Bruce Springsteen sull’America di oggi: “Non so dove stiamo andando, mi impegnerò perché le cose cambino”

Bruce Springsteen e Jeremy Allen White sono stati ospiti di Che Tempo che Fa sul Nove, dove hanno presentato il film Springsteen: Liberami dal nulla, dove l'attore americano interpreta il grande musicista e cantante nella fase iniziale della sua carriera, preludio dell'incredibile successo che lo avrebbe accolto e che stava già seminando.
Le parole di Bruce Springsteen sull'America di oggi
Un racconto, quello del film di Scott Cooper in cui non solo si racconta un artista di fama mondiale, ma anche la genesi di quello che è stato il primo vero successo di Springsteen, l'album Nebraska che lui stesso ammette sia uno dei suoi preferiti. All'autore e cantante di Born in the USA, brano e disco pubblicati nel 1984, era doveroso chiedere cosa ne pensasse dell'America di oggi, se a distanza di anni quel Paese di cui canta nelle sue canzoni esiste ancora e lui ha risposto dicendo:
Beh è un momento dove davvero non si può non avere dei dubbi, non so dove stiamo andando. Questo paese per 250 anni ha combattuto per la libertà, è stato il segno della speranza, del credere, un esempio speriamo di democrazia positiva per la maggior parte dei paesi del mondo, abbiamo fatto molti errori, ma abbiamo sempre cercato di fare del nostro meglio.
Poi, ha aggiunto: "Non abbiamo mai avuto una storia di autocrazia. Visto che ho dei figli, spero che la situazione cambi e allo stesso tempo cercherò di fare del mio meglio lavorando, cercando con la mia piccola influenza far sì che le cose cambino".
Jeremy Allen White nei panni di Bruce Springsteen
Jeremy Allen White, seduto al fianco del Boss (così come lo chiamano i fan ndr.), ha parlato del lavoro fatto per interpretarlo, uno studio non solo sul musicista, ma anche sulla persona, come dimostra l'aspetto profondamente umano che emerge nel rapporto tra Springsteen e suo padre, secondo l'attore importantissimo per la comprensione di tanti aspetti del carattere del musicista. Successivamente, poi, si è soffermato su alcuni aspetti che ha trovato particolarmente difficili:
Non è stato facile ho sempre ammirato Bruce e la sua arte, so anche quanto è amato dal pubblico in tutto il mondo, è proprio una persona idealizzata, quindi ho dovuto trovare il modo mio di capire lui da giovane, quando aveva 31-32 anni all'epoca, è un periodo della sua vita in cui sappiamo dov'è veramente iniziato il suo lavoro, è da lì che ho iniziato a cercare di capire quale è stato il suo passato, il suo presente da musicista.
Ha dovuto imparare a suonare la chitarra, cantare, ricevendo i complimenti di Springsteen che ha messo in luce le sue qualità: "Ha una voce naturale, ha fatto un lavoro meraviglioso" ha detto durante il collegamento e Jeremy Allen White ha ammesso: "Ho sentito molta responsabilità, ho voluto rendere giustizia alla storia di Bruce, a quel periodo della sua vita, alle persone che lo ammirano e ammirano la sua musica".