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Pablo Trincia: “Le Iene palestra di vita, oggi scelgo le storie seguendo il mio istinto”

Il 5, 6 e 7 dicembre su SkyTG24 va in onda la docu-serie “Essere Umani- Lo spettro di Mumbai sul nostro futuro” di Pablo Trincia. Intervistato da Fanpage.it, l’autore ha raccontato perché questa città sta affrontando un problema che diventerà presto comune. Spazio poi a una riflessione sui podcast, l’informazione e le storie.
A cura di Elisabetta Murina
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La passione per le persone. È questo il filo rosso che accompagna ogni nuova storia di Pablo Trincia. Podcast, web serie, documentario, libro: il formato può cambiare- anche mescolarsi in alcuni casi- ma il centro della narrazione rimane l'essere umano in tutte le sue sfaccettature. Ed è proprio quello che si vede anche nella sua ultima inchiesta giornalistica, nata dal podcast Megalopolis e diventata una docu-serie dal titolo Essere Umani- Lo spettro di Mumbai sul nostro futuro, che andrà in onda il prossimo 5, 6 e 7 dicembre su SkyTg24 e prodotta da Chora Media. Ospite nella redazione di Fanpage.it, l'autore ha spiegato perché questa città, seppur geograficamente lontana, dovrebbe iniziare a interessare da vicino tutti noi. Non solo: ha poi parlato della scelta degli argomenti, dei podcast che "sono già il futuro dell'informazione" e di tanto altro.

Esseri Umani-Lo spettro di Mumbai sul nostro futuro: perché la scelta di questo tema?

Ho scelto di parlare del cambiamento climatico e la megalopoli di Mumbai come soggetto del documentario perché è il momento di parlarne. Ho cercato di raccontare questo fenomeno attraverso le persone che abitano in una grande città del mondo che presto dovrà far i conti con il livello del mare che si alza e con il problema del sovrappopolamento. É un progetto che mira a far entrare nelle case l'idea che, anche se si tratta di una città lontana, dobbiamo iniziare a preoccuparci del cambiamento climatico perché ci riguarda tutti.

L'aspetto che più ti ha colpito del tuo viaggio in India.

La città di Mumbai è uno dei luoghi più incredibili della terra, non esiste un posto come quello. Ci sono famiglie che hanno accesso all'acqua solo 8 minuti al giorno, di notte, e devono stare svegli apposta per riempire le loro taniche altrimenti non hanno l'acqua per il giorno dopo. Questa è una cosa che mi ha colpito moltissimo.

Come scegli quale argomento approfondire nei tuoi progetti?

É una scelta sempre molto istintiva, è qualcosa che mi deve appassionare. Vedo un documentario, leggo un articolo o sento un podcast che mi colpisce e mi viene un'idea. Non c'è solo un pensiero ma anche una sensazione dietro.

E come capisci quale è il formato più adatto per raccontarlo? 

Tutte le storie in possono raccontare in tutti i formati Ad esempio, penso alla megalopoli e mi dico "si potrebbe fare sia in audio che in video", quindi mi organizzo per realizzare due storie che partono dalla stessa matrice. Credo che questa sia la direzione in cui stiamo andando: non fare solo una cosa ma pensare sempre a un'idea con già due direzioni diverse.

C’è un filo conduttore che accomuna tutte le tue storie?

Ho sempre avuto una grande passione per l'essere umano con tutti i suoi pregi e difetti, in tutta la sua complessità. Questo è un pò il filo rosso che lega tutto il mio percorso professionale, che è passato anche da Fanpage, dove ho fatto delle cose di cui sono molto orgoglioso.

Da inviato a Le Iene ad autore di podcast: come è cambiato negli anni il tuo metodo giornalistico?

Ho fatto tanti anni a Le Iene ed è stata la più grande palestra di lavoro e di vita perché ho imparato a fare tutto. Le skills che mi hanno insegnato in quel programma mi sono state utilissime quando ho iniziato a fare podcast, soprattutto per scrivere per l'audio e costruire un racconto. Negli anni ho creato il mio bagaglio e ogni volta che mi serve lo riapro e ci trovo dentro cose che fanno parte della mia esperienza.

Pablo Trincia si trasforma a seconda dei media che sceglie?

Sono un autore e allo stesso tempo una persona, nei miei progetti cerco di metterci anche un pò di quello che sono nella vita. Il mio modo di raccontare una storia però non cambia da un mezzo all'altro, anche se mi piace sperimentare sempre di più.

Ora sei il direttore creativo di Chora Media: i podcast sono il futuro? 

I podcast sono già il futuro dell'informazione, dell'intrattenimento, della narrazione perché sono accessibili attraverso gli smartphone, proprio come i video, e poi sono un mezzo anche produttivamente parlando meno costoso. Ti danno la possibilità di raccontare tanto, di prendere il tuo tempo, ed è una cosa che purtroppo gli altri formati non sempre ti danno. La loro grande forza sta nel fatto che si prendono un momento della tua giornata che tendenzialmente è libero, è un ascolto emotivamente più forte e intimo perché usi la tua memoria per ricostruire quell'immagine che manca.

C'è un progetto che non hai ancora realizzato ma che ti piacerebbe fare?

Non ci sono progetti che vorrei fare, ci sono progetti che faccio perché li ho desiderati e quindi li realizzo. Non dico "vorrei farlo, mi piacerebbe, sarebbe bello".

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