Max Tortora: “Mi attribuiscono fidanzate che non ho, ritrovarmi sul set con Alessandra Mastronardi è stato un regalo”

Dalle prime imitazioni fatte per gioco ai ruoli più intensi e drammatici sul grande schermo, Max Tortora, noto al grande pubblico per "I Cesaroni", si racconta in un'intervista e ripercorre le tappe principali della sua carriera. Nessun rimpianto, nemmeno per quella paternità mai arrivata: "Non mi è capitato di essere padre, va bene così". E sul rapporto professionale con Alessandra Mastronardi: "Una scena con lei è buona alla prima".
Il percorso verso ruoli meno "comici" e il sogno della regia
Lo abbiamo visto in ruoli leggeri, ma anche in film duri e profondi come La terra dell’abbastanza e Sulla mia pelle, dove ha dimostrato un'intensa capacità drammatica. “Come un pianista deve suonare tutta la tastiera, così l’attore deve poter tirare fuori tutte le sfumature possibili”, spiega nella lunga intervista al settimanale Oggi. La versatilità, per lui, non è mai stata solo un obiettivo artistico, ma anche una strategia: “Sapevo di dover far vedere agli addetti ai lavori che ho anche altre corde. Se in una commedia c’era un momento di riflessione, ne approfittavo”. Oggi guarda con interesse anche alla regia: "A teatro l’ho già sperimentata, spesso condividendola con Paola Tiziana Cruciani, e quando scrivo penso già a dove piazzare la macchina da presa".
Il rapporto sul set con Alessandra Mastronardi
Il ritorno sul set di Doppio gioco con Alessandra Mastronardi – dopo gli anni di I Cesaroni – ha portato con sé anche un carico di ricordi: interpretare un padre, senza esserlo mai stato nella realtà, ha avuto quasi il sapore di una smentita in scena. “In rete esce di tutto: età, mogli, figli, malattie. Ma poi perché malattia?”, le parole. E ancora: "Mi attribuiscono anche una fidanzata che non ho mai avuto, e il rimpianto di non aver avuto figli. Ma io non ho rimpianti, credo che mi sia andata molto bene".
Ritrovarsi con l'ex collega, per lui, è stato un "regalo": "Quando ho conosciuto Alessandra aveva 19 anni, era già bravissima. Ci incrociavamo soprattutto nelle scene conviviali. Abbiamo coltivato un rapporto d'amicizia e di stima reciproca. Ritrovarla in Doppio gioco è stato come andare sul velluto: una scena con lei è buona alla prima".