Benedetta Porcaroli netta su Gaza: “Ho il cuore a pezzi per questa strage umana, anche la mia vita è cambiata”

Che il tema politico sia al centro della Mostra del Cinema di Venezia 2025 lo si è intuito già settimane fa, quando diversi attori e registi si sono uniti firmando un appello per chiedere alla Biennale, l’ente che organizza il festival, di prendere una posizione netta contro il genocidio. Se da un lato alcuni artisti scelgono di mantenere un profilo basso, infatti, c'è anche chi decide con forza di cogliere l'occasione per schierarsi. È questo il caso di Benedetta Porcaroli, che in un'intervista ha definito ciò che sta accadendo a Gaza come "una strage umana" che le ha cambiato la vita.
Le parole di Benedetta Porcaroli
In una lunga intervista rilasciata a La Repubblica in occasione della presentazione del film Il rapimento di Arabella, per cui partecipa quest'anno al Festival del Cinema di Venezia, l'attrice ha deciso di esporsi in modo netto contro il genocidio: "Ho il cuore a pezzi per come mi vivo io questa strage umana". Gli orrori della guerra la influenzano al punto da spingerla a dichiarare che anche la sua vita è cambiata: "Non riesco neanche più a divertirmi chissà quanto, non riesco ad avere un eccesso di euforia, siamo devastati".

Secondo lei, esporsi è importante a prescindere dal proprio ambito di competenze e dal contesto in cui si opera: "La cosa che andrebbe fatta è proprio cogliere qualunque occasione, non bisogna essere esperti di geopolitica per alzarsi in piedi e dire che non ci sta bene".
Il tema politico al centro della Mostra del cinema
La guerra a Gaza sembra essere al centro, quest'anno, del Festival di Venezia molto più del tema artistico. Tutto è cominciato quando qualche settimana fa il collettivo Venice4Palestine aveva chiesto alla Biennale l'esclusione di Gal Gadot e Gerard Butler, attori ritenuti da loro inadatti all'evento per le loro posizioni pro-israeliane, ma in realtà la loro assenza era già prevista prima delle proteste. L'intento degli attivisti era quello di chiedere alla Mostra di prendere posizione più netta rispetto al dramma di Gaza e di non accogliere due star di Hollywood che, in passato, hanno sostenuto apertamente l’esercito israeliano. Molti artisti, però, tra cui Raz Degan e Carlo Verodne, continuano a sostenere che Venezia non debba diventare un tribunale, piuttosto uno spazio che incoraggi il confronto.