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Usa, venduta per 100mila dollari la pistola con cui fu ucciso adolescente disarmato

Venduta, dopo molte polemiche e offerte poi smentite, la pistola con cui l’agente George Zimmerman uccise in Florida Trayvon Martin, un diciassettenne afroamericano disarmato.
A cura di Susanna Picone
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Dopo molte polemiche e finte offerte poi smentite è stata venduta negli Stati Uniti la pistola con cui George Zimmerman uccise in Florida Trayvon Martin, un diciassettenne afroamericano disarmato. L’arma, una Kel-Tec PF-9 9mm, sarebbe stata battuta all’asta per la cifra di 100.000 dollari. È quanto sostiene lo stesso Zimmerman, l'ex guardia giurata proprietaria dell'arma che nel 2012 uccise il giovane di colore. Anche il sito di aste online UnitedGunGroup.com ha fatto sapere di aver venduto l’arma, senza però rivelare a che prezzo. Zimmerman, 32 anni, era il coordinatore del gruppo di sorveglianza di quartiere, quando uccise con la sua pistola il giovane afroamericano. Nella sua versione, lui agì per difendersi contro “l'attacco brutale di Trayvon Martin”. Quando una settimana fa l’ex guardia giurata ha dunque deciso di vendere quell’arma ha parlato di una “icona americana” scatenando polemiche e rabbia in tutto il Paese.

Proventi saranno usati per “combattere la violenza di Black Lives Matter” – Sono anche arrivate delle offerte fasulle per la pistola: ad esempio quella presentata da “Racist McShootFace”, che offriva ben 65 milioni di dollari o anche quella di un tale John Smith, che offriva 138.000 dollari. Ma ora l’arma, secondo quanto sostiene Zimmermann, sarebbe realmente stata venduta per 100.000 dollari. L’ex guardia ha reso noto che i proventi saranno usati per “combattere la violenza di Black Lives Matter (associazione che si batte per i diritti degli afroamericani, ndr) contro le forze dell'ordine, assicurare la fine della carriera di Angela Corey (la procuratrice statale che si occupò del caso, ndr) e della retorica contro le armi di Hillary Clinton”. Nel caso Trayvon Martin, Zimmerman inizialmente non fu accusato della morte del giovane e solo in seguito alle proteste scoppiate nel Paese è stato processato per omicidio di secondo grado e giudicato non colpevole.

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