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Sopravvive al tentativo di suicidio dal ponte: “Mi sono pentito un attimo dopo”

Il drammatico racconto di un uomo sopravvissuto al tentativo di suicidio in Usa: “È normale non stare bene, ma non va bene non chiedere a nessuno di essere aiutato”.
A cura di A. P.
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Era il 24 settembre del 2000 quando l'allora 19enne statunitense Kevin Hines decise di farla finita recandosi sul Golden Gate Bridge, il famoso ponte della Baia di San Francisco, e lanciandosi nelle acque dell'Oceano. Nonostante il volo e il tremendo impatto con l'acqua, il ragazzo riuscì a sopravvivere anche grazie all'arrivo tempestivo dei soccorsi allertati da alcun passanti che avevano assistito alla drammatica scena. Kevin Hines infatti fa parte dei quell'1% di persone che sono riuscite a salvarsi dopo un tentativo di suicidio dallo stesso ponte che purtroppo spesso viene scelto come luogo per farla finita. Ora Kevin, dopo essersi completamente ristabilito, ha deciso di raccontare la sua storia fatta di depressione e disturbi mentali nell'ambito di una campagna di sensibilizzazione al problema.

"Ricordo vividamente il momento in cui ho scritto la mia lettera di addio in cui annunciavo il suicidio" ha raccontato l'uomo, ricordando che in quel momento credeva che a nessuno importasse di lui. "Il millisecondo dopo che le mie mani hanno lasciato la balaustra ho sentito un forte dispiacere e ho capito che avevo sbagliato" ha raccontato Kevin Hines, esortando: "È normale non stare bene, ma non va bene non chiedere a nessuno di essere aiutato. Si può sempre recuperare e io ne sono la prova vivente"

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