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Omar Fantini: “L’incidente di Loredana ci ha terrorizzati, con Mario Adinolfi e Jey Lillo amicizia anche dopo l’Isola”

Il comico bergamasco racconta a Fanpage.it il suo ritorno dalla Honduras: dai blocchi creativi superati al rapporto speciale con Jey Lillo e Mario Adinolfi, passando per lo scontro con Dino Giarrusso e il grande spavento per l’incidente di Loredana Cannata.
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Tre mesi sull'Isola dei Famosi hanno cambiato Omar Fantini. Il comico bergamasco torna dalla Honduras con una consapevolezza diversa e una rinnovata voglia di fare. "Sono caduti i muri che mi ero autocostruito", confessa a Fanpage.it, riferendosi ai blocchi creativi che negli ultimi anni lo avevano frenato. Un'esperienza che ha definito "incredibile, folle, ma formante", vissuta inizialmente con leggerezza ma rivelatasi molto più impegnativa del previsto.

Se c'è una scoperta che Omar Fantini non si aspettava di fare sull'Isola dei Famosi, quella è sicuramente Mario Adinolfi. "Entravo prevenuto in maniera enorme e me ne esco invece con un amico incredibile", confessa il comico bergamasco, definendo questo legame "il mio piccolo miracolo dell'isola". Lontano dai riflettori e dalle polemiche televisive, Adinolfi si è rivelato per quello che è davvero: "Una persona che si è interessato a tutti, alla storia di tutti, al vissuto di ognuno di noi, è proprio un affamato di storie e lo fa con una correttezza".

Uno dei momenti più drammatici dell'edizione è stato senza dubbio l'incidente occorso a Loredana Cannata durante una prova in apnea. "Vi dico anche che voi da casa vi siete spaventati, ma ci siamo spaventati molto di più noi", rivela Fantini. E sullo scontro con Dino Giarrusso: "Appena ci siamo visti ci siamo guardati e ci siamo detti: ‘Che due deficienti. Abbiamo fatto la cazzata tutti e due'".

Omar Fantini alla prova dello specchio nell’ultima puntata. (Credits Ipa/Agency)
Omar Fantini alla prova dello specchio nell’ultima puntata. (Credits Ipa/Agency)

Come è tornato Omar Fantini in Italia?

Questa è un'esperienza veramente incredibile, folle, però bella, formante. Devo dire che l'avevo presa un po' sotto gamba, nel senso che ero andato proprio perché mi piaceva l'idea della sopravvivenza e della prova fisica più che perché non sono proprio uno da reality. Però dico: se decido di farne uno, scelgo almeno quello che ha una prova che mi può mettere in una condizione di fare qualcosa di piacevole per me.

L'avevi presa sotto gamba e invece sei capitato proprio nell'edizione dove il concetto di sopravvivenza è stato estremizzato. 

Le privazioni sono state incredibili. Una delle prime cose che sono cadute sono i muri che mi ero autocostruito. Sono partito che sicuramente avevo dei blocchi, soprattutto creativi, a causa di cose poco piacevoli che erano successe dopo dei miei pezzi fatti in TV o addirittura su dei progetti che avevo su YouTube. Avevo perso la voglia. Avevo un po' perso la vena.

Cosa ti è mancato? 

Le prime due settimane sono state quelle dove ho sentito più mancanza di casa in assoluto, quella è stata la parte che ho dovuto gestire di più.

Più della fame?

Assolutamente, più della fame. Non ho mai avuto un giorno di scompenso che dico "Dio, datemi da mangiare o me ne vado". Mi ci sono abituato in un certo senso. Ma sul piano emotivo, le prime due settimane per me sono state davvero difficili. Lì il pensiero era continuamente: che cosa ci faccio qua, dovrei essere da un'altra parte. C'è la mia compagna a casa da sola che si deve ammazzare con tutte le rotture, mio figlio che finisce il campionato e la scuola, mia figlia che ha gli italiani di ritmica e io sono qua dall'altra parte a far cosa? Sensi di colpa che però erano autocostruiti. Ho iniziato a gestirli meglio ed è iniziata questa voglia di dire "Ma sai cosa? Tutte le cose che mi hanno messo un po' con la schiena al muro, voglio girarle io al contrario e riprendo". Adesso torno veramente con una voglia enorme di fare e di fare anche laddove mi ero un po' seduto, soprattutto dal punto di vista della comicità.

Parliamo di Jey Lillo. Con lui si è creato un bel rapporto? 

Stupendo. Il rapporto con Jey è stato insieme a quello con Mario, ma diciamo che quello con Mario si era già sviluppato, ma l'ingresso di Jay per me è stato proprio la salvezza delle ultime settimane. Ci siamo proprio aggrappati uno all'altro e si è creato questo rapporto d'amicizia, di cialtroneria uguale perché abbiamo questo gusto per le battute brutte entrambi, per cui ce le dicevamo proprio per tenerci su. E in me ovviamente è scattato anche un po' un rapporto paterno, mi è scattata tutta la parte che mi mancava dei miei figli.

Jey Lillo e Omar Fantini (credits Ipa/Agency)
Jey Lillo e Omar Fantini (credits Ipa/Agency)

Mi hai anticipato la domanda su Mario Adinolfi.

È stata una grande sorpresa perché anche io entravo prevenuto in maniera enorme e me ne esco invece con un amico incredibile. Ecco, questi sono i piccoli miracoli dell'isola.

Anche L'Italia ha scoperto un altro Mario Adinolfi, è vero?

Assolutamente, guarda, e il vero Mario Adinolfi è questo qua. È una persona che si è interessato a tutti, alla storia di tutti, al vissuto di ognuno di noi, è proprio un affamato di storie e lo fa con una correttezza. Anche quando discute delle sue scelte etiche, delle sue posizioni non è mai stato impositivo o denigratorio. Si spiega, ti lascia spiegare, ti ascolta, sostiene le sue tesi. Ovviamente combatterlo è difficilissimo perché ha un eloquio portato da una cultura devastante, quindi è veramente difficile contrapporsi. Però per dire: io che ho sempre cercato di distruggergli tutto, anche la religione in maniera comica, ovviamente con le mie battute sarcastiche, lui ha sempre comunque riso, anche se mi diceva: "Fantini, non esagerare". Il rapporto con lui è il mio piccolo miracolo dell'isola. Ci tengo a dirlo perché veramente è una cosa che mi porto a casa con grande piacere.

E lo rincontrerai presto, immagino.

Sì, ci siamo già dati appuntamento. Probabilmente già a fine agosto se non a settembre, ma ci siamo già accordati.

Mario Adinolfi e Omar Fantini. (Credits Ipa/Agency)
Mario Adinolfi e Omar Fantini. (Credits Ipa/Agency)

Senti, invece, riguardo il momento con Dino Giarrusso, è stato un momento simbolo dell'edizione perché ha riportato un po' determinate dinamiche di scontro che sono classiche: la rissa, la baruffa, ha fatto venire fuori anche quello che è vivere su un'isola. Com'è finita con lui? 

È finito tutto con una stretta di mano, nessun strascico. Lì è stato proprio un furore agonistico che è scappato di mano a tutti. Perché la verità è che siamo comunque davvero messi in condizioni estreme. Si arriva alle condizioni estreme che contano perché ovviamente il senso dell'isola è affamarti, assonnarti, metterti nella condizione più scomoda possibile, annoiarti per far sì che qualcosa succeda. Sul caso specifico, probabilmente Dino – che anche magari fisicamente è un po' meno forte di me – ha pensato di poter fare una presa che sarebbe vietata anche nel rugby, quindi sul collo. Io invece mi sono sentito prevaricato, ho reagito un po' e quando poi l'ho visto su Cristina ho perso il controllo.

Però, hai subito chiesto scusa. 

Perché mi sono reso conto subito dell'errore, soprattutto della dimensione della reazione. Dovevo riuscire a capire in che situazione ero e bastava alzare una mano, fermare il gioco, come ho tentato tra l'altro di fare, ma mi sono scaldato prima di riuscire a calmarmi. A voler andare un po' in fondo è un tema che io già avevo tirato fuori nei confessionali quando avevo raccontato un po' anche di me ragazzino perché io ce l'ho sempre avuto fin da bimbo il problema del controllo della rabbia. Lavoro su di me da 45 anni su questa cosa qui. Tant'è che inizialmente quando mi veniva dato del buonista, di quello che tende sempre a stemperare i toni che in realtà finge di non scaldarsi, mi faceva ridere perché dico: se sapeste cosa tento sempre di tenere schiacciato giù sotto, ovviamente non mi direste così. Però, ovviamente in 40 anni ho fatto dei progressi notevoli, non sono più quel bambino che magari dava morsi sulle guance dei compagni o quell'adolescente che spesso si infilava nelle risse. Lì, purtroppo, è stato un momento in cui la rabbia ha prevalso. Arrivavamo da un momento delicato perché comunque anche in puntata quando lui ha detto quella frase su Cristina è stato proprio sgradevole e lì ci siamo scaldati già tutti quanti. Arrivavamo poi lì con il rischio di perderci noi la razione di riso, o metà della razione di riso.

Ecco, questo è un tema importante. 

Ti giuro, guarda, sembra una stupidaggine perché visto da fuori veramente non puoi crederci, ma qua quella roba lì diventa la tua ragione di vita. Mangiare 25 grammi di riso invece che 50, con tutto che poi ci sono sempre dei problemi di razionamento e non si riesce mai a razionare bene quel riso lì, finisce sempre che la settimana non basta niente e cerchi di mendicare qualche cosa e non te lo danno. Tutto questo veramente ti altera, ti altera completamente la percezione di quella situazione. Per cui, ecco, è stato un eccesso di furore agonistico, come spesso capita purtroppo quando si gioca a calcetto tra amici e si sbaglia.

Poi c'è stato l'incontro e l'abbraccio con Giarrusso. 

È stato davvero spontaneo, con tanto che io ero lì seduto ad aspettarlo da più di mezz'ora perché mi avevano già posizionato, lo vedevo in barca in mezzo al mare, quindi sapevo che ci sarebbe stato un confronto. Non sapevo se lui sarebbe arrivato battagliero, quindi potevamo anche essere in una fase dove ci potevamo pure guardare in cagnesco. Invece appena ci siamo visti ci siamo guardati e ci siamo detti: "Che due deficienti."

Dino Giarrusso e Omar Fantini. (Credits Ipa/Agency)
Dino Giarrusso e Omar Fantini. (Credits Ipa/Agency)

Sono cadute le difese.

Sì, ci siamo detti: "Abbiamo fatto la cazzata tutti e due." E quindi ecco, niente strascichi, stretta di mano e a posto. Poi dopo Dino è una persona che non è stata facile per tutto il percorso, per come l'abbiamo visto. Probabilmente l'isola tira fuori proprio anche altre parti di te che, per alcuni magari ti rivela completamente per quello che sei, per altri forse anche delle cose che non sei esattamente tu. Io lì con lui all'inizio mi sono addirittura legato, poi dopo c'è stata questa sua insistenza un pochino egocentrica che l'ha un po' allontanato, l'ha fatto bisticciare, l'ha fatto allontanare da tutti. Però ripeto, è difficile anche giudicare una persona esclusivamente da lì dentro. Lì hai un protagonista che non è detto che poi sia uguale alla persona che trovi fuori.

Su quello che è successo a Loredana Cannata, che impressioni avevate da lì?

Ti dico: terribile. E vi dico anche che voi da casa vi siete spaventati, ma ci siamo spaventati molto di più noi, perché voi avete visto un momento in cui lei si è incagliata e non riusciva più a salire. Poi la regia ha cambiato inquadratura.

E cosa è successo che non abbiamo visto? 

Noi abbiamo assistito al momento in cui dieci persone della troupe, incluso il dottore che non era sicuramente uno di quelli che prevedevi che si potesse buttare in acqua, operatori, microfonisti, gente che stava lavorando a fare altro, dieci persone che si sono gettate in acqua e che in ogni modo cercavano di ritirarla su.

Vi siete spaventati. 

È stato veramente un momento tragico e la preoccupazione era altissima. Lei ha reagito da Wonder Woman praticamente.

Sì, perché poi è rimasta tutto il tempo del programma con una borsa di ghiaccio in testa.

Sì. Poi ti dico: piano piano anche andando verso sera l'ha realizzato. Perché poi dopo, secondo me, anche lì a botta calda lei è una che reagisce in maniera pronta, forte, perché è un'avventuriera, è una guerriera, è un'attivista abituata anche a cose rischiose, a scontri, quindi è uscita col suo spirito indomabile. Però io l'ho vista durante la serata, poi pian piano quella cosa lì l'ha realizzata, ha realizzato che c'è stato un bel rischio.

Cosa farai adesso? 

Prima di partire già stavo organizzando il tour invernale nei teatri e ho già pianificato la partecipazione al programma di Valentina Persia, sarò ospite fisso a settembre sul Nove. E poi c'è un'altra serie di cose su cui spingerò. C'è Only Fun, che ho già fatto l'anno scorso, questa volta mi piacerebbe riuscire a fare tutta la stagione, arrivare con 10 pezzi belli, forti, che possano piacere sia a loro che ovviamente al pubblico.

Quindi resterai comunque sul Nove?

Sì, inizialmente sì, i due progetti più sicuri sicuramente sì. Poi c'è anche altro. Dopo questa esperienza qua, per esempio, mi piacerebbe un sacco fare Pechino Express con la mia compagna, con Zara, visto che sono riuscito a presentarla un po' televisivamente perché lei è timida in realtà, ma quando è da sola, quando è con me non è timida per niente. Ma è stato un piacere che sia venuta un po' sull'isola perché lì si è vista.

Potrebbe essere una bella scoperta, quindi.

Sì, no, ma noi due insieme facciamo molto ridere. C'è già un po' questa differenza d'età che ci contraddistingue. Poi io, nonostante sono quello più vecchio, sono quello più attivo, lei è quella più giovane, è quella più pigra. Quindi sono io che spingo e lei che cerca sempre invece di tirare indietro. Poi questa cosa che io cerco sempre di fare le cose un po' suddivise, un po' come è stato sull'isola, dandoci responsabilità, lei vuol fare tutto insieme. Quindi abbiamo proprio due caratteri diversi che secondo me in quella situazione lì possono essere molto divertenti. Quindi ecco, sicuramente ci proporremo, poi vediamo se è una cosa che si potrà fare nell'immediato o meno.

Quando si spengono le luci, i riflettori, quando il programma finisce, poi cosa succede? Cosa avete fatto? Una festa, un party? Vi hanno portato finalmente nella civiltà abitata?

Allora, appena finito è elicottero e si torna in questo resort, che è dove c'è l'appoggio di tutta la troupe durante tutta la trasmissione, che è dall'altra parte, sulla costa. Abbiamo fatto una festicciola serale dove abbiamo finalmente mangiato, ma con mille raccomandazioni perché, ecco, questo è il lato veramente brutto della fine dell'isola: se hai fatto 10 settimane lo stomaco si richiude talmente tanto che non puoi permetterti di mangiare tanto per altri 15 giorni, devi rieducare lo stomaco. Quindi abbiamo mangiato una sorta di hamburgerino e siamo rimasti lì ad aspettare poi il bus che ci portava verso l'aeroporto. Quindi bene, ma non benissimo (ride, ndr).

La quantità ancora non c'è.

C'è la qualità e adesso finalmente sono atterrato, mi sono preso, sto andando dai miei genitori: c'è l'osso buco coi fagioli. Il piatto preferito della mamma.

Hai recuperato le notizie della tua Atalanta? Lo sai che adesso c'è Jurić?

Sì, sì, devo darti un commento. Non è l'allenatore che avrei voluto. Per adesso ti dico che non è l'allenatore che avrei voluto e che a volte veramente le scelte della società faccio fatica a capirle. Quindi aspetto di rimettermi dentro completamente e con tutti i dettagli e capire bene cosa è successo, perché ovviamente ho sentito qualche eco di cose successe e quando avrò capito meglio, magari riapprofondiamo se ti andrà.

Come col cibo, un po' alla volta.

Esatto, bravo.

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