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Spese pazze in Piemonte: i pm chiedono il rinvio a giudizio per Roberto Cota

Contando anche il numero uno di Palazzo Lascaris sono 40 i consiglieri nei confronti dei quali la Procura delinea il processo. L’accusa è peculato, per alcuni contestata la truffa.
A cura di Biagio Chiariello
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I pubblici ministeri piemontesi hanno chiesto il rinvio a giudizio per i protagonisti della inchiesta sulle presunte spese pazze dei consiglieri della regione Richiesto il rinvio a giudizio per il governatore Roberto Cota e il presidente del Consiglio regionale Valerio Cattaneo.  In tutto gli indagati a Palazzo Lascaris sono 40 per i quali si prospetta un processo con l'accusa di peculato, ma ad alcuni è contestata anche la truffa. Chiesta l'archiviazione per l'ex presidente Mercedes Bresso (indagata per finanziamento illecito) e Monica Cerutti di Sel. Stralciata, per ulteriori verifiche da parte della Finanza, la posizione di Andrea Stara. Le richieste di archiviazione riguardano anche Fabrizio Comba, Giampiero Leo, Gianluca Vignale, Luca Pedrale, Fabrizio Biolè, Davide Bono, Eleonora Artesio, Antonino Boeti, Davide Gariglio, Stefano Lepri, Giuliana Manica, Angela Motta, Rocco Muliere, Aldo Reschigna, Gianni Ronzani e Gianna Pentenero. Gli atti della procura sono stati inviati all'ufficio gip che ora deve valutare le richieste degli stessi pm e fissare la data dell'udienza preliminare.

Cota replica alle accuse: "Io limpido"- Il governatore del Piemonte si difende da ogni accusa: "Riaffermo la correttezza delle mie azioni e la limpidezza delle mie intenzioni, farò valere le mie ragioni con forza ed in ogni sede", ha detto Cota che  ribadisce la sua "totale estraneità a interessi di carattere economico". E ancora: "Prendo atto senza alcuna sorpresa della richiesta di rinvio a giudizio presentata dai pubblici ministeri – aggiunge il presidente di regione leghista-. Non commento la circostanza della richiesta di archiviazione dell'indagine di Mercedes Bresso. Rinvio alla lettura delle disinvolte e benevole motivazioni del colpo di spugna. Registro che nessun esponente di una parte politica andrà a giudizio".

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