video suggerito
video suggerito

Giletti e la frecciata a Quarto Grado, il conduttore contro i Sempio: “Con noi non parlano mai”

Nel corso della puntata de Lo Stato delle Cose del 3 novembre, Massimo Giletti ha mosso accuse pesanti contro la famiglia Sempio, alludendo in modo indiretto ai programmi Mediaset, in particolare quello di Nuzzi, con posizioni molto simili a quelle prese da Fabrizio Corona nelle scorse settimane.
A cura di Andrea Parrella
129 CONDIVISIONI
Immagine

Nella puntata del 3 novembre 2025 di Lo Stato delle Cose su Rai 3, Massimo Giletti ha ripreso con forza l’indagine aperta contro Giuseppe Sempio, padre di Andrea, per corruzione, accusando inoltre che la famiglia parli solo con certi programmi e non con altri. Il riferimento è espresso chiaramente nei confronti di Quarto Grado, programma rivale spesso al centro di polemiche sul modo di trattare i casi mediatici.

Le accuse di Giletti

Giletti ha sottolineato che con lui i Sempio evitano il confronto, mentre sarebbero più propensi a parlare con determinate trasmissioni, insinuando una forma di selezione nella comunicazione pubblica: "Vorrei capire come mai con noi non parlano mai, ma parlano sempre e solo con un certo tipo di programmi, è una roba curiosa". Si è richiamato al tema del “pizzino” con la dicitura “X 20. 30. euro”, citato anche da Quarto Grado, sostenendo che in verbale lo stesso Sempio aveva indicato cifre di “20 mila / 30 mila euro” — una discrepanza ritenuta da Giletti grave e sintomatica di manipolazione o omissione.

Giletti ha attaccato il fatto che Mediaset non avrebbe messo a disposizione certi materiali video relativi alla famiglia Sempio, amplificando così il sospetto di un comportamento “protettivo” o omissivo nei confronti dei protagonisti delle indagini. Si tratta, insomma, di posizioni molto simili a quelle espresse da Fabrizio Corona nella sua ricostruzione sul caso Garlasco dei giorni scorsi, in cui aveva pesantemente attaccato in particolare il programma di Nuzzi.

Le repliche e i contrasti in studio

In risposta alle accuse, l’avvocato Antonio De Rensis, difensore di Alberto Stasi, ha cercato di smorzare gli attacchi. Ha sostenuto che il “per” presente nel pizzino (cioè “X per 20-30”) cambia radicalmente il significato della frase, e che nelle intercettazioni si parlava di 30 mila / 40 mila euro, amplificando l’idea che non ci sia chiarezza nelle fonti. Quando Giletti ha ricordato che davanti ai magistrati Sempio aveva parlato proprio di 20 mila / 30 mila euro, De Rensis si è trovato in difficoltà nel giustificare la discrepanza.

Il quadro che emerge e le implicazioni

Giletti sembra voler smascherare un “meccanismo mediatico” che privilegerebbe certi soggetti (come i Sempio) rispetto ad altri, scegliendo dove, come e con chi comunicare. L’idea è che Quarto Grado — o più in generale programmi con ampia visibilità — possano essere usati come strumenti strategici nella costruzione dell’immagine pubblica degli indagati. L’attacco non è solo personale né semplicemente televisivo: punta a mettere in discussione la trasparenza, l’equilibrio e l’imparzialità dei media investigativi.

129 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views