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Veronica Gentili: “Farò l’Isola dei Famosi senza tradirmi, non è più il tempo in cui un reality ti toglie credibilità”

Veronica Gentili in un’intervista a Fanpage racconta come sarà la sua Isola dei Famosi. Dal cast di nomi con “verginità da reality” allo sguardo sociale “ispirato a Bignardi del primo GF e Ventura delle prime edizions”. Il passaggio dalla politica all’intrattenimento non la intimorisce: “La vita mi ha fatto fare cose molto diverse da quello che immaginavo, lo considero un valore”.
A cura di Andrea Parrella
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"Se hai troppa paura, è inutile che fai questo mestiere". Il mestiere in questione è quello della conduttrice, in particolare di un reality show, e a pronunciare queste parole è Veronica Gentili, che guarda con rispetto, ma anche con serenità e una certa dose di entusiasmo, all'avventura che la aspetta, la conduzione dell'isola dei Famosi. Un salto che la proietta in un ambito apparentemente non suo, l'intrattenimento, in una stagione complessa per i reality show di Canale 5. Come racconta in questa intervista, punterà su un cast concorrenti dotati di una "verginità da reality" e sulla consapevolezza di poter imporre al programma una traiettoria diversa tornando a cercare verità, seguendo la matrice che fu del primo Grande Fratello di Daria Bignardi o delle prime isole di Simona Ventura: "Questo programma ti toglie la fama e ti lascia la fame, sei costretto a retrocedere da personaggio a persona".

Ti affacci su un nuovo mondo. Sta cambiando qualcosa in questo passaggio improvviso al reality?

Le dinamiche non stanno cambiando, così come successe per la politica i programmi li metti su, li costruisci e ci lavori da zero. Qui l'idea è stata quella di una conduzione diversa, si è scelto di mettere me con la mia mia storia, col mio percorso giornalistico, e io ho cercato di mettermi a lavorare per portare la mia abilità, il mio sguardo, la mia cifra, per dargli anche un mio sapore.

Marzullianamente, stai cambiando tu l'isola, o l'isola sta cambiando te?

Direi che alla fine tutto ti cambia e niente ti cambia. Nel senso che nell'arco di un percorso uno stravolge tante certezze che aveva, tante convinzioni molto più ortodosse. Già so che mi farai la domanda "ma non avevi detto che non avresti mai fatto l'Isola dei famosi?".

Se ti fai la domanda da sola, ti tocca anche rispondere. 

In realtà sì, l'ho detto, ma nella mia vita non avrei neanche mai pensato di condurre le Iene. Prima ancora, probabilmente mentre facevo l'attrice, non avrei pensato di finire davvero a fare la giornalista e tantomeno di finire a condurre programmi politici in televisione. La vita mi ha fatto fare cose molto diverse da quello che avevo immaginato e io dell'avere in qualche modo contaminato e ibridato il mio percorso, ne ho sempre fatto un po' la mia cifra e il mio tratto distintivo. Andando avanti che quello che puoi veramente fare è cercare di portare te, il tuo modo, nei prodotti che realizzi.

Guai a sentirsi inadeguate, insomma. 

Se penso alla realtà in cui sono entrata a Rete 4, nel mondo della politica, in un in una rete fatta in un certo modo, sicuramente io non ero proprio il cacio sui maccheroni. Non ero la cosa più facile da predire guardando quel palinsesto. E invece lì sono riuscita a fare un lavoro mio che chiaramente teneva conto delle condizioni date dal contesto oggettivo in cui ti trovi, ma che aveva il mio sguardo.

La tua carriera è davanti a un bivio. Questa Isola potrebbe rappresentare una svolta, oppure il contrario. È un tema che esiste nella tua testa?

Io rifletto sempre su tutto in una maniera quasi ossessiva e quindi è una domanda che mi sono posta, così come chiaramente mi sono chiesta se avevo un margine per cercare di farmi calzare i panni di un format che già esiste e farlo a modo mio.

Che risposta ti sei data?

Mi sono risposta che forse era un tentativo che potevo fare. Non è stata certo una mia idea, non mi sono svegliata una mattina e ho detto "Adesso faccio l'Isola dei famosi". La vita non funziona così, le carriere non funzionano così, anche quella è una visione molto infantile e molto astratta, data da chi, come ognuno di noi, a volte quando non è all'interno di un settore lo può solo immaginare.

Talk politici e d'attualità, poi Le Iene che è un programma ibrido, ora l'intrattenimento puro. Cosa cerchi in te Mediaset?

Può succedere che per dei programmi di intrattenimento si cerchi uno sguardo più sociale, antropologico, e che quindi abbiano pensato a me. A quel punto ti devi chiedere tu se sei in grado di fare quella cosa senza tradirti, senza snaturarti, senza violentare la natura di quella che tu sei. Dopodiché, io sono una che nelle contaminazioni ci ha sempre creduto, nei compartimenti stagni no. La mia vita e la mia carriera ne sono una riprova, perché in tutto il percorso di vita che ho fatto ho sempre scoperto che tutto quello che mi portavo dietro da bagagli altri, che avevano a che fare con le valigie di altri viaggi, mi sono stati utili.

Non temi che fare un reality ti tolga credibilità?

Trovo irreale la tendenza a irreggimentare in compartimenti stagni, a separare gli ambiti in una maniera molto radicale. Siamo nel mondo in cui il presidente degli Stati Uniti ha vinto le elezioni grazie al podcast di un podcaster che era un cabarettista e commentatore di campionati di arti marziali. Pensare che oggi si diventi meno seri, meno credibili, meno costanti per un programma come l'isola, poi per una che è sempre stata e rimane la secchiona per antonomasia, è illogico. Credo che sia una lettura di mondo che non è sintonica coi tempi.

Sei in qualche modo chiamata a risollevare questo programma e anche a salvarlo dall'inerzia delle ultime edizioni. Ne sei consapevole?

Non lo confermo perché sarebbe molto sgraziato da parte mia verso chi mi ha preceduto, anche per la simpatia personale verso Vladimir Luxuria. Mi rendo conto sicuramente che nella coralità di reality che ci sono, non solo in Italia, farli funzionare tutti diventa complesso. Quando un titolo esiste da tanto tempo, reinventarne gli ingredienti è molto complicato, ma anche necessario.

Elemento cruciale è il cast. Avete pescato tra nomi inediti.

Ho cercato di lavorare per scongiurare il più possibile il rischio dei volti che migrano di reality in reality, perché senno perdi quell'elemento di realtà che è una delle ragioni che poi alla fine mi ha spinto a dire "Sì, forse qualcosa posso farla".

Facci un esempio.

Avere uno sguardo quanto più oggettivo e neutrale possibile, restituendo la nostra interpretazione degli eventi. Se il reality è realtà, è quella cosa affascinante che iniziò col primo Grande Fratello di Daria Bignardi, che se vuoi poi è un po' il riferimento, al pari delle prime isole che fece Simona. Ho sempre pensato, iperbolicamente, che in due mesi di isola è come se ti facessi 10 anni di analisi condensati. È talmente estremo quello che tu vai a vivere, sei talmente deprivato di tutte quelle che sono le vie di fuga esistenziali, che se tu non sei ormai una creatura da reality già avvezza a certe dinamiche, delle cose vengono fuori.

Mario Adinolfi è nel cast dell'Isola dei Famosi
Mario Adinolfi è nel cast dell'Isola dei Famosi

Mario Adinolfi e Dino Giarrusso sono due nomi che avresti avuto ospiti nei tuoi talk. 

Non solo loro. Carly Tommasini è una ragazza transessuale, attivista femminista LGBTQ+ con cui ho fatto delle discussioni nei miei primi blocchi di politica, lei contro Sallusti, che erano spaziali. Insomma, abbiamo pescato tra personaggi con una verginità da reality.

Messa in questo modo, questa tua Isola potrebbe trasformarsi in un reality talk show. Lo trovi uno scenario possibile?

Sarebbe anche molto divertente per quanto mi riguarda. Credo però che, rispetto al reality talk show, la differenza è che qui parte sì Mario Adinolfi del popolo della famiglia, ex parlamentare PD, editorialista di Avvenire. Così come parte Dino Giarrusso, ex europarlamentare del Movimento 5 Stelle ed ex Iena, ma non avranno la forza che potrebbero avere in una tribuna politica perché si dovranno interfacciare con delle necessità, delle esigenze e delle problematiche molto più basiche, più primitive. Lo faranno utilizzando il loro background, il loro retroterra, ma non potranno utilizzarlo a mo' di corazza. All'isola il gioco è proprio che io ti levo la fama e ti lascio con la fame. Non c'hai più la tua armatura e sei costretto a retrocedere da personaggio a persona.

Dino Giarrusso, un altro ex politico nel cast.
Dino Giarrusso, un altro ex politico nel cast.

Simona Ventura sarà opinionista. Avere l'anima storica del programma lì presente dà ansia o sicurezza?

Sono veramente molto contenta di averla, nel senso che io credo che proprio nell'ottica di chi questi reality li conosce e li ha fatti quando cominciavano, li ha visti crescere e formarsi e quindi ne conosce la struttura ossea, Simona ha uno spirito di osservazione, una conoscenza della materia che è enorme. Non ha fatto l'Isola solo da studio ma da tutti i lati, perché poi è andata anche in loco, fisicamente, il che sembra una cosa di poca importanza e invece secondo me è fondamentale, perché poi la misura di quello che succede lì ce l'hai se l'hai vissuto. Credo che sarà un'alleata preziosissima anche per fornirmi elementi e chiavi di lettura che poi io farò mie, ma che saranno molto importanti. Il fatto che sia la storia del programma non è una diminutio, sono lontanissima dall'idea di Veronica reginetta del ballo.

Simona Ventura, da conduttrice a opinionista.
Simona Ventura, da conduttrice a opinionista.

Inviato sarà Pierpaolo Pretelli, individuato come il volto maschile su cui Mediaset vorrebbe puntare per il futuro.

L'ho conosciuto personalmente da poco e posso dire che Pretelli ha una caratteristica rara, è una persona con un entusiasmo e una predisposizione a fare invidiabili. È molto predisposto all'ascolto, a cercare di capire dove si trova, che sta facendo, per intonarsi con la realtà attorno a sé.

Insomma, vi siete attrezzati bene vista la grossa responsabilità che vi attende, ovvero rimediare a una stagione complessa e tenere in vita un format.

Tu vorresti terrorizzarmi, ma io ti ricordo che io ho cominciato a condurre a Rete 4 quando venne inaugurata la nuova Rete 4. Insomma, è un'ansia prestazionale che ho vissuto, ma se da una parte avere paura è legittimo, quasi naturale, dall'altra non puoi temere troppo una cosa del genere, ma anzi avere voglia di fare. Altrimenti fai un altro mestiere.

Tra i dettagli c'è da registrare che andrete in onda in un periodo anomalo, a cavallo tra la fine della stagione regolare e l'inizio di quella estiva.

È vero, però negli ultimi anni abbiamo anche avuto prova che la televisione è veramente cambiata in tutto, se consideri che ormai la stagione televisiva non ha più il fuori garanzia dell'estate. Non a caso prodotti forti come Temptation Island vanno in onda a luglio. Questo ti dimostra che non funziona più quella visione un po' dogmatica sul fatto che la TV si faccia d'inverno e poi d'estate non investi perché tanto la gente  non la guarda.

Se questa Isola dovesse andare bene, potresti ritrovarti ingabbiata nei reality. È una prospettiva che hai considerato?

Mi sembra tutto un po' prematuro. Se la domanda è se io continuerò a occuparmi di politica, di giornalismo e ad alimentare la mia grande passione, non cambierà nulla solo perché vado a condurre un programma di intrattenimento. Lo trovo un ragionamento datato. Qui ognuno cerca di inventarsi una reputazione digitale, correndo da un podcast all'altro e il problema sarebbe che se fai la giornalista, ma conduci un reality, diventi meno seria? Di che stiamo parlando?

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