Horror di Avanti un altro è Jean Michel Danquin: “In TV sono Dracula ma nella vita insegno pilates e ho tre figli”

Intervista a Horror di Avanti un altro. A interpretare il noto personaggio del minimondo del programma condotto da Paolo Bonolis e Luca Laurenti è Jean Michel Danquin. Sotto il travestimento da Dracula nero si nasconde, dunque, un volto già noto nel mondo dello spettacolo. In molti lo ricorderanno come ballerino del Bagaglino al fianco di Pamela Prati e Valeria Marini o nel programma Beato tra le donne. Oggi ha 63 anni e racconta la sua storia su Fanpage.it: ha tre figli, convive da 23 anni con la sua compagna Simona e nella vita fa l’insegnante di pilates, l’arbitro e l’imitatore di Michael Jackson:
Ho 63 anni ma nessuno ci crede. Il mio segreto è la leggerezza. Da 23 anni convivo con Simona e ho tre figli. In TV mi travesto da Dracula, ma nella vita sono insegnante di pilates, arbitro e imitatore di Michael Jackson. Con Paolo Bonolis c'è un rapporto amichevole. Lo stimo moltissimo, è una persona squisita con cui chiacchierare e un uomo di grande cultura. Un esempio per le generazioni future.
La storia di Jean Michel Danquin, Horror di Avanti un altro

Raccontami delle tue origini.
Sono nato nei Caraibi, a Guadalupa, un'isola calda, umida, ventilata e divertente. La mia infanzia è stata molto bella. Siamo sette fratelli, quattro femmine e tre maschi. Siamo cresciuti a Pointe-à-Pitre. Mio padre era ispettore di Polizia. Sei anni prima della pensione ha voluto investire nell'abbigliamento e ha iniziato a gestire anche un negozio. Mia madre era vicedirettrice di un centro commerciale. Adesso mio padre non c'è più. Mia madre è in pensione e vive in Francia con una delle mie sorelle.
Hai 63 anni, anche se non si direbbe.
C'è chi nasconde l'età, invece io sono orgoglioso di dirlo. Li ho compiuti il 28 giugno. Nessuno mi crede. Dicono che ne dimostro 45 o 50, molti di meno di quelli che ho.
Qual è il tuo segreto?
Secondo me dipende dal mio modo di vivere un po' spensierato, un po' da Peter Pan. Prendo le cose alla leggera, anche se ricevo una brutta notizia, la prendo in modo positivo perché prima o poi le cose si risolvono. A meno che non sia una malattia, facendo le corna, tutto passa prima o poi. Ho sempre affrontato i problemi con il sorriso.
Prima di lavorare nel mondo dello spettacolo di cosa ti occupavi?
Un po' di tutto. Ho lavorato nel negozio di abbigliamento di un amico, poi alla tavola calda.
Come ti sei ritrovato a lavorare in Italia?
Grazie a mia cugina Cannelle (la nota modella che ha condotto il Festival di Sanremo 1994 con Pippo Baudo e Anna Oxa, ndr). Erano gli anni '80, all'epoca lei aveva una scuola di danza a Milano. Io ero tornato dal militare e lavoricchiavo. Andava di moda la breakdance. Ballavo da autodidatta, imparavo guardando i video su MTV. Avevo una somiglianza assurda con Michael Jackson. Ho iniziato a fare il suo impersonator. Con Cannelle facevamo gli spettacoli in cui imitavo Michael Jackson. Dato che vedevo le persone felici quando ballavo, ho pensato di studiare e farlo come lavoro.

Poi è iniziata la lunga esperienza con il Bagaglino.
D'estate sono andato a lavorare al villaggio del Bagaglino, ho conosciuto Pier Francesco Pingitore. Cercava sempre qualcuno di interessante da inserire nei suoi spettacoli e gli è piaciuto il mio modo di essere. Mi propose di lavorare con la sua compagnia. Poco dopo ero a Roma e stavo leggendo un copione. Così è partito tutto.
Al Bagaglino hai lavorato con le prime donne.
Sì e devo dire che hanno le loro particolarità, ma se sei bravo e disponibile ad assecondarle puoi lavorare benissimo con loro. Ho lavorato soprattutto con Valeria Marini e Pamela Prati. Valeria è la Marilyn Monroe italiana. Pamela è una gattina, molto sensuale, con il sangue caldo. Mi sono divertito tanto a collaborare con loro. Sono state delle prime donne fantastiche e nel lavoro non si sono mai risparmiate.
Come sei diventato Horror di Avanti un altro?
Conosco la regista e un membro della produzione del programma dall'epoca del Bagaglino. Quando hanno cambiato il personaggio di Horror, mi hanno chiamato. Ne abbiamo parlato e mi sono detto: "Perché no, tanto si tratta di divertirsi". Avevo già lavorato con Paolo Bonolis a Beato tra le donne, dove ero l'unico ballerino tra le "spintarelle".
C'è un po' di confusione sul tuo personaggio. C'è chi dice che Horror sia interpretato da Mor Beye, che è la persona che lo interpretava prima di te.
Sì, me ne sono accorto e in alcuni casi l'ho fatto presente.
Come mai lui è andato via?
Non saprei. Può darsi che abbia avuto da fare in famiglia o doveva spostarsi. Quello di Avanti un altro è un impegno che richiede molto tempo libero. Ti occupa tutta la mattinata e parte del pomeriggio. Per me non è un problema, perché riesco a conciliare il mio lavoro con questo impegno.
Paolo Bonolis, in più occasioni, ti ha menzionato come uno dei suoi personaggi preferiti del minimondo.
Horror è un personaggio voluto da lui, lo ha sempre amato tantissimo. Quando è possibile, cerco di attirarlo per farlo ballare insieme a me. Così lui si carica e si diverte.
Che rapporto avete al di là delle telecamere?
Nel 1986, quando sono arrivato in Italia, per me Paolo Bonolis era un punto di riferimento. Guardavo Bim Bum Bam per imparare a parlare meglio l'italiano. Mi divertiva. Poi abbiamo lavorato insieme a Beato tra le donne e veniva a vedere gli spettacoli del Bagaglino al Salone Margherita. Ci siamo ritrovati ad Avanti un altro. Tra noi c'è sempre stato un rapporto amichevole e di simpatia. Lo stimo moltissimo, ha una mente infinita, è una persona squisita con cui chiacchierare, è un intrattenitore da paura, ha sempre la battuta pronta, un'ironia pazzesca. Un uomo di grande cultura. È uno dei più grandi presentatori, può dare l'esempio alle generazioni future.
La vita privata di Jean Michel Danquin: convive da 23 anni e ha tre figli

In tv sei Horror, un personaggio che incute timore, ma a te cosa fa paura?
Devo dire che paure non ne ho. Magari da piccolo, come tanti, avevo paura del buio o delle cose brutte della vita. Ma a parte questo, non ci sono altre paure.
Di cosa ti occupi nella vita di tutti i giorni?
Sono un insegnante di pilates, precisamente di total body e anche un arbitro di calcio a livello amatoriale. D'estate faccio l'impersonator di Michael Jackson con altri artisti che rendono omaggio ai grandi della musica soul come Freddie Mercury. Faccio tante cose. Non ce la faccio a stare fermo, è più forte di me.
Cosa mi racconti, invece, della tua vita privata?
Ho tre figli. L'ultimo ha 18 anni, ne farà 19 a febbraio, e si chiama Simone. Poi c'è Jean-Luc che ha 28 anni. Il più grande si chiama Joffret e ha 33 anni. Sono stato sposato per otto anni con la madre di Jean-Luc e convivo da 23 anni con Simona, la madre del mio terzogenito. È come se fossimo sposati. È una donna fantastica. Tra noi c'è grande intesa.
La tua compagna è estranea al mondo dello spettacolo?
Sì però nel suo lavoro precedente ha avuto rapporti di lavoro con alcuni artisti. Adesso fa l'avvocatessa, ha una bella responsabilità. Prima di conoscermi non pensava minimamente di avere figli. Viveva la sua vita tra casa, lavoro e amici. L'arrivo di Simone è stato inaspettato ma ci ha dato grande gioia. Inizialmente volevamo una femmina, però è nato un maschio e siamo stati felicissimi lo stesso.
Che padre sei con i tuoi tre figli?
In confronto a prima, ora sono molto più presente. Quando lavoravo in teatro e in televisione, all'epoca del Bagaglino, iniziavo alle 10:30 di mattina e finivo dopo mezzanotte. Tornavo a casa intorno alle 2. Quindi è stato un po' difficile, a parte il sabato che non andavano a scuola e potevo coccolarli un po'. Man mano gli impegni si sono alleggeriti e ho avuto più tempo da dedicare a seguirli. Adesso che sono più grandi hanno tutta la mia attenzione e tutto il mio affetto che non è mai mancato dall'inizio. Sono molto affettuosi anche tra di loro, si vogliono un gran bene, come io voglio bene a loro.
Se dovessi raccontarti citando il momento più felice della tua vita quale sceglieresti?
Il momento più felice è stato quando ho cominciato a fare questo lavoro. Ballare per me è un divertimento, ci metto passione, è bello trasmettere gioia. Darmi la possibilità di fare questo lavoro è come dirmi: "Guarda ti pago, vai e divertiti".
E quale è stato il momento più complicato di questi 63 anni?
Mentre lavoravo con il Bagaglino, durante una coreografia, sono caduto e mi sono lesionato un polso. Sono stato fermo per un mese. E poi quando mi sono rotto il tendine rotuleo giocando a calcio con alcuni colleghi. Sono stato fermo da metà gennaio a settembre. Il chirurgo che mi ha ricostruito il tendine rotto ha fatto un ottimo lavoro e mi ha detto: "Adesso dipende solo da te quanto vuoi guarire". Mi sono impegnato facendo fisioterapia, allenandomi per conto mio e concentrandomi sul ricominciare. Tutti pensavano che la mia carriera fosse finita e invece sono riuscito a tornare sul palco.
Vuoi aggiungere qualcosa?
Sì, ho scritto uno spettacolo con il mio amico Philippe Boa. È la storia di un artista che, dopo avere avuto successo, è uscito dal giro e deve ricominciare da zero. Però non riesce a decollare. Vengo catapultato nella sua vita. Lui non mi vuole assolutamente, ma io riesco a superare ogni ostacolo che mi mette. Alla fine si rende conto che senza di me non può fare niente. Lo spettacolo dura poco più di un'ora ma vola.