“È morto dopo l’esplosione del suo ego”, le battute su Roberto Saviano a Roast in Peace

È arrivato su Prime Video un nuovo show comico dal titolo Roast in Peace, che riprende un topic tipicamente americano di una commemorazione, in questo caso particolarmente spietata e pungente, messa in atto da alcuni dei comici più noti sulla scena italiana. Protagonista del terzo episodio del comedy show targato Stand by me è stato Roberto Saviano. Sul giornalista e scrittore i comici si sono sbizzarriti, ma lui non è stato da meno e quando si è trattato di doversi vendicare, non ha risparmiato nessuno.
Le battute dei comici al funerale di Roberto Saviano
Ad avviare la commemorazione è stato Eleazaro Rossi: "Roberto Saviano come lo chiamo io Salvatore Aranzulla con la depressione", uno dei temi su cui si è scherzato di più è stato proprio l'atteggiamento, spesso cupo, del giornalista: "Una notte in caserma, il desiderio di farsi male è stato così forte, da iniziare a leggere un suo stesso libro" oltre ad una sua caratteristica come il fatto di non avere capelli: "Roberto Saviano da sempre contestato per aver distrutto, diffamato la reputazione della sua gente, i macrocefali pelati". Ma non sono mancate battute decisamente più spinte, come quelle riguardanti la sua vita privata: "
Nonostante la sua vita di privazioni e reclusione, secondo me Roberto Saviano scopava e anche un sacco, anche se lui dice di no. Con chi? Bastava guardare la mattina chi della scorta aveva lo sguardo basso.
Uno dei momenti più divertenti è stato quello che ha visto protagonisti Maria Di Biase e Corrado Nuzzo: "Roberto Saviano, un eroe, che ha avuto il coraggio di fare quello che nessuno di noi avrebbe fatto mai. Mettetevi una mano sul cuore e chiedetevi, chi sarebbe andato tutte quelle volte ospite da Gramellini", iniziano così, ma la battuta più deflagrante è stata quella sulle modalità della morte del giornalista:
È morto in un modo assurdo, era in Aula Magna mentre gli stavano conferendo la 25esima laurea honoris causa e c’è stata un’esplosione, la scorta ha pensato a un attentato, ma no gli è scoppiato l’ego.
E ancora, quella sulla vita costretta dalla presenza della scorta: "Hai avuto una vita non facile sempre chiuso in casa, come hai raccontato a Che tempo che fa, da Formigli, a Otto e mezzo, da Cattelan, a Sanremo, alla Prova del Cuoco, a Tele Norba, ad AciTrezza Channel, ma quando ci stavi a casa?". Concludendo, poi, con una grande verità: "In Italia nessuno ti ha perdonato di aver fatto i soldi parlando di mafia".

È il momento di Stefano Rapone che ha esordito dicendo: "È morto Saviano, troppo ci hanno messo, ci lamentiamo dello Stato, ma anche la camorra con i tempi se la prende comoda". Lo stand up comedian tocca parla poi dei monologhi, piaga della tv, a cui Saviano ha contribuito con le sue ospitate:
Ha esordito in televisione nel programma Vieni via con me, in cui con il suo monologo di 30 minuti con tema l’ndrangheta al nord, ha aperto gli occhi a tutti su un fenomeno in continua espansione, quello dei monologhi fracassa palle nei programmi televisivi. Dopo Saviano chi siamo sorbiti monologhi di Massini, di Gramellini, delle Iene, i mafiosi saranno pure delinquenti, ma se non altro un pregio ce l’hanno, parlano poco.
La chiosa di Ferrario, dopo un'imitazione del giornalista davvero da applausi, è da incorniciare: "Il suo più grande rimpianto è stato quello di non poter pubblicare il libro a cui teneva di più: “Calvizie, lo stato dov’è?".
La vendetta di Roberto Saviano
"Devo averli fatti proprio incazzare per meritare questa disgrazia" dice Saviano commentando il fatto di essere arrivato nell'aldilà e aver incontrato i comici con cui ha condiviso il palco. Il giornalista continua:
Ho un grande peccato con la coscienza come quello di aver fatto troppi podcast, potevo finire in quel girone dell’inferno dove Rapone ti dice “ho preparato una domanda per te, come stai?”
Non possono mancare le battute sui libri scritti anche da loro: "Una scoperta che a tutti appare incredibile e intendo che abbiano scritto persino un libro", con una chiosa brillante: "Il libro di gialli scritti da Rapone e Ferrario in cui il lettore cerca di risolvere un mistero, dove cazzo si dovrebbe ridere?", tanto da ricevere i complimenti dai comici stessi.