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Morto Claudio Vecchio, aveva 64 anni: era stato il latitante Moneta ne La grande bellezza di Paolo Sorrentino

È morto Claudio Vecchio, produttore e attore stimato del cinema italiano, era stato il latitante Giulio Moneta per La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Da qualche giorno non rispondeva più al telefono e gli amici si sono allarmati. Lo hanno trovato senza vita nel letto della sua casa romana, forse colto da malore domenica scorsa. Tanti i ricordi sui social di chi lo ha conosciuto e ci ha lavorato: “Un evento doloroso, che lascia interdetti, spezzati”.
A cura di Eleonora D'Amore
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È morto Claudio Vecchio, produttore e attore stimato del cinema italiano, era stato il latitante Giulio Moneta per La Grande Bellezza di Paolo Sorrentino. Da qualche giorno non rispondeva più al telefono e gli amici si sono allarmati. Lo hanno trovato senza vita nel letto della sua casa romana, colto da malore. Tanti i ricordi sui social di chi lo ha conosciuto e ci ha lavorato: "Era intelligente, ironico, burberamente dolce instancabile con una qualità rara nel nostro mondo, la moralità", scrive Laurentina Guidotti su Facebook, produttrice e sua cara amica.

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Il ruolo di Giulio Moneta ne La Grande Bellezza di Sorrentino

Ne La grande bellezza c'è una scena in cui il vicino di casa di Jep Gambardella viene arrestato e così scopre che il misterioso e elegante uomo d'affari si chiama Giulio Moneta, "uno dei 10 latitanti più ricercati del mondo", e lavora per un'organizzazione che "fa andare avanti l'Italia". Il riferimento nel cognome non può che riportare a Matteo Messina Denaro, il capo di Cosa Nostra. "Un uomo laborioso" che, all'insaputa di tutti, "faceva andare avanti il Paese". Una genialata. A prestargli il volto fu proprio lui, Claudio Vecchio, che oggi rimbalza sulle bacheche di colleghi e amici propri con quell'immagine in balconata, mentre la polizia se lo porta via sotto gli occhi attoniti di Toni Servillo.

L'annuncio di Laurentina Guidotti: "Non ci rispondeva al telefono da giorni"

"Da qualche giorno Claudio Vecchio non rispondeva al telefono, ieri è stato ritrovato esanime nella sua casa romana, forse morto domenica scorsa in seguito a un malore", scrive il noto giornalista Michele Anselmi sui social, "Davvero un evento doloroso, che lascia interdetti, spezzati". La notizia l'ha appresa dall'amica e produttrice Laurentina Guidotti, che aveva dato notizia della morte di Vecchio con queste parole: "Da qualche giorno il nostro carissimo Claudio Vecchio non rispondeva al telefono purtroppo è stato ritrovato oggi nel suo letto esanime. Se ne va via un grande professionista che credeva nel cinema e gli ha dedicato tutta la sua vita, lo amava e lo conosceva profondamente. Era un amico prima di tutto intelligente, ironico, burberamente dolce instancabile con una qualità rara nel nostro mondo, la moralità. Non posso pensare alla nostra vita professionale, e non , senza di lui. Pubblico questo post con le tracce delle ultime chiamate, grazie a lui abbiamo prodotto con successo e passione molti film . Riposa in pace".

Il ricordo di Michele Anselmi: "Una vita professionale non sempre facile"

È il giornalista Michele Anselmi a tracciarne un profilo completo e sentito su Facebook, spiegando come Claudio Vecchio avesse scritto più di una pagina del cinema italiano, nonostante alcuni momenti di criticità nella carriera, che gli avevano donato ‘una saggia malinconia'. "Casertano, 64 anni, ex avvocato, poi organizzatore sui set, produttore in proprio del film “Volevo solo dormirle addosso” di Eugenio Cappuccio, con Giorgio Pasotti e Cristiana Capotondi, collaborò con Pappi Corsicato, Mario Martone, Stefano Incerti, e infine trovò in “Lamerica” di Gianni Amelio, il suo film del cuore, che molto lo cambiò, anche professionalmente", scrive. Anselmi conclude il ricordo con un particolare che tenta di restituire una sfumatura che solo chi gli è stato accanto ha potuto percepire: "Nel suo sguardo trovavo sempre un lampo di intelligenza misto a sfottò, un vago senso di sprezzatura, come se una sorta di irresolutezza esistenziale, di saggia malinconia, lambisse la sua vita, professionalmente non sempre facile, tra alti e bassi, come capita a tanti nell'ambiente del cinema italiano". Tanti i ricordi di addetti ai lavori e colleghi che hanno condiviso almeno un pensiero sul cinema, e un consiglio, con lui. Tra questi, l'attrice Fabrizia Sacchi: "Claudio, non ho parole, solo il tuo sguardo vivo e aguzzo, ci denudavi, e io non capisco perché devo parlare di te al passato perché tu sei un archetipo, tu sei Claudio Vecchio e io ti amerò per sempre".

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