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Claudio Lippi: “Non so perché non ho più lavorato. Corrado e Vianello maestri d’educazione in tv”

Claudio Lippi è uno dei protagonisti della tv, da anni appare sporadicamente sul piccolo schermo. Il conduttore si racconta in un’intervista, partendo dagli inizi come cantante e parlando della tv che gli appartiene quella dell’educazione.
A cura di Ilaria Costabile
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Tra i nomi storici della televisione, quello di Claudio Lippi è senza dubbio tra gli indimenticabili. Conduttore ironico, rispettoso e protagonista di programmi che hanno segnato il piccolo schermo, a 77 anni avrebbe ancora molto da dare, ma se gli si chiede perché sono anni che non lavora in tv, la risposta è :"Mi piacerebbe che qualcuno mi spiegasse perché non ho più lavorato. Ma non sto lì a rovinarmi la vita, lo stress fa male, ho quattro bypass bisogna salvaguardare la salute". A La Repubblica, Lippi si racconta, non tralasciando nulla del suo percorso.

Gli inizi della carriera con Berlusconi

Una carriera iniziata da cantante, nata dalla passione per la musica, ma poi trasformatasi in qualcosa di diverso grazie alla conoscenza di Silvio Berlusconi. L'incontro con il Cavaliere gli ha cambiato la vita:

Era amico di mio fratello, due scapoloni che condividevano un pied-à-terre. ‘Senti un po' perché non dici a Claudio di venire da me?'. Vado. Non aveva creato Milano 2, non aveva ancora fatto grandi cose. Aveva una villa in Via Rovani, bellissima, la sua sede. Nel salone per le riunioni c'era l'eco, era grande come la metà di piazza del Duomo. Ti dava l'immagine di uno che aveva ben chiaro quello che voleva fare. Noi non eravamo preparati, lui sì. Facevamo quello che mamma Rai confezionava: la tv dei bambini, dei ragazzi.

Il primo programma da lui condotto, si chiamava ‘Lo sprolippio' su Telemilano 58: "Un late show, veniva la gente che lavorava la notte: gli attori, passavano gli operatori ecologici. Arrivavano coi camion, li parcheggiavano e raccontavano. Chi lavora di notte non esiste per la società. Sono passate anche delle prostitute, ho pianto in un paio di casi". 

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Claudio Lippi e la tv dell'educazione

Claudio Lippi ha fatto tanta televisione, ma il suo approccio è sempre stato rispettoso, mai eccessivo e anche quando è stato all'apice della sua carriera ha sempre volato basso, come racconta a La Repubblica:

Non mi sono mai considerato un uomo arrivato, neanche ai tempi d'oro. Che poi sa, il successo è fatto di rigagnoli di acqua pulita e di acqua sporca. Ho fatto il mio lavoro con serietà, sempre. Mi considero una persona perbene, forse un po' ingenua. Non a caso negli anni 90 mi sono ritrovato a ripartire da zero, ho perso tutto per colpa di un agente che fece investimenti sbagliati. I miei guadagni erano spariti.

In fin dei conti, non poteva essere altrimenti visto che i suoi maestri sono stati Raimondo Vianello e Corrado: "Per me era un maestro. Lui e Raimondo Vianello sono stati due modelli, ma non ho mai avuto intenzione di copiare l'incopiabile. E Corrado era il più vicino a me, come carattere. Quando è morto lui e se n'è andato Raimondo ho perso due padri, tre con quello vero. Mi hanno dato la possibilità di guardarmi dentro". Un insegnamento che ha fatto suo e che ha caratterizzato il suo modo di fare televisione, nasce proprio dal padrone di casa di Portobello, che un giorno gli disse:

Ricordati che può accendere un televisore un ingegnere, uno scienziato, uno in canottiera. Non importa. Chiedi sempre permesso e presentati dignitosamente. Tu sei l'ospite a casa loro'. Ecco, la logica del rispetto del pubblico ha segnato la mia vita, era la lezione di una persona che si è sempre presentata così.

Eppure, a parte qualche sporadica apparizione in tv, sono anni ormai che Claudio Lippi non è al timone di un programma, nonostante continui ad essere uno dei volti a cui il pubblico è più affezionato: "Mi resta il dispiacere perché non ho più avuto una trasmissione mia. È bello sapere che la gente però ti vuole bene". 

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