia vita è cambiata, perché sotto le macerie provocate da questo terribile terremoto che abbiamo visto tutti in televisione, ci sono i miei connazionali, i miei tifosi ma soprattutto i miei fratelli che in questo momento hanno bisogno del nostro aiuto. Dell’aiuto di tutti noi. L’Italia mi ha accolto e purtroppo l’Italia sa bene cosa significa essere travolti da un terremoto. Per cui non mi dilungo, ma vi chiedo con tutto me stesso, indipendentemente dal vostro tifo, dalla vostra nazionalità e dal vostro credo, di starci vicini.

Grazie.

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