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Pino Insegno sul futuro in Rai: “Dicono di tutto, settimana prossima sarò al posto di Mattarella”

Pino Insegno smorza con ironia le domande relative al suo possibile futuro in Rai. “Su di me dicono di tutto, settimana prossima sarò al posto di Mattarella”, ha dichiarato il conduttore, senza rispondere a proposito di un eventuale ritorno in grande stile sul piccolo schermo.
A cura di Stefania Rocco
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Intercettato dai giornalisti a margine della 16esima edizione del Festival Internazionale della Cinematografia Sociale “Tulipani di Seta Nera”, Pino Insegno smorza le voci relative a un eventuale ritorno in grande stile in Rai. Da settimane, ormai, si rincorrono indiscrezioni a proposito della possibilità che Insegno sia destinato a diventare uno dei nomi di punta del prossimo palinsesto Rai. Voci alle quali Insegno evita di rispondere, rifugiandosi dietro una battuta di spirito: “Dicono di tutto su di me, ora divento nuovo ct della Nazionale, la prossima settimana prendo il posto di Mattarella”.

Le domande a Pino Insegno sul suo futuro in Rai

Quando gli chiedono se rientrerebbe volentieri in Rai, Insegno si limita a sorridere. “Certo”, conferma senza aggiungere altro. Le ultime indiscrezioni lo vogliono pronto a condurre la prossima edizione de L’Eredità e a sostituire Amadeus e L’Anno che verrà. Due ruoli di prestigio per i quali non esistono ancora conferma definitive ma che hanno spinto perfino Fiorello a sbilanciarsi con una battuta a proposito di un avvicendamento tra l’amico Amadeus e Insegno al timone del prossimo Festival di Sanremo.

La simpatia di Pino Insegno per il governo Meloni

A chi ha intravisto lo zampino del governo Meloni dietro la possibilità di un ritorno di Insegno in Rai, l’attore e conduttore aveva risposto attraverso un’intervista rilasciata a Repubblica lo scorso febbraio. “Torno in Rai perché sono bravo. Niente raccomandazioni, non sono una velina”, aveva tuonato il conduttore, “Secondo voi perché sono sparito dalla tv, perché non sono bravo? Vai a vedere chi ha preso le mie trasmissioni, non faccio nomi perché non voglio querele, ma queste sono le indagini che un giornalista serio dovrebbe fare. Ho doppiato 400 professionisti, ho fatto 600 puntate in tv. Poi non c’era più posto per me”.

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