video suggerito
video suggerito

Chiara Giannini di Porta a Porta aggredita durante un’intervista: stava girando un servizio sulle baby gang

Chiara Giannini e la troupe di Porta a Porta aggrediti a sassate durante un reportage sulle baby gang a Padova. Pietre e bottiglie contro i giornalisti. Coro di condanne dal mondo politico.
73 CONDIVISIONI
Immagine

Dovevano raccontare le baby gang di Padova, sono finiti per diventarne le vittime. Chiara Giannini, giornalista di Porta a Porta, e la sua troupe hanno vissuto in prima persona quello che stavano documentando: la violenza gratuita di alcuni giovani che hanno trasformato una normale giornata di lavoro in un incubo.

L'aggressione: pietre e bottiglie contro le telecamere

I fatti si sono svolti durante le riprese di un servizio dedicato al fenomeno delle baby gang nella città veneta. Mentre le telecamere stavano immortalando una realtà che preoccupa sempre più le istituzioni locali, un gruppo di ragazzi ha deciso di passare dalle parole ai fatti. Una pietra scagliata con violenza ha raggiunto la giornalista, mentre una pioggia di bottiglie si è abbattuta sull'intera troupe.

Il coro delle condanne: dalla politica alle istituzioni

La notizia dell'aggressione ha scatenato una valanga di reazioni dal mondo politico e istituzionale. Fratelli d'Italia, attraverso i componenti della commissione di Vigilanza Rai, ha parlato di "vile aggressione", sottolineando come questo sia "l'ennesimo episodio di violenza che vede coinvolto il mondo dell'informazione e in particolare del Servizio pubblico".

Non sono mancate le prese di posizione del Partito Democratico, che ha evidenziato come l'aggressione colpisca "non solo chi svolge con professionalità il proprio lavoro, ma anche il principio fondamentale della libertà di informazione". Parole che trovano eco nelle dichiarazioni della presidente della commissione di Vigilanza Rai, Barbara Floridia, che ha definito l'episodio "profondamente preoccupante". L'Usigrai ha sintetizzato il problema con parole nette: "Chi lavora al servizio dei cittadini e del loro diritto a essere informati non può diventare bersaglio di facinorosi e violenti". Un principio che dovrebbe essere scontato, ma che evidentemente non lo è più quando si tratta di documentare certe realtà urbane. La richiesta dell'Usigrai di "individuare con urgenza strumenti adeguati a garantire l'incolumità di chi fa informazione" non appare più come una precauzione eccessiva, ma come una necessità concreta.

73 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views