Morto Diego Sepe, attore nei film Martin Eden e Duse: il teatro e il cinema piangono il “dolce principe”

È morto Diego Sepe, attore e regista originario di Napoli, nato nel 1974 e deceduto in queste ore all’età di 51 anni. Attore nei film Martin Eden e Duse, aveva dato il suo contribuito anche al teatro. La notizia è stata diffusa dal fratello Pierpaolo Sepe attraverso un commosso messaggio su Facebook: "Buonanotte, dolce principe, e canti e voli d’angeli ti accompagnino al tuo riposo. Ciao Diego, fratellino mio bellissimo". I funerali si terranno 30 ottobre alle ore 13:00 in via Santa Maria del Pianto, presso il cimitero di Poggioreale a Napoli.
Nato a Napoli nel 1974, Diego Sepe ha iniziato a muovere i primi passi nel mondo del teatro partenopeo, frequentando tra l’altro il laboratorio “BARDEFE” di Napoli diretto da Umberto Serra. Nel corso degli anni ha approfondito la propria formazione attraverso seminari di recitazione e drammaturgia, lavorando su classici come la tragedia greca e autori contemporanei. Trasferitosi a Roma, dove ha vissuto e lavorato per oltre vent’anni, Sepe ha costruito una carriera solida sia in teatro che al cinema.
In teatro ha preso parte a produzioni rilevanti: fra queste spiccano Lear di Lisa Ferlazzo Natoli e Il Maestro e Margherita di Andrea Baracco. Al cinema ha partecipato a film di rilievo, tra cui Martin Eden (2019) e Duse (2024), entrambi diretti da Pietro Marcello. In un’intervista del 2021, Sepe si era raccontato come attore e regista impegnato anche sul fronte delle rivendicazioni per i lavoratori dello spettacolo, in qualità di partecipante del collettivo “Presidi culturali permanenti”.
Anche per questo motivo, la scomparsa di Sepe ha provocato un’onda di commozione nel mondo dello spettacolo. L’U.N.I.T.A. (Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo) ha scritto su Instagram: "Abbiamo il cuore spezzato per la scomparsa prematura di #DiegoSepe, attore straordinario, formatore sensibile e talentuoso, ma soprattutto un amico speciale, persona veramente unica. Troppo presto, troppo. Ci mancherai, buon viaggio dolce principe". Colleghi e teatri hanno sottolineato la sua “grazia”, la profondità interpretativa e l’impegno civile, elementi che hanno caratterizzato il suo percorso professionale.