Le reazioni dopo l’attentato a Sigfrido Ranucci, la condanna dalla Rai: “È un attacco al servizio pubblico”

Un coro unanime di sdegno e condanna ha seguito l'attentato dinamitardo contro Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report. L'ordigno che ha fatto esplodere l'auto del giornalista parcheggiata sotto casa, danneggiando anche il veicolo della figlia, viene interpretato come un attacco diretto non solo a un professionista – sotto scorta dal 2021 – ma all'essenza stessa dell'informazione libera. Queste le reazioni dal servizio pubblico.
Le reazioni della Rai dopo l'attentato a Ranucci
"L'essenza vitale della nostra democrazia è la libertà informativa che la Rai garantisce e che i suoi giornalisti rappresentano", ha dichiarato l'Amministratore Delegato Rai Giampaolo Rossi, esprimendo massima solidarietà per quello che definisce "un grave e vile attentato intimidatorio". L'azienda di viale Mazzini ha ribadito che "respinge con forza e determinazione ogni minaccia contro chi svolge il proprio lavoro nel Servizio Pubblico". Sulla stessa linea il presidente facente funzioni Antonio Marano e l'intero Cda Rai, che sottolineano come "non saranno certo le intimidazioni a fermare il nostro dovere di informare". Il Consiglio d'Amministrazione ha poi puntato il dito contro una realtà "troppo spesso ‘avvelenata' dall'incapacità di costruire dialoghi costruttivi". L'ADRAI – Associazione dei Dirigenti della Rai – ha espresso "ferma e incondizionata condanna" per l'attentato, definendolo "un gravissimo e inaccettabile atto intimidatorio" che mira a "mettere in pericolo la libertà di stampa e di espressione, pilastro dei valori alla base della democrazia del Paese".
Il Ministro della Cultura: "È un atto criminale"
Anche il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli, è intervenuto condannando "con sdegno l'atto criminale" e ricordando che "la libertà di pensiero e di espressione è un principio fondante della convivenza civile". L'attentato arriva a pochi giorni dall'inizio della nuova stagione di Report, prevista per il 26 ottobre, durante la quale Ranucci aveva annunciato inchieste su temi sensibili come i finanziamenti nel mondo della cultura, la scuola, l'università, le banche e la sanità nel nostro Paese. Le indagini sono in corso mentre cresce la preoccupazione per quello che appare come un tentativo di intimidire non solo Ranucci, già sotto scorta dal 2014, ma tutto il giornalismo d'inchiesta italiano.