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Tony Binarelli nell’ultima intervista: “Vorrei andare a Sanremo”, conquistò Marina Perin con la magia

Tony Binarelli è morto all’età di 81 anni. A Fanpage.it, solo dieci mesi fa, il prestigiatore raccontò la sua lunga carriera, mentre la moglie Marina Perin gli stava accanto e con dolcezza interveniva di tanto in tanto per rimarcare quanto grande fosse il loro amore.
A cura di Daniela Seclì
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Tony Binarelli e la moglie Marina Perin
Tony Binarelli e la moglie Marina Perin

Il prestigiatore Tony Binarelli è morto all'età di 81 anni. Nel corso della sua lunga carriera, ha preso parte ai programmi di Pippo Baudo, Mike Bongiorno e Corrado e con la sua magia, aveva incantato grandi e piccini. Chi scrive, solo dieci mesi fa – a settembre 2021 – ha avuto l'opportunità di fare una lunga chiacchierata con Binarelli, ripercorrendo la sua carriera e la vita lontano dalla tv. Accanto a lui, in quella che sarebbe stata l'ultima intervista concessa, la moglie Marina Perin, che con dolcezza interveniva di tanto in tanto, parlando del loro amore e sostenendo il desiderio del marito di tornare in tv.

Tony Binarelli e la moglie Marina Perin, che conquistò con una magia

Tony Binarelli mi raccontò come era riuscito a conquistare la sua Marina, ricorrendo a un trucco di magia: "Negli anni ’60, ero a una festa a casa di amici, dove facevo i giochi di prestigio. Ho conquistato mia moglie indovinando il suo numero telefonico. Il giorno dopo le ho mandato tante rose quanto era la somma delle cifre che componevano il suo numero. E da lì è cominciato quello che dura ancora oggi". La signora Perin, poi, era intervenuta e dopo avermi dato dei consigli di natura sentimentale, mi aveva fatto sapere che negli anni, molte donne avevano tentato di portarle via il suo amato Tony, ma nessuna era riuscita nell'intento:

"Sono 52 anni di matrimonio e 9 di fidanzamento. Quando ci siamo conosciuti, io avevo poco più di 14 anni e lui 19. Negli anni c'è chi ha tentato di intromettersi nel nostro matrimonio, ma non gliel'ho data vinta. Se le basi sono buone, nessuno può riuscirci".

Tony Binarelli e il sogno di partecipare al Festival di Sanremo

Tony Binarelli mi disse che tutto sommato stava "bene": "Anzi benino. Io non dico mai bene, è una via di mezzo. Diciamo che vivo tranquillamente" e che l'unica cosa che a 81 anni gli faceva paura era "la malattia": "Arrivare a non capire più niente, perdere il proprio spirito. Ecco, sì, la malattia mi fa paura". Restava vivo in lui, il desiderio di fare, la volontà di tornare in televisione e aggiungere altre tappe alla sua carriera, anche se nutriva qualche perplessità circa la presenza di programmi adeguati a ospitare un mago:

"L’ambiente naturale della magia è il varietà. Mi dice quali varietà ci sono? Ormai da alcuni anni la televisione è soltanto parlata…solo salotti, più o meno colti. Sicuramente mi piacerebbe tornare in tv. Aspetto un’occasione, ma che sia giusta e importante perché ormai la mia parte credo di averla fatta. Portare la mia magia sul palco del Festival di Sanremo? Magari! Sarebbe bello, sono d’accordo. Lo dica ad Amadeus".

La carriera di Tony Binarelli, da impiegato a prestigiatore

Tony Binarelli si accostò alla magia quando aveva solo 13 anni, durante un'estate funestata dalla bronchite. All'inizio si trattò di una passione, che affiancava al suo vero lavoro, quello di impiegato in una casa automobilistica. Poi, questo interesse continuò a crescere, cannibalizzando gran parte del suo tempo. Un giorno, Binarelli decise di mollare tutto e di dedicarsi solo alla prestigiazione. Prima, però, chiese alla moglie Marina se fosse d'accordo:

"Io le dissi: “Passare da uno stipendio fisso a fine mese a ricavi ipotetici, cambia la vita”. E lei mi propose: “Facciamo una cosa, prendi la tua liquidazione, dividiamola in dodici buste e se entro un anno vediamo che le cose vanno bene, continuiamo. In caso contrario, cerchiamo un altro lavoro”. È stata una santa donna. Mi ha guardato le spalle, mi ha supportato. Ovviamente è andata bene. Da allora faccio il professionista".

Da lì seguirono i programmi di successo, in cui era tra gli ospiti più amati. Inoltre, prestò le mani a Terence Hill in una delle scene più iconiche del film "…continuavano a chiamarlo Trinità": "Il film aveva un budget basso. Io e Terence Hill avevamo a disposizione una maglia sola. Quella maglia bucata, sudata e sporca di polvere, dovevamo scambiarcela. Lui faceva la scena, poi la maglia la mettevo io e riprendevano le mani e così, tra fisarmoniche e ventagli, sembrava che Terence Hill fosse un grandissimo giocatore. Quando fecero la prima del film al cinema, dopo la scena della partita a carte, il pubblico fece un applauso. È un momento che ho appuntato al petto, più di molte altre medaglie".

Qui l'intervista integrale rilasciata da Tony Binarelli a Fanpage.it.

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