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Diletta Leotta: “Una collega di Sky mi disse che ero lì solo per le tette, mi ferì molto”

La conduttrice parla in un’intervista del peso che certi commenti hanno avuto su di lei e descrive un quadro di “strana competizione femminile, soprattutto quando siamo in posizioni di solito occupate da uomini”.
A cura di Andrea Parrella
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Diletta Leotta è stata senza dubbio un caso della Tv italiana degli ultimi anni. La sua esplosione come personaggio, frutto della popolarità che il piccolo schermo offre unita agli effetti dell'onda dei social, l'ha messa al centro dell'attenzione più di quanto non sia valso per altre conduttrici sportive.

Oltre al successo, questo ha portato anche a inevitabili effetti negativi, in primis il chiacchiericcio su di lei legato all'aspetto estetico e a quanto questo potesse contare ai fini della sua popolarità. È stata proprio Leotta a parlarne in un'intervista rilasciata a Effe, in cui si è raccontata a margine di questi primi mesi post maternità, dopo la nascita di Aria Rose avuta con Loris Karius:

Sono rimasta incinta dopo quattro mesi che ci frequentavamo. Siamo passati dal colpo di fulmine a fare i genitori. Non ce lo aspettavamo, tanto che quella sera, che ero fuori con gli amici e bevendo una birra ho sentito che aveva un sapore strano, ho addirittura chiesto al cameriere se fosse scaduta. Poi una mia amica mi ha accompagnato a comprare un test di gravidanza. Conservo ancora lo screenshot del risultato che ho mandato a Loris

I commenti sul suo aspetto estetico: "Mi sono laureata perché nessuno potesse dirmi una frase così"

Leotta ha appunto parlato dei commenti sessisti ricevuti nei suoi primi anni di carriera, svelando come quelli più pesanti le arrivassero da dove non li aspettava: "La maggior parte arriva dalle donne. Un classico è: ‘Non puoi andare allo stadio vestita così'. Ma il peggiore rimane: ‘Sei qui solo per le tette'. Me lo disse una collega a Sky Sport. Ero appena arrivata, avevo vent’anni: mi ferì a morte. La sera a casa feci un pianto liberatorio. Poi ho tirato fuori il leone che è in me, ho studiato tanto, mi sono laureata, così che nessuno potesse mai più dirmi una frase del genere". Leotta spiega questa logica, più che con l'invidia con un sentimento di "strana competizione femminile, soprattutto quando siamo in posizioni di solito occupate da uomini, come nel calcio. Si sgomita tanto e regna la legge del mors tua vita mea. Sono sicura che se fossimo di più la rivalità si addolcirebbe".

Il rapporto con Elodie: "Come una sorella per me"

Non sono mancate, tuttavia, persone in cui abbia trovato grande complicità e solidarietà: "A me è successo con Elodie, che è come una sorella per me. Ci siamo trasferite a Milano nello stesso periodo, e sostenute molto a vicenda. Mi è stata vicina durante la gravidanza. E con Aria adesso è una zia dolcissima". 

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