Alessandro Gassmann e l’educazione sessuale nelle scuole: “Non può venire solo dai porno, l’amore non è quello”

Alessandro Gassmann tornerà dal 20 novembre con Un professore, nuova stagione dell'amatissima serie di Rai1. Avendo vestito i panni di un docente, l'attore si è espresso su un tema molto caldo in relazione alla scuola italiana, quello del divieto dell'educazione sessuale nelle scuole fino alle medie. Questione sulla quale Gassmann non ha dubbi, come ha raccontato da ospite di Da Noi… a ruota libera: "Penso che l'educazione sessuale per i ragazzi non può arrivare esclusivamente dal porno, perché l'amore non è quello. Bisognerebbe ritrovare un'educazione affettiva e sessuale nelle scuole".
Il rapporto con il figlio Leo
Sull'educazione di suo figlio, Leo, l'attore sottolinea di avere avuto negli anni un approccio molto rigido: "Non ho dato a mio figlio il cellulare fino ai 15 anni e il motorino a 16 […] Lui è stato un figlio fantastico. Tra i due genitori io sono stato quello che metteva i paletti, ma adesso siamo molto vicini, posso ancora dormire abbracciato a lui come quando era piccolo, siamo molto fisici nel nostro affetto. ci vogliamo molto bene. Pur essendo stato un padre molto rigido, ho sempre provato ad esserlo con dolcezza, sforzandomi di ascoltare quello che diceva".
Proprio sul rapporto con suo figlio, non nasconde i dubbi nel momento in cui lui gli ha raccontato la scelta di imparare a fare l'attore: "Mio figlio su Califano credo abbia fatto un lavoro abbastanza straordinario, anche se gli sconsigliai di farlo. Non solo per il cognome, ma perché Califano era un mito assoluto e sbagliare sarebbe stato letale. È stata una delle tante volte in cui mi sono sbagliato. Lui è un attore diverso da me, è anche un imitatore, sa camuffare e diventare altro. Lavorare insieme? Non ce l'hanno mai chiesto, dovesse capitare con due ruoli giusti, lo considererei come un attore come gli altri".
Gassmann confessa: "Da studente sono stato un bullo"
Quanto alla sua esperienza da studente, Alessandro Gassmann ricorda di non avere vissuto bene quegli anni: "Per me la scuola era un luogo pauroso, dove avevo paura di prendere voti bassi, anche perché a casa mi aspettava Vittorio Gassman ed era abbastanza terrorizzante. Questo ha reso la scuola una tortura e sono sempre stato uno studente mediocre". Una difficoltà che si è tradotta anche in delle storture: "Sono stato anche bullo e l'ho sempre detto, anche se all'acqua di rose, non picchiavo le persone per fortuna. Già ero un po' diverso per il cognome e poi a 14 anni ero già alto 1.93. L'umiliazione più grande per me era che a 13 anni il banco era troppo piccolo e mi diedero una sorta di cattedra per farmi entrare con le gambe. Poi sono diventato buono anche grazie all'aiuto dei miei genitori, correggendo quella brutta tendenza".